Ilva e salute, i costi dell’inquinamento a Taranto in un e-book pubblicato oggi
È stato pubblicato questa mattina l’e-book dal titolo “Valutazione economica degli effetti sanitari dell’inquinamento atmosferico: la metodologia dell’EEA”, a cura di Giorgio Assennato, direttore generale di Arpa Puglia, contenente gli atti del workshop di approfondimento sul Report dell’Agenzia Europea per l’Ambiente Revealing the costs of air pollution from industrial facilities in Europe (EEA technical Report n .15/2011), tenutosi a Taranto il 23 e 24 luglio 2012.Il documento, composto da oltre 170 pagine e arricchito da contributi aggiornati, dedica una sezione importante al caso Taranto, curata dalla dott.ssa Paola Biasi (Facoltà di Economia – Università degli Studi di Firenze). Riteniamo quanto mai opportuno immergersi nella lettura di questo testo per rendersi conto di quanto sia complesso il rapporto tra inquinamento, danno sanitario e costo sociale. Un tema che non dovrebbe essere affidato, come spesso accade, a semplicistiche argomentazioni. Intanto, partiamo da un dato: basandosi sul framework delineato dalla European Environmental Agency per la città di Taranto è stato possibile stimare un danno sanitario imputabile all’inquinamento atmosferico pari, in media, a oltre 280 milioni di euro annui.
“La quantificazione monetaria del danno – si legge – è stata effettuata utilizzando dati indiretti; in particolare il riferimento è al metodo dello unit value transfer approach. Coerentemente con quanto stabilito dall’EPA, i valori utilizzati sono stati desunti da rapporti e studi riconducibili ad istituzioni internazionali. In particolare si fa riferimento al progetto ExternE per la quantificazione monetaria delle esternalità legate alla produzione di energia (Bickel e Friedrich, 2005). I valori monetari sono ovviamente stati adattati considerando la rivalutazione della moneta per adeguare il valore del danno calcolato al periodo in analisi.
La fonte principale per i dati ambientali e sanitari utilizzati nello studio è costituita da due tra i più importanti studi a livello nazionale che hanno analizzato le relazioni tra inquinamento atmosferico e salute: “Metanalisi italiana degli studi sugli effetti a breve termine dell’inquinamento atmosferico” (Biggeri et al., 2004) relativo al periodo 1996-2002; il secondo è lo studio dal titolo “Inquinamento atmosferico e salute: sorveglianza epidemiologica e interventi di prevenzione” (Berti et al., 2009), relativo al periodo 2000-2005.
Il dataset relativo al capoluogo ionico include dati relativi alla concentrazione di PM10 nell’aria della città di Taranto, oltre che i dati sanitari sulla mortalità raccolti dall’Azienda Sanitaria Locale Taranto/1. In particolare, per la mortalità sono stati utilizzati coefficienti di Relative Risk (RR) mutuati dalla letteratura epidemiologica; per gli eventi sanitari sono invece state utilizzate Impact Functions (IF). Sulla base di tali dati è stato possibile effettuare il calcolo dei casi attribuibili all’inquinamento in tre scenari controfattuali. Il dato ottenuto è quindi da intendersi come danno economico potenzialmente evitabile con diverse concentrazioni di PM10 nell’aria.
Ovviamente – fa notare la Biasi – tale stima rappresenta solo una frazione del costo sociale dell’inquinamento atmosferico: l’arco temporale in cui tale valore è stato stimato è limitato (come già specificato, il periodo dal 2001 al 2005); è stato preso in considerazione un solo inquinante; l’analisi è limitata ad una sola matrice ambientale in un contesto in cui la contaminazione ambientale è molto più pervasiva e complessa. Ciò nonostante, la base informativa fornita dalla stima è di notevole importanza, sia in termini di policy making che di dibattito pubblico”. Per i soli costi di mortalità “il valore stimato supera i 170 milioni di euro, e oscilla tra un minimo di circa 70 milioni annui a un massimo di quasi 400 milioni. Il valore totale stimato sulla base del valore centrale utilizzato per singolo end-point configura un danno sociale importante a carico della collettività in analisi: in media, oltre i 284 milioni di euro all’anno”.
CONCLUSIONI
“L’uso di strumenti interdisciplinari per la valutazione del danno imputabile all’inquinamento atmosferico – conclude l’economista – è di fondamentale importanza per chiarire entità e pervasività del danno sociale prodotto dall’inquinamento stesso. Il framework delineato dalla European Environmental Agency ha il merito di contribuire allo sviluppo di tali procedure e tecniche di valutazione. Nonostante le incertezze connesse al processo di quantificazione in termini monetari dei costi sociali dell’inquinamento, la valutazione economica consente di misurare in termini omogenei una pluralità di tipologie di danno sanitario, chiarendone entità, effetti indiretti e peso relativo sul totale dei costi sociali. La possibilità di comunicare con chiarezza i risultati di questo tipo di valutazioni è un vantaggio di non secondaria importanza: in primo luogo per la priorità che tali temi hanno assunto nel dibattito pubblico; allo stesso tempo la valutazione economica può avere un ruolo importante nel definire obiettivi e urgenza di interventi di policy making in aree caratterizzate da un pervasivo impatto ambientale di attività inquinanti, come è chiaramente il caso di Taranto analizzato in questo lavoro”.
Per chi volesse approfondire l’argomento consigliamo di scaricare gratuitamente l’e-book dal sito http://www.ledizioni.it/prodotto/valutazione-economica-degli-effetti-sanitari-dellinquinamento-atmosferico-la-metodologia-delleea/. E’ sufficiente una rapida registrazione. Nel documento troverete altri interessanti contributi da parte di esperti che hanno studiato l’argomento da più angolazioni. Tra questi, figura anche il professor Francesco Forastiere, uno degli autori della perizia epidemiologica realizzata su richiesta del gip Patrizia Todisco nell’ambito del processo sull’inquinamento prodotto dall’Ilva.
Alessandra Congedo - inchiostroverde
Nessun commento:
Posta un commento