domenica 23 agosto 2015

Radioattività estiva


Autorizzazione per rifiuti radioattivi, è bufera a Taranto

Scoppia la polemica sull’autorizzazione data alla Cisa di Massafra per il “confinamento temporaneo” di rifiuti radioattivi anche se nella sua relazione, presentata all'atto della richiesta di Aia, la società massafrese afferma che non ci sono rischi per gli abitanti. Intanto da più parti si levano parole di protesta. L’assessore regionale Liviano, si dice «lontanissimo da questi politici», con chiaro riferimento alla Provincia presieduta da Tamburrano. Anche Sel e Verdi accusano l’amministrazione provinciale. Ed è polemica anche sul presunto conflitto di interessi che riguarda il dirigente della Provincia Dilonardo.
Questi i fatti. La Provincia di Taranto ha rilasciato un'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per una validità di sedici anni alla Cisa spa di Massafra, il cui titolare è l’imprenditore Antonio Albanese, per il «confinamento temporaneo» di materiali radioattivi o che comunque sono stati a contatto con essi, tecnicamente definiti come «mezzi risultati positivi ai rilievi radiometrici». Il provvedimento riguarda anche «lo smantellamento dello scrubber», un depuratore di scarichi gassosi. A fronte di queste concessioni il gestore deve versare una «garanzia finanziaria» di 7 milioni di euro, cifra che sarà “impegnata” fino a due anni dopo la validità del provvedimento. La determina è stata firmata il 6 agosto scorso dal dirigente all’Ambiente, l’ingegner Martino Dilonardo, ma è priva dei «pareri obbligatori non vincolanti» del Comitato tecnico provinciale; e sono «esclusi i provvedimenti in materia di Via, Vas e Aia».
Secondo quanto previsto dal Regolamento per il funzionamento del Comitato, approvato con delibera di Consiglio Provinciale n.49 del 24 giugno 2010, esso «esprime pareri obbligatori non vincolanti sulle istanze di autorizzazione e/o approvazione, ivi compreso la revoca delle autorizzazioni rilasciate, sulle materie delegate ex Legge regionale 30/1986 e confermate con Legge regionale n.17 del 14 giugno 2007». Secondo il legislatore, dunque, il dirigente potrebbe anche autorizzare l’Aia nonostante il parere (consultivo) negativo del Comitato, assumendosi eventualmente le proprie responsabilità in altre sedi, ma obbliga lo stesso a registrare questo giudizio: si tratta di una conditio sine qua non. Parere però che il dirigente non ha incassato perché fino al 6 agosto, quando ha firmato l’atto, il Comitato che lui stesso ha la facoltà di insediare non è stato «costituito».
Dilonardo, quindi, attraverso la determina ha dato il via libera all’Aia per Cisa pur scrivendo: «Considerato che L.R.30/1986, all’art.5 comma 1 delega le Province per l’approvazione ed i progetti e per l’autorizzazione all’esercizio degli impianti di gestione dei rifiuti anche pericolosi, mentre l’art.5 comma 9 dispone che le Province si avvalgono di appositi comitati tecnici nei quali deve essere comunque garantita la presenza di esperti nei settori chimico, ingegneristico, geologico e sanitario, con specifica competenza nella materia dello smaltimento dei rifiuti».
L’attuale dirigente, dunque, ha ritenuto opportuno procedere al rilascio dell’Aia nonostante il mancato parere del Comitato. Si era invece rifiutato di approvare la richiesta il 3 ottobre scorso il suo predecessore, l’architetto Roberto Di Giacinto, poi sostituito appunto con Dilonardo dal presidente della Provincia e sindaco di Massafra Martino Tamburrano (insediatosi in via Anfiteatro il 29 settembre scorso). A ricordarlo è lo stesso Dilonardo nella sua determina riprendendo la relazione del “responsabile del procedimento - Funzionario tecnico”, ingegner Emiliano Morrone, figlio dell’ex dirigente all’Ambiente della Provincia Ignazio (ora in pensione), in quanto ha ritenuto l’istanza «improcedibile per incompetenza della Provincia». Successivamente Cisa ha fornito le sue controdeduzioni all’ufficio competente di Palazzo del Governo, documentazione che ha completato il 6 febbraio scorso quando Dilonardo aveva già preso il posto di Di Giacinto. Il dirigente ha quindi convocato varie conferenze di servizi dove l’Arpa ha richiesto alcune integrazioni e ha dettato una serie di prescrizioni. Cisa, quindi, ha trasmesso le sue controdeduzioni richieste dall’agenzia diretta da Assennato e la Provincia, senza ritenere opportuno di farle verificare ad Arpa stessa che le aveva chieste, le ha ritenute idonee allegandole alla relazione istruttoria.
Nella determina lo stesso dirigente ha rilevato che mancano i provvedimenti in materia di Via, Vas e Aia da parte dei soggetti che compongono la conferenza dei servizi, salvo poi scrivere al punto 5 che «la realizzazione dell’area dedicata al confinamento temporaneo dei mezzi risultati positivi ai rilievi radiometrici non costituisce modifica sostanziale in ambito Via, trattandosi di un presidio ambientale e che l’eventuale smantellamento dello scrubber è soggetto ad istanza di valutazione di modifica sostanziale/non sostanziale in ambito Via».
Secondo quanto scritto da Dilonardo al ventesimo punto della determina, per il provvedimento da lui firmato «è ammesso, entro 60 giorni dalla notifica, ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, ovvero, in alternativa, entro 120 giorni al Presidente della Repubblica». (Quot)

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