Appalto Tap da 300 milioni di euro
Ilva esclusa, interviene Guidi
Il ministro
dello Sviluppo economico Federica Guidi starebbe seguendo da vicino la
vicenda che riguarda la fornitura per la Tap da parte dell’Ilva. La
ministra si sarebbe infatti attivata subito per cercare di aprire i
canali necessari a chiarire alcuni aspetti della vicenda che potrebbero
aver portato a un misunderstanding tra le parti relativo alle modalità
tecniche della partecipazione alla gara. L’indiscrezione arriva
all’indomani della notizia secondo la quale l’azienda siderurgica
sarebbe stata esclusa dalla commessa Tap per la realizzazione del
gasdotto Trans Adriatico. Una commessa da 300 milioni, la possibilità di
rimettere in marcia i due tubifici e la speranza di dare ossigeno ai
suoi conti in un momento difficile con posizioni di mercato perse
nell’automotive e negli elettrodomestici. La sofferenza non è soltanto
della società, ma di tutto il comparto della siderurgia italiana di cui
Ilva costituisce la fonte maggioritaria di produzione.
La partecipazione
Ilva,
con il sostegno dell’operatore finanziario giapponese Metal One
Corporation, aveva partecipato alla gara internazionale di fornitura di
tubi per la costruzione della Trans Adriatic Pipeline, l’infrastruttura
di trasporto che parte al confine tra Grecia e Turchia, attraversa
l’Albania, si inabissa nell’Adriatico e approda nel Salento per
congiungersi alla rete italiana gas. Ma non è stata inclusa nella short
list delle aziende che potranno fare l’offerta per i vari lotti in cui è
stata divisa la fornitura degli 878 chilometri di tubi, compresi i 105
offshore. Degli 878 chilometri, 550 sono in Grecia, 215 in Albania, 105
in Adriatico raggiungendo la massima profondità a 820 metri, e 8 in
Italia. Il consorzio Tap è molto riservato, non diffonde direttamente
notizie, in particolare sulle gare e sui partecipanti almeno sino alla
loro conclusione e all’affidamento dell’appalto, ma le indiscrezioni
sono affiorate. Ilva è stata tenuta fuori dalla short list per
l’incertezza sui tempi e luoghi di consegna del materiale e per la
mancata conformità del suo prodotto alle specifiche tecniche indicate
nel progetto Tap. In sostanza una serie di fattori che hanno fatto
scartare la sua proposta confermando che le battaglie giudiziarie, la
scarsità di fondi per la manutenzione e la produzione ridotta hanno
inciso sulla qualità del prodotto finale e sull’affidabilità complessiva
dell’azienda in un mercato globale nel quale queste due caratteristiche
spesso rappresentano le carte vincenti.
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