giovedì 6 agosto 2015

Con l'Altoforno 1 riparte la polvere, i rischi e il solito circo di rassicurazioni e ricatti

Abbiamo messo in grassetto alcune chicche che ci riportano indietro di almeno dieci anni ai "bei vecchi tempi" della buonanima di Padrone Emilio. Roba "tipo abbiamo tutte le autorizzazioni" "abbiamo completato la totalità degli adeguamenti" oppure, più esilarante di tutte: "quello della sicurezza sul lavoro e' un tema culturale per azienda e lavoratori, sul quale Ilva, da sempre, manifesta grande attenzione". Talmente tanta attenzione che ci sono più morti e feriti che in guerra! Bentornata ferriera. Tutti a testa bassa, zitti e sotto, torniamo a vivere al ritmo della sirena!

Ilva: disco rosso dei custodi giudiziari ma Afo 1 oggi riparte

Oggi e' il giorno della ripartenza dell'altoforno 1 all'Ilva di Taranto. Il riavvio dell'impianto, dopo due anni e mezzo di fermata per i lavori dell'Autorizzazione integrata ambientale, e' previsto nel pomeriggio con la prima colata di ghisa nella nottata.
  L'altola' dei custodi giudiziari del sequestro dell'area a caldo, per i quali la ripartenza dell'altoforno 1 non e' autorizzata, non dovrebbe bloccare le manovre di riaccensione.
  L'Ilva, infatti, conferma il riavvio. E si afferma inoltre che la comunicazione fatta dai custodi giudiziari Barbara Valenzano, Emanuela Laterza e Claudio Lofrumento e' solo informativa nei confronti dell'autorita' giudiziaria - procuratore della Repubblica di Taranto, Franco Sebastio, e gip Patrizia Todisco - e non prescrittiva. I custodi sono stati nominati dallo stesso gip Todisco a luglio 2012 quando tutta l'area a caldo fu sequestrata a causa dell'inquinamento.
  I custodi, nella comunicazione fatta all'autorita' giudiziaria per l'altoforno 1, pongono un problema relativo alla copertura della struttura che ospita l'impianto. La questione deriva dal sopralluogo nell'Ilva fatto dai tecnici di Ispra e Arpa Puglia a fine luglio per accertare la realizzazione delle prescrizioni dell'Aia. In sostanza, dicono i custodi, alcune coperture, fatte con "pannellature in materiale flessibile, se non correttamente riposizionate a seguito della loro apertura, voluta o accidentale, non garantiscono la completa chiusura dell'edificio". Aspetto, questo, che i custodi giudiziari reputano di "particolare criticita' per quelle aperture prospicienti, all'interno dell'edificio, a nastri trasportatori di materiale pulverulento non chiusi". In altri termini, i custodi - sulla base dei rilievi di Ispra e Arpa Puglia - ritengono che le coperture, cosi' come sono state installate, non assicurano il blocco delle emissioni polverose. Quindi, affermano i custodi, "le attivita' di avviamento dell'altoforno 1 non risultano attualmente autorizzate dall'autorita' competente". Sul punto specifico, l'Ilva - rendono noto i custodi traendolo dal verbale ispettivo dell'Aia - ha assicurato che terra' subito sotto controllo le coperture e "verifichera' la possibilita' di rendere le stesse piu' stabili dandone comunicazione ad Ispra ed Arpa Puglia". Mentre per quanto riguarda il fatto che le attivita' di riavvio dell'altoforno 1 non siano autorizzate, fonti Ilva dicono che le autorizzazioni sono state chieste 60 giorni fa ed ottenute in seguito e che gli stessi tecnici di Ispra e Arpa Puglia, nel corso del loro ultimo sopralluogo, preliminare anche alla riaccensione dell'impianto, hanno acquisito i verbali di collaudo.
  E' da aggiungere che martedi' sera, nel corso di un vertice in Prefettura, presenti le istituzioni locali, l'Arpa, lo Spesal dell'Asl, il comando provinciale dei Vigili del fuoco ed altre autorita' di controllo, l'Ilva ha ufficialmente comunicato che la ripartenza dell'altoforno 1 avverra' nel pomeriggio del 6 agosto, nonche' spiegato tutte le fasi tecniche successive. Nella riaccensione, ha comunicato l'azienda, potranno verificarsi anche fenomeni emissivi dal tetto dell'impianto, ma si tratta, per l'Ilva, di aspetti transitori e inevitabili e connessi proprio con la ripartenza.
  "Con il riavvio dell'altoforno 1 e il conseguente riavvio dell'acciaieria 1, la capacita' produttiva dello stabilimento Ilva di Taranto raggiungera' il 60% circa del proprio valore massimo" ribadisce il direttore generale dell'Ilva, Massimo Rosini. In particolare, si arrivera' a "circa 17 mila tonnellate al giorno e 6 milioni di tonnellate su base annua con un impatto positivo occupazionale di circa 3-400 persone".
  Questo e', infatti, il numero degli addetti che torna in produzione con la rimessa in marcia dell'impianto. "L'altoforno 1 - aggiunge Rosini - e' fermo da dicembre 2012 e riparte con la totalita' degli adeguamenti ambientali completati".
  Affrontando poi il tema della sicurezza dell'impianto, il dg Ilva sostiene che "quello della sicurezza sul lavoro e' un tema culturale per azienda e lavoratori, sul quale Ilva, da sempre, manifesta grande attenzione e sul quale si sta seguendo con impegno la strada del miglioramento delle performance". Rosini quindi chiarisce che "il riavvio dell'altoforno 1 sara' effettuato utilizzando una procedura consolidata a livello internazionale, con l'obiettivo di minimizzare gli impatti ambientali e di sicurezza che contraddistinguono l'avvio di un altoforno". "Sul tema della sicurezza - conclude il dg dell'Ilva - l'azienda si e' avvalsa della collaborazione diretta di consulenti tecnici indipendenti, a cominciare dalla societa' multinazionale Paul Wurth, e con la consulenza anche da parte di diversi docenti universitari". (AGI) .

Comunicato stampa Ilva :

Attivate le procedure per il ri-avviamento dell'Altoforno 1

L’impianto riparte con la totalità degli adeguamenti ambientali completati
Questo pomeriggio alle ore 15.00 hanno avuto inizio le procedure per il ri-avviamento dell'Altoforno
1 (AFO1) dello stabilimento ILVA di Taranto.
L’impianto, dopo 10 anni di marcia, era stato fermato lo scorso dicembre del 2012, in ossequio alle
prescrizioni AIA, e oggi riparte con la totalità degli adeguamenti ambientali completati.
Il ri-avviamento di un Altoforno è un processo a bassa frequenza di accadimento, all’incirca ogni
10-20 anni per rifacimenti rilevanti, durante i quali viene svuotato per consentire gli interventi.
Tale procedura consiste nel ripristino del regime termico/chimico interno. Attraverso le tubiere
viene insufflata aria calda (700°C circa) con lo scopo iniziale di riscaldare il crogiolo stesso, per poi
procedere all’innesco del coke e passare successivamente alla fase di attivazione del processo di
riduzione e fusione dei minerali per la produzione della ghisa, terminata la quale l’avviamento
potrà dirsi effettuato.
La riaccensione di un Altoforno è un evento non ordinario, della durata di circa 1 settimana, ed è
definito e normato da una procedura specifica, diversa dalle normali pratiche o procedure
operative di esercizio. La messa in esercizio sarà effettuata utilizzando una procedura consolidata
a livello internazionale, con l'obiettivo di minimizzare gli impatti ambientali e di sicurezza legati agli
inevitabili transitori associati all'avvio di un Altoforno (tra cui ad esempio le fisiologiche emissioni
dalla sommità dell'impianto non presenti durante la marcia normale).
È stata identificata come appropriata la cosiddetta “tecnica della crociera” in quanto permette di
minimizzare l’impatto ambientale e i rischi di sicurezza. Questa procedura, consolidata a livello
internazionale, migliora il trasferimento di calore nel crogiolo a parità di energia fornita,
minimizzando quindi l'impatto ambientale legato all'accensione del coke nel crogiolo. Allo stesso
tempo migliora la sicurezza sul cantiere di lavoro, minimizzando l’esposizione degli operatori al
rischio di emissione gas AFO.
La ripartenza è caratterizzata da alcuni eventi fisiologici al processo, esclusi i quali il rischio residuo è a un livello pari a quello del normale esercizio. Anche per tali ragioni, ILVA si è avvalsa della Paul
Wurth, azienda specializzata nella costruzione e ammodernamento degli Altoforni, per validare la
metodologia di ri-avviamento e condurre un processo di risk analysis e risk mitigation specifico. In
seguito all'analisi, al fine di minimizzare il rischio, ILVA ha individuato contromisure specifiche per la limitazione del rischio definito avviando allo stesso tempo un piano di formazione specifica per il
personale coinvolto.
Con il ri-avviamento di AFO1 e il conseguente riavvio dell'Acciaieria 1, la capacità produttiva dello
stabilimento ILVA di Taranto raggiungerà il 60% circa del proprio valore massimo, arrivando a circa
17 mila tonnellate al giorno e 6 milioni di tonnellate su base annua, con un impatto positivo
occupazionale di oltre 400 persone.

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