Decreto commissariamento Ilva. Legambiente: Torna il gattopardismo. Troppe cose non vanno in questo decreto.
A Taranto ci sono due emergenze, la salute e il lavoro: occorre dare risposte immediate a entrambe
"A Taranto ci sono due emergenze, la salute e il lavoro: occorre dare risposte immediate a entrambe, Il recente decreto sul commissariamento dell'Ilva sembra ancora una volta voler affrontare solo il risanamento industriale senza affrontare l'emergenza sanitaria". Così Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente, ribadisce, in una conferenza stampa tenutasi a Taranto, le perplessità già espresse nei giorni scorsi in merito al decreto che dispone il commissariamento dell'ILVA. "Crediamo fosse indispensabile giungere alla scelta del commissariamento perché era ormai evidente che la famiglia Riva continuava a non operare per il risanamento dell'impianto siderurgico di Taranto."Nel decreto relativo al commissariamento ci preoccupano l'indeterminatezza del piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria dei lavoratori e della popolazione e di prevenzione del rischio di incidente rilevanti assegnato ai 3 esperti nominati dal ministero dell'ambiente e che "equivale a modifica dell'AIA" . Così come ci preoccupano i tempi che tra predisposizione del piano, sua approvazione, predisposizione del piano industriale e sua approvazione arrivano a ben 120 giorni. A che servono questi 120 giorni se ci sono già le prescrizioni AIA definite appena sei mesi fa dal tavolo tecnico secondo una tempistica ben definita? Servono a giustificare e a coprire i ritardi dell'azienda? A meno che non si tratti soltanto di rimodulare i tempi delle prescrizioni disattese in questi mesi, in funzione dell'entrata in azione del commissariamento: in tal caso chiediamo che la rimodulazione sia fatta assegnando tempi rapidissimi per la loro attuazione, soprattutto quelle più rilevanti per le ricadute sulla salute.
Al Governo chiediamo: chi risarcirà i tarantini che nel frattempo si ammaleranno a causa dell'inquinamento? Chiediamo con forza che l'eventuale modifica dell'AIA tenga conto della valutazione del danno sanitario e limiti la produzione autorizzata a sette milioni di tonnellate annue di acciaio così come Legambiente chiede inascoltata da anni.
A parte la scelta del commissariamento dell'Ilva, che è l'unica possibilità che il territorio pugliese ha per essere risanato senza far chiudere la fabbrica, sono diverse le cose che non vanno in questo decreto. "Nel decreto – spiega il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza - si prevede la costituzione di un comitato di 3 esperti. Ci auguriamo che questi esperti svolgano anche la funzione di garanti rispetto agli interessi pubblici e che il piano di misure che dovranno definire non vada in nessuno modo ad annacquare quanto già previsto dall'AIA, ma piuttosto vada a migliorarla, riducendo ad esempio le tempistiche troppo dilatate previste per alcuni interventi, a maggior ragione ora che le risorse a disposizione del Commissario ci sono grazie al sequestro dei beni dei Riva operato dalla magistratura. Tra le altre misure da mettere in campo in questo nuovo piano è necessaria anche una riduzione della capacità produttiva autorizzata, senza la quale non sarò possibile ridurre l'inquinamento, salvaguardando l'occupazione e decidendo sulla base della valutazione del danno sanitario come richiesto dall'Arpa Puglia".
"Tornando alle risorse da mettere in campo – aggiunge Cogliati Dezza - il ministro Zanonato ha parlato di una cifra di 1,5 miliardi di euro per effettuare gli interventi previsti dalll'AIA e che non ha alcun senso. Non va fatto nessuno sconto all'Ilva. Ricordiamo al ministro, infatti, che nell'autunno scorso l'ex ministro dell'ambiente Corrado Clini aveva parlato di cifre molto più ingenti (almeno 4 miliardi di euro) e più rispondenti al vero. La restante parte rispetto agli 8 miliardi di euro sequestrati andrà utilizzata per bonificare suolo, sottosuolo, falde e aree marine inquinate dalle attività del polo siderurgico, e non è detto che bastino".
"Infine sulla scelta di Bondi come commissario - concludono Francesco Tarantini e Lunetta Franco, rispettivamente presidente di Legambiente Puglia e del circolo di Taranto – temiamo che non garantisca la necessaria discontinuità rispetto al passato anche recente visto che è stato l'ultimo amministratore delegato dell'azienda scelto dalla Famiglia Riva. Siamo sicuri che affidare un incarico così delicato a chi è stato vicino ai Riva sia la scelta giusta? Bondi sarà in grado di garantire l'interesse generale e pubblico dell'Ilva? Chiediamo pertanto di affiancare al neo commissario un comitato per la trasparenza che veda coinvolti l'Arpa, la società civile, gli enti locali con poteri veri".
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