giovedì 12 dicembre 2013

Ronchi di berlusconiana memoria: contraddire l'evidenza a testa bassa!

Comunicato stampa

   Fondo Antidiossina e PeaceLink commentano la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DL 136 ''Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali e a favorire lo sviluppo delle aree interessate''.
   Rendono noto inoltre che il 18 dicembre si svolgera' a Roma al Ministero dell'Ambiente la Conferenza dei Servizi per la messa in sicurezza della falda nell'area sotto il parco monerali dell'Ilva.
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   Con questo comunicato stampa, PeaceLink e Fondo Antidiossina intendono lanciare un grido di allarme riguardo la preoccupante situazione sanitaria, amministrativa ed ambientale di Taranto, conseguentemente  ai gravi e ripetuti incidenti di slopping, di emissioni pericolose verificatesi in questi giorni in modo particolarmente intenso.
   Ieri il nuovo decreto legge sull'Ilva e' stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale; e' il Decreto decreto legge 136 riguardante "Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali e a favorire lo sviluppo delle aree interessate".
   La gravità della situazione va di pari passo con le azioni inutili del governo, che con questa decisione politica di fatto estende i poteri del Commissario e della sua struttura prorogando i termini di attuazione di eventuali messe a norma e di azioni di bonifica ed annullando l'Autorizzazione Integrata Ambientale.
   Il testo del decreto é ritenuto dalle due associazioni inaccettabile e impossibile da giustificare dinanzi al protrarsi di una situazione di assoluta emergenza.
   Tale decreto, finalizzato esclusivamente a garantire la produzione dell'ILVA, annulla l'ordinanza del GIP Patrizia Todisco che il 5 novembre 2013 ha ribadito come, nell'interesse pubblico, i fondi posti sotto sequestro dovessero garantire il principio di precauzione e non andare a confluire nelle casse dell'attuale gestione commissariale il cui solo scopo è assicurare la continuità produttiva in grave ed evidente violazione delle decisioni della magistratura e delle leggi europee.
   I vari profili di inadempimento messi in luce dal GIP, l'inesistenza di un piano industriale corroborati dal nuovo decreto vanno nel senso totalmente opposto all'attuazione di una politica che voglia risolvere la questione Taranto.
   Non risulta inoltre chiaramente definito il regime autorizzativo in cui opera lo stabilimento ILVA di Taranto, per quanto attiene all'AIA e alle autorizzazioni che al momento sembrano mancare. Il Commissario, supportato dal Governo, non ritiene cogenti le norme previste dall'AIA e continua ad operare in flagrante violazione del diritto in materia.
   La pratica di rimuovere e garantire la normativa vigente é una pratica anti-costituzionale. La giurisprudenza europea in materia di ambiente e di diritti umani prevede delle norme ineludibili come ad esempio l'articolo 2 della Convenzione dei Diritti Umani ( di cui la Repubblica Italiana é firmataria) che prevede la difesa del diritto primario alla vita, come la direttiva europea IPPC.
   Il principio del "chi inquina paga" viene posto, anch'esso, in grave pericolo visto che il Commissariamento attuale dell'ILVA insieme al Governo svuotano le casse ILVA annullando in sequestri, al solo fine di garantire la produzione in totale violazione di numerose norme. Una nuova comunicazione alle istituzioni europee, in merito al nuovo decreto, é stata effettuata stamane.
   La situazione di Taranto é arrivata ad un punto di non ritorno, il grido di allarme che questo comunicato ed i video allegati intendono lanciare, costituisce un'accusa precisa a tutti i governanti.
   Per quanto riguarda la conferenza dei servizi indetta dal Ministero dell'Ambiente, la cosa che preoccupa le associazioni e' l'intento del governo che non mira a bonificare il sottosuolo.
Se venisse cementificata la vasta area sotto il parco minerali, senza bonificare il terreno inquinato, verrebbero tombati e non rimossi gli inquinanti che hanno impregnato il sottosuolo.
   Una pratica del genere condannerebbe l'area ad uno stato di compromissione perenne del sottosuolo, mentre nel frattempo rimane irrisolta la questione della raccolta e del trattamento delle acque meteoriche che finiscono nella falda dopo aver dilavato i terreni inquinati dell'Ilva.
   Per PeaceLink e Fondo Antidiossina Taranto: Antonia Battaglia, Alessandro Marescotti, Fabio Matacchiera


Ronchi: il decreto accelera il risanamento

«Spero che i suoi critici, ora che è pubblicato, leggano attentamente questo decreto che rende disponibili, in modo legittimo e logico quindi anche costituzionale, risorse finanziarie necessarie al risanamento ambientale dell’Ilva». Lo ha dichiarato il sub-commissario Ilva Edo Ronchi, in occasione della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del DL 136 “Disposizioni urgenti dirette a fronteggiare emergenze ambientali e industriali e a favorire lo sviluppo delle aree interessate”.
Ronchi sottolinea anche che il decreto «accelera le procedure chiarendo che le coperture enormi dei parchi che si devono realizzare, sono volumi tecnici e quindi non devono attendere modifiche urbanistiche e dei piani regolatori per essere realizzate, che, inoltre, accelera le procedure per l’utilizzo delle aree interne non contaminate e che accelera i tempi per le valutazioni di assoggettabilità e di VIA, senza minimamente toccare le tutele ambientali» .
Per quanto riguarda il transitorio, fino all’approvazione del piano ambientale, il decreto chiarisce cosa deve fare il commissario, spiega Ronchi, e quali risultati deve garantire (almeno l’avvio del 70% delle misure AIA e assicurando che, per quanto dovuto all’ILVA, i parametri che misurano la qualità dell’aria esterna siano a norma). «Per le sanzioni del Prefetto, il decreto chiarisce –sottolinea Ronchi- che per le violazioni compiute prima del Commissariamento, paga il titolare o l’azionista di maggioranza, dopo paga l’Ilva commissariata nei casi delle violazioni previste». Per quanto riguarda il rinvio di circa 60 giorni del piano ambientale, conclude Ronchi «esso è reso necessario anche per includervi tutte le misure necessarie per completare l’Aia , producendo così un’accelerazione complessiva (prima si doveva attendere un’altra Aia per acque, rifiuti, rischi d’incidente e energia), fermo restando il termine finale di 36 mesi fissato dal precedente decreto che non cambia».
Sullo stesso argomento interviene anche l’on. Michele Pelillo. «Sono d’accordo – scrive – con Legambiente sul fatto che la proroga per l’adozione del piano ambientale e, di conseguenza, del piano industriale per l’Ilva di Taranto susciti perplessità. Proveremo, in sede di conversione del provvedimento in legge, ad accorciare questo lasso di tempo. Chiederemo al ministro Orlando, comunque, di anticipare i tempi del piano ambientale rispetto a qualunque nuovo termine».
Del decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale «valorizziamo – aggiunge Pelillo – però anche gli straordinari aspetti positivi. Il documento persegue due obiettivi importanti, la copertura finanziaria dei lavori di ambientalizzazione e la semplificazione (oltre che l’accorciamento dei tempi) delle procedure autorizzative per l’avvio dei cantieri. Con questo provvedimento i commissari sono nella facoltà di chiedere ai giudici di usare i soldi dei Riva sequestrati dalla procura di Milano: un miliardo e ottocento milioni di euro. Il decreto legge, inoltre, abbrevia e semplifica l’iter burocratico delle autorizzazioni, con una compressione dei tempi e uno snellimento delle procedure. Dopo 50 anni di niente, lo Stato – attraverso l’azione del governo e del Parlamento – ci sta dando la possibilità, per la prima volta, di accettare la sfida, la scommessa di trovare l’agognato punto di equilibrio tra l’esigenza della produzione industriale e il diritto alla salute e alla vita dei tarantini. E’ una scommessa che non possiamo non accettare, non perché siamo sicuri di vincerla, ma perché è doveroso provarci. Non possiamo arrenderci senza nemmeno provarci. Per provare a vincerla, impariamo subito ad apprezzare il nuovo atteggiamento dello Stato e a realizzare una maggiore unità di intenti». (CdM)

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