venerdì 12 ottobre 2007

Al Gore vince il Premio Nobel per la Pace 2007










Qui alcuni titoli cliccabili per farvi un'idea:
Da peacereporter: Un Nobel poco pacifista Al Gore vince il Premio Nobel per la Pace 2007. Nonostante un passato di guerra
Da LA Stampa: Nobel per la Pace ad Al Gore
Da La Repubblica: Al Gore e la commissione clima Onu
premiati con il Nobel per la pace 2007

Da Il Corriere della Sera: Al Gore vince il Nobel per la pace
Il premio diviso con il Comitato intergovernativo per i mutamenti climatici dell'Onu (Ipcc)

Da L'Unità: A Gore il Nobel per la Pace, speranza verde d'America
Da Il Sole 24 Ore: Difesa dell'ambiente: Al Gore e l'Onu vincono il Nobel della pace
Da LA Gazzetta del Mezzogiorno : Pace e Ambiente – Ad Al Gore un premio Nobel anti-Bush

1 commento:

Anonimo ha detto...

“Al Gore (neo premio nobel per la pace) fece bombardare le fabbriche chimiche di Pancevo”. Quese le parole di Antonio Martino, regista indipendente italiano, dopo la proiezione al festival di Cinemambiente del suo documentario sulla ecatombe ecologica/umanitaria della località industriale di Pancevo non lontano da Belgrado. Antonio Martino ha ricordato che Al Gore, che ha appena ricevuto il premio nobel per la pace per il suo impegno per l’ambiente, è responsabile di aver dato l’ordine di distruggere la raffineria di Pancevo dando origine ad una delle peggiori tragedie ecologico/sanitarie del secolo scorso.
La storia che Antonio Martino ci ha presentato nel suo documentario Pancevo_la città morta è allucinante: Pancevo, cittadina industriale a pochi chilometri da Belgrado, ha sempre sofferto gravi problemi di inquinamento, sin dal giorno in cui (50 anni fa) si decise di costruire una gigantesca raffineria di petrolio e altri stabilimenti chimici, nei territori (troppo) limitrofi al centro abitato. La vera tragedia è arrivata alle porte del nuovo secolo, quando in piena guerra dei Balcani, la Nato, nella persona di (Al Gore) diede ordine di bombardare in modo fin troppo meticoloso ogni cisterna dei vari impianti. Una nube tossica 16000 volte il limite considerato critico dagli standard europei si è levata sulla città di Pancevo e tonnellate di rifiuti altrettanto tossici si sono riversati nei fiumi e nei campi limitrofi: una ecatombe. Fortunatamente la popolazione fu evacuata nei giorni della tragedia (perché il bombardamento è durato molto tempo), ma l’ecosistema della città ne è rimasto contaminato. Finita la guerra, gli impianti semidistrutti sono stati “rattoppati” e rimessi in funzione un po’ “alla meno peggio”. Da allora questi impianti hanno riversato nell’aria alte quantità di sostanze tossiche con picchi (molto frequenti durante la settimana) superiori a 160 volte il limite considerato letale dagli standard internazionali.
Pancevo ha il triste e “letale” primato di città più inquinata d’Europa, con mortalità altissima tra i giovani e meno giovani per cancro ai polmoni, ospedali pieni di bambini con problemi “gravi” alle vie respiratore (asma, bronchite,…) e buona parte della popolazione con l’apparato respiratorio compromesso. Oggi, malgrado le innumerevoli proteste, con inesorabile consuetudine si sente suonare in paese la sirena di “alto rischio di contaminazione” (la famosa soglia superata 160 volte), del dispositivo di monitoraggio regalato alla città di Pancevo da una cordata di comuni italiani.
Lo stato Serbo, insensibile alle proteste, ovviamente non si sogna minimamente di intervenire per bloccare il lavoro della raffineria, mentre alle nazioni unite pare si siano dimenticati dell’esistenza di questa città lasciandola in balia del proprio destino e dei fumi tossici.
Contatti del regista:
Martinoantonio77@libero.it
vitaminik@hotmail.com
+39 3497149342