Le cozze tarantine pagano lo scotto della psicosi diossina
Quaranta quintali di novellame proveniente da Taranto e diretto in Sardegna bloccato a Civitavecchia. Un’ordinazione di altri 10-15 quintali di frutti di mare tarantini rifiutata dalla Calabria. Altri ordini bloccati dalla grande distribuzione. Sotto scacco una importante produzione che – fa notare la Confcommercio tarantina - ammonta a circa 50mila tonnellate in 24 mesi.
Il rischio di paralisi del mercato ittico è, dunque, l’effetto immediato dell’allarme lanciato l’altro ieri dagli ambientalisti del «Fondo Antidiossina » e di «Peacelink» che hanno parlato di valori di presenza di diossina e «pcb» ben al di sopra della norma neimitili (ostriche, cozze pelose e cozze San Giacomo) prelevati nei fondali del Mar Piccolo. In un’area inderdetta, però, alla pesca ed alla mitilicoltura.
A nulla sono valsi i «distinguo» e le precisazioni degli ambientalisti stessi: le loro analisi riguardano qualcosa che nulla ha a che fare con ciò che, allevato a norma, finisce sulle nostre tavole, vale a dire le cozze certificate degli allevamenti. E a poco sembrano anche essere servite le rassicurazioni fornite dagli addetti al settore, dal Dipartimento di prevenzione dell’Asl all’Arpa, sui controlli finora eff ettuati.
Cozze sicure, dunque, ribadiscono le autorità sanitarie e ribadiscono pure i mitilicoltori. Quanto a ostriche, cozze pelose e cozze San Giacomo, quelle in commercio provengono da Francia, Portogallo, Grecia e dall’Adriatico, sotto scorta fino a destinazione dove vengono analizzate prima di essere commercializzate.
«Il 99% di questi frutti di mare (cozze San Giacomo, pelose ed ostriche) venduti sul mercato di Taranto e provincia ha provenienza non locale perché a Taranto non esiste, aggiungiamo purtroppo, una produzione locale significativa», dicono dalla Confcommercio. Ma, tra tante preoccupazioni, una notizia confortante c’è. «Le cozze San Giacomo, che nascono e crescono solo in acque pulite e che, pertanto, sono un indice di salubrità, stanno rinascendo nel Mar Piccolo. Fauna e flora del Mar Piccolo si stanno ripopolando», dice Cosimo D’Andria (Confcommercio mitilicoltori).
Intanto Regione Puglia ed Ilva avvieranno quanto prima un tavolo tecnico che verifichi, in tempi ragionevoli, la fattibilità del campionamento in continuo delle diossine emesse dallo stabilimento. È questo l’esito di un incontro che il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola ha tenuto con Fabio Riva, vice presidente dell’acciaieria.
Durante l’incontro – informa una nota – si è discusso, tra le altre cose, del campionamento in continuo delle diossine. La Società ha comunicato l’avvio dell’esercizio dell’impianto a carboni attivi che consentirà il raggiungimento del valore di 0.4 (nanogrammi/normal metro cubo) previsto dalla legge regionale. La Società ha garantito che l’Arpa Puglia potrà «in qualsiasi momento e senza alcun preavviso effettuare operazioni di campionamento e monitoraggio della diossina». (GdM)
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