venerdì 5 ottobre 2007

Diossina a Taranto: la salute negata


Sta avendo ogni giorno più spazio tra i giornali locali e nazionali la notizia della diossina presente nel nostro territorio. A lanciare l'allarme non sono solo i "ficcanaso ambientalisti" ma anche gli stessi medici e ricercatori che in ambito scientifico lavorano.
Il problema diossina non è però un caso prettamente locale.... infatti vicino a noi, in un'altra regione del Sud, e per la precisione in Campania, i nostri connazionali stanno combattendo la stessa battaglia: là la diossina ha già fatto le sue vittime.
A pagarne le conseguenze Vincenzo Cannavacciuolo, "il pastore ucciso da un tumore sei mesi fa, dopo che centinaia di pecore del suo gregge, avvelenate dalla diossina accumulata in anni di pascolo sui terreni acerrani, sono morte o sono state abbattute. Nel sangue di Vincenzo , prelevato poco prima che morisse e pure inviato per le analisi a Porto Marghera ed in Canada, sono stati riscontrati valori di diossina pari a 255 picogrammi per grammo".
Un medico napoletano, Antonio Marfella, il quale lavora al Pascale, si è sottoposto, a sue spese, ai test che rilevano i livelli di diossina nel corpo umano. Si è dunque rivolto al Consorzio Interuniversitario Nazionale La Chimica per l’Ambiente, che ha sede a Porto Marghera, e, per le controanalisi, ai Pacific Rim Laboratories, in Canada. Gli strumenti hanno riscontrato 74 picogrammi di diossina per grammo, oltre 7 volte il livello base di riferimento in città industriali, che è di 10 picogrammi per grammo. (Per avere maggiori informazioni su questo articolo cliccare qui)

Chissà quali risultati avremo, se una parte di noi abitanti a Taranto, magari abitanti del rione Tamburi, si sottoponesse ai test per rilevare i livelli di diossina presenti nel corpo umano....

Dal Corriere del Mezzogiorno, 4 ottobre 2007, pag. 5.

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