mercoledì 18 dicembre 2013

Impianti fermi inquinano meno: Bondi il lapalissiano passa gli esami elementari!

La situazione dell’Ilva è per l’ennesima volta sotto i riflettori, stavolta però è il commissario straordinario Enrico Bondi a delineare lo scenario. Secondo la sua prima relazione, l’indebitamento non è sostanzialmente aumentato, ma pesano “eventi esterni”. Spicca un'altra affermazione, che parla di emissioni assolutamente entro i limiti di legge.

 
IL DOCUMENTO – Si tratta di 25 pagine, in cui il commissario tira le somme e parla delle questioni legate a produzione, ambiente, lavoratori che lo interessano da vicino, vale a dire in riferimento ai mesi giugno/settembre 2013, dal momento in cui Bondi è stato nominato. Rispetto al 2012, l’anno in corso dovrebbero segnare una riduzione in termini di vendite di 2 mln di tonnellate di acciaio, con una produzione che dagli 8 mln e 300mila del 2012 scende ai 6 mln e 300mila di oggi. Gli ordini per interventi prescritti dall’Aia al 26 novembre 2013 arrivano a circa 457 mln, di cui 301 mln dall’1 giugno 2013.
INDEBITAMENTO SOTTO CONTROLLO - Non dovrebbero, secondo Bondi, peggiorare le condizioni di indebitamento della società negli ultimi mesi del 2013. Il motivo che ha permesso di evitare aumenti incontrollabili di questa voce è per il commissario la politica di graduale destoccaggio dei prodotti finiti (ricordiamo che a maggio una quantità rilevante è stata dissequestrata).
GLI EVENTI ESTERNI – Le questioni giudiziarie di cui spesso abbiamo parlato hanno pesato parecchio sulle attività dell’Ilva di Taranto. Il commissario Bondi stesso nella sua relazione afferma che “la gestione del gruppo Ilva è stata negativamente influenzata da eventi straordinari esterni che ne hanno condizionato sia l'attività produttiva che quella commerciale, peraltro in un contesto di congiuntura sfavorevole”. In particolare, il riferimento è ai sequestri disposti dal gip, a partire da quello di 1 mln e 900 mila tonnellate del novembre 2012 fino a quello più recente, dello scorso settembre, che ha coinvolto le controllate dirette e indirette. Cali di fatturato, ritardi nelle consegne, riflessi sulla reputazione della società sui mercati: Bondi usa queste parole per definire le ripercussioni delle decisioni dei magistrati, a cui somma i problemi tecnici degli impianti, in via di superamento. Gli effetti saranno misurabili al termine del trimestre 1 ottobre-31 dicembre, fa sapere Bondi, mentre in Corte di Cassazione esiste un ricorso contro il sequestro delle controllate, impugnato per profili di illegittimità.
AIA E AMBIENTE – Avviate le attività di risanamento e considerando il calo di produzione, l’impatto degli stabilimenti sarebbe migliorato. Secondo il documento di Bondi, le rilevazioni dell’Arpa Puglia a Tamburi dimostrerebbero infatti una presenza di sostanze inquinanti nell’aria inferiore ai limiti fissati dall’UE e dal nostro Decreto legge 155/2010.
Non ci stanno naturalmente gli ambientalisti. Ecco le parole di Angelo Bonelli, coportavoce dei Verdi, riportate anche sul suo profilo Facebook: “Riteniamo che le affermazioni di Bondi sul fatto che i dati sulla qualità dell'aria del quartiere Tamburi siano sotto i limiti europei non rappresentino la realtà. Contestiamo a Bondi il fatto che dal 29 agosto al 10 settembre non ci sono dati disponibili dalle centraline di monitoraggio dell'aria del quartiere Tamburi per quanto riguarda gli IPA (Idrocarburi policiclici aromatici) e le polveri sottili. Lo scorso 13 dicembre le PM10 superavano i 50 microgrammi per metro cubo mentre le PM2.5 superavano i 25 microgrammi per metro cubo, ben oltre i livelli consentiti dalle normative europee; segnaliamo inoltre un preoccupantissimo livello di benzene nell'area della cokeria. Per questo, ricordando che queste misurazioni fanno riferimento ad un ciclo produttivo fortemente limitato, con 6 cokerie su 10 ferme, chiediamo che si faccia immediata e piena chiarezza sulle rilevazioni rendendo noti le ragioni per cui diverse rilevazioni risultano non sono disponibili”. (Greenbiz)

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