Referendum su Ilva, un'altra bocciatura
Il Consiglio di Stato: «È inammissibile»
Si chiude, almeno per ora, l’iniziativa lanciata da «Taranto Futura» per la chiusura dello stabilimento siderurgico dell’Ilva a Taranto. La quinta sezione del Consiglio di stato ha rigettato il ricorso, ritenendolo «inammissibile», presentato dal comitato guidato dall’avvocato Nico Russo contro la bocciatura del referendum decisa dal Tar con cui i tarantini avrebbero dovuto decretare o meno la chiusura della fabbrica dell’acciaio. Il ricorrente dovrà pagare anche duemila euro per le spese legali. La decisione del tribunale amministrativo regionale era arrivata nell’ottobre scorso e, di fatto, stoppava il provvedimento con il quale il sindaco Stefàno aveva indetto, a termini di legge, il referendum.
LO STOP - I giudici sospesero l’indizione del referendum perché riscontrarono, nella formulazione dei quesiti referendari da sottoporre ai cittadini per la raccolta delle firme, la presenza di quelle che definirono «relazioni ingannevoli». I promotori, cioè, li accompagnarono affermando che «il governo garantiva la piena occupazione» anche in caso di chiusura dello stabilimento. (CdM)
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