mercoledì 12 gennaio 2011

Cozze... oro "nero"?

Un paio di riflessioni introduttive sulla notizia riportata in questo post:
I molluschi analizzati non sono le cozze che vengono commercializzate (di allevamento) ma si tratta di esemplari cosiddetti "di fondo" (spontanei) che crescono sui fondali pietrosi.
La precisazione è importantissima perchè è ASSOLUTAMENTE necessario prevenire fobie e reazioni paniche che potrebbero gravemente danneggiare uno dei settori superstiti dell'antica economina tarantina legata al mare e alla sua peculiarità geomorfologica.
Va comunque detto che forse un'azione risarcitoria da parte di quei settori che quotidianamente subiscono danno dalla grande industria (allevamento, pesca, mitilicoltura, agricoltura...) andava messa in atto già da diverso tempo in sinergia con la campagna di sensibilizzazione e di analisi che le associazioni ambientaliste vanno attuando. Se non altro per dimostrare che il ricatto occupazionale agisce negativamente non solo sulla salute, ma anche su quella stessa economia urbana che si vorrebbe tutelare stendendo un velo di impunità sulle industrie inquinanti...
Ci voleva molto ad aspettarsi che le analisi compiute fino ad oggi su terreni, formaggi, carne, latte animale, latte materno, sangue umano, sarebbero arrivate ai prodotti ittici? E magari presto ci diranno che anche l'agricoltura ne risente (scoprendo per l'ennesima volta l'acqua calda)?
Il Comitato per Taranto è da sempre stato contrario alle guerre tra "poveri", cioè tra quelli che subiscono, in un modo o nell'altro la pressione negativa delle industrie pesanti. In diverse occasioni i suoi membri, nelle assemblee pubbliche, misero in guardia da allarmismi e giornalismi su base sensazionalistico-emotiva che avrebbero avuto il solo effetto di danneggiare la città. E già da tempo le cozze giravano sotto banco...
Ma purtroppo, come nella consolidata tradizione individualistica tarantina, ogni sparuto gruppo persegue la sua strada con i propri metodi e se molti abbracciano il dialogo e il coordinamento, alcuni preferiscono i "botti"...
Sta poi alla cittadinanza e a chi crede nel diritto di tutti alla propria salute ed al proprio lavoro, rimboccarsi le maniche e incollare ogni volta i cocci...
Buona lettura... cum magno grano salis... e con un tubetto di colla in mano!


Diossina, nuove analisi a Taranto su alimenti di largo consumo
Giovedì 13 gennaio 2011, alle ore 11.45, il Fondo Antidiossina Taranto Onlus e l'Associazione PeaceLink presenteranno i primi dati



Giovedì 13 gennaio 2011, alle ore 11.45, il Fondo Antidiossina Taranto Onlus e l'Associazione Peacelink terranno una prima e brevissima conferenza stampa presso l'Istituto Scolastico Professionale "F.S. Cabrini", sito in Via Dante 119 a Taranto.
Verrà introdotto un argomento che verrà meglio approfondito a distanza di alcuni giorni ed in un successivo appuntamento.
Data l'assoluta delicatezza ed importanza di questo incontro con voi giornalisti,
relativo ad alcuni risultati delle analisi sulle diossine e pcb (dioxine like) effettuate su organismi di largo consumo nella nostra provincia, Vi preghiamo di non mancare e di essere puntuali.
Oltre al sottoscritto, parteciperà il Presidente dell'Assocciazione PeaceLink, prof. Alessandro Marescotti begin_of_the_skype_highlighting end_of_the_skype_highlighting.
Taranto, 12 gennaio 2010, Prof. Fabio Matacchiera (Fondo Antidiossina Taranto Onlus)

1 commento:

Zissou ha detto...

Ecco le notizie come NON vanno date: un conto è analizzare molluschi di fondale (probabilmente non commerciabili), un conto è dire che le cozze allevate a Taranto sono piene di diossina.
(Dall'ansa: "L'allarme riguarda non tutte le coltivazioni, ma solo quelle che avvengono sul fondale dove la diossina si deposita")
D'altronde, un conto è la notizia sensazionalistica, un altro è la SCIENZA.
Così si rischia solo di danneggiare un settore produttivo storico anziché attaccare i PADRONI. Non è la guerra tra poveri che serve a Taranto, ma la Rivoluzione.