venerdì 20 giugno 2008

Rigassificatore, via libera all'impianto di Trieste

Fonte: IL PICCOLO
Il ministero dell’Ambiente approva il progetto del gruppo spagnolo Gas NaturalTRIESTE Il progetto del gruppo spagnolo Gas Natural per il rigassificatore nell’area ex Esso del porto di Trieste ha ottenuto il via libera dalla Commisssione Via (Valutazione d’impatto ambientale) del ministero dell’Ambiente. Lo ha comunicato ieri Bruno Agricola, della Direzione generale per la salvaguardia ambientale del ministero.
Superato quello che, a detta degli esperti, rappresenta lo scoglio principale, la conclusione dell’intero iter potrebbe ora avvenire nel giro di sette, otto mesi.
I passi successivi, che richiederebbero un tale arco di tempo, sono tre: l’autorizzazione integrata ambientale; la conferenza dei servizi per l’intesa con la Regione; il decreto del ministero delle Attività produttive (subordinato all’ok della conferenza dei servizi) che dà il via libera alla costruzione.
La realizzazione dell’impianto, che avrà una capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas all’anno e richiederà un investimento è di 550 milioni di euro, è vista con favore da gran parte degli ambienti politici ed economici. A cominciare dal sottosegretario all’Ambiente Roberto Menia, che lo ha ribadito di recente, precisando però che si tratta di una decisione che «va presa concordata con i ministeri, la popolazione, le autorità e il Porto».
Il fronte dei favorevoli prosegue con l’assessore regionale all’ambiente Vanni Lenna, anche se il governatore Renzo Tondo ha mostrarto una certa prudenza, e con il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, che un mese fa ha legato la realizzazione del rigassificatore a un accordo industriale che apra nuovi business per la Lucchini-Severstal così da indurre il gruppo siderurgico a chiudere la Ferriera.
«E’ una decisione che riapre una serie di importanti opzioni per la citttà – commenta l’assessore comunale allo Sviluppo economico Paolo Rovis –. La giunta è favorevole alla costruzione dell’impianto purchè ci siano alcune contropartite: la bonifica dell’area; royalties o opere utili alla città; l’ingresso di AcegAps, con una quota significativa, nella società di gestione, faatto che porterebbe benefici sia al Comune sia alla cittadinanza».
Che la costruzione del rigassificatore sia un’opportunità da cogliere è stato ribadito qualche giorno fa anche dal presidente di Assindustria, Corrado Antonini, in un incontro con il presidente della Regione, Tondo. «Non possiamo che salutare con soddisfazione e interesse questo primo passaggio – ha dichiarato a caldo Paolo Battilana, direttore di Assindustria –. Abbiamo più volte ribadito che riteniamo il rigassificatore un’opera utile per il territorio, sia sul piano economico, considerati i minori costi energetici per le aziende e lo sfruttamento della catena del freddo, sia sul piano ambientale, visto l’impegno di Gas Natural per la bonifica dell’area».
Che il rigassificatore sia una priorità per abbattere i costi dell’energia per le imprese la ha detto a chiare lettere anche il presidente del Consorzio energia di Assindustria (nonchè presidente di Wärtsilä Italia) Sergio Razeto, che ha messo in luce, tra l’altro, anche il ritorno occupazionale sia nella fase di realizzazione dell’impianto sia in quella della gestione.
Ad attendersi in qualche modo il via libera del ministero dell’Ambiente (anche se manca ancora il decreto del ministro Prestigiacomo) è il presidente dell’Ente zona industriale, Mauro Azzarita: «A livello governativo l’avevano promesso – osserva – e quindi c’è soddisfazione per una vicenda che va verso una conclusione positiva». Tra i vantaggi della realizzazione dell’impianto Azzarita ricorda in particolare la bonifica dell’area ex Esso, inclusa nel Sito inquinato di interesse nazionale, e l’avvio di una catena industriale del freddo: «Solo un’azienda delle dimensioni di Gas Natural – osserva – dispone delle risorse (40 milioni di euro, ndr) per bonificare quella che forse è l’area pegggiore sul piano dell’inquinamento. Lo sfruttamento del freddo prodotto a costi inferiori rispetto a quelli dell’energia elettrica – aggiunge – oltre a un vantaggio per diverse aziende già operanti, può essere un’attrattiva anche per nuove imprese, non escluse quelle farmaceutiche».
di Giuseppe Palladini

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