Welfare e lavoro, nuove priorità
IN FONDO. Bisogna affrontare la scommessa della modernità e uscire da una nicchia ecologica nella quale i Verdi si sono rinchiusi.
E' un processo difficile quello del nuovo soggetto ecologista in Italia perché la sfida è grande. Si tratta da un lato di far “tornare” gli ecologisti agli anni ottanta, quando la “novità” dell’ecologia portava migliaia di persone in piazza persino per sostenere azioni su tematiche “ostiche all’opinione pubblica” come quella del Buco dell’Ozono. Dall’altro bisogna affrontare la scommessa della modernità e fare il salto per uscire da una “nicchia ecologica” nella quale i Verdi troppo spesso si sono rinchiusi. Il meccanismo di questa nuova dinamica non può essere che quello dei contenuti a partire da temi, vista la congiuntura economica che non è mai stato una priorità per i Verdi: lavoro e welfare. È possibile? Sì, è possibile e anche doveroso, perché l’ecologia deve uscire da una visione “ristretta” e affrontare a 360 gradi tutte le problematiche dell’esistenza, superando la visione ottocentesca dello sviluppo che vede contrapposte le questioni ambientali con quelle sociali.
Un esempio su tutti è quello dell’Ilva di Taranto. Se da un lato è fondamentale salvare migliaia di posti di lavoro, dall’altro è impensabile che ciò costi migliaia di tumori. Eppure la soluzione è a pochi chilometri. Sempre a Taranto c’è il più grande stabilimento di aerogeneratori in Italia che impiega 700 persone. «Solve et coagula» affermava anni fa l’indimenticato Alex Langer che se fosse con noi oggi aggiornerebbe la sua affermazione in «Solve, coagula et diremere». È questa l’equazione che dobbiamo risolvere a tutti i livelli, a partire da quello locale. Il Lazio su questo fronte deve cambiare paradigma e passare dalle grandi opere inutili, come la Roma-Latina, alle piccole opere utili come la messa in sicurezza delle scuole.
Deve invertire la rotta sul fronte dei rifiuti trasformando radicalmente la logica di gestione passando da quella che li vede come dei costi per la collettività, utilizzando discariche e inceneritori, a quella che li intende come risorsa e ricchezza attraverso la Raccolta porta a porta, il Riuso e il Riciclo. Per non parlare delle formidabili opportunità che tutte le rinnovabili possono offrire, in termini di sviluppo ecosostenibile, di diminuzione dell’inquinamento e di aumento dell’occupazione. Roma deve abbandonare un modello fondato sul cemento, sulla mobilità individuale che oltre a ledere sempre di più le condizioni di vita dei cittadini rappresenta anche un freno anche all’economia. Scendere nel concreto e risolvere i problemi utilizzando al meglio il bagaglio di risorse, conoscenze e buone pratiche che i Verdi possiedono aprendo così una nuova stagione politica per l’Italia, per il Lazio e per tutti i cittadini. Questa deve essere la logica con la quale agire, lasciandoci alle spalle una volta per tutte quella di rimanere fermi guardando costantemente allo specchietto retrovisore. (Terra)
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