martedì 20 settembre 2011

Finalmente!

Stop ai rifiuti campani nelle discariche tarantine

Stop ai rifiuti campani nelle discariche tarantine BARI — I rifiuti campani che arrivano in Puglia costituiscono una minaccia ambientale. Non corrispondono ai parametri stabiliti dalle norme. Per questo, la Regione invita i cittadini al «controllo sociale» e diffida le quattro discariche pugliesi per rifiuti speciali a non ricevere il pattume che non sia in regola. In caso contrario, annota l’assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, potrebbe configurarsi il reato di «traffico illecito di rifiuti».
La Puglia cambia registro. La disponibilità di un anno fa ad accogliere il pattume napoletano non è revocata. Ma ora la giunta alza la voce per chiedere il rispetto delle norme. «Gli amministratori della Campania – tuona Nicastro – e i responsabili di quel che sta succedendo dovrebbero dimettersi». L’assessore incontra i cronisti e riepiloga gli ultimi eventi. Con lui il collega al Bilancio Michele Pelillo, il direttore dell’Arpa Giorgio Assennato e il responsabile scientifico Massimo Blonda. Proprio da un paio di rilievi eseguiti dall’Arpa è arrivata la conferma che i rifiuti campani non sono in regola.
Per capire il perché conviene riepilogare. A dicembre 2010, Campania e Puglia si accordano per il trasferimento di 50mila tonnellate di pattume «trattato». Ossia: rifiuti solidi urbani tritovagliati e separati (l’umido dalla parte secca) in modo che possano essere smaltiti in discariche per «rifiuti speciali». L’accordo non viene rispettato, la Puglia diffida una delle discariche a non accettare il pattume indifferenziato, visto che la legge ne vieta il trasferimento oltre i confini regionali. La società fa ricorso al Tar e i giudici danno ragione alla Puglia. Il Consiglio di stato, a luglio, sospende la sentenza e fissa la discussione di merito al 6 dicembre 2011. Sempre a luglio arriva un decreto legge del governo (in soccorso della Campania), che tuttavia esige l’accordo tra Regioni prima dei trasferimenti. La norma non dispiace alla Puglia, ma il decreto viene mandato su un binario morto e scade il 31 agosto. Siamo al dunque.
La Regione, a settembre, chiede all’Arpa di eseguire dei sopralluoghi, prima della consegna. Vengono svolti il 12 e il 14 settembre alla discarica Italcave di Statte (Taranto). Il primo giorno (tir di «Ambiente srl» di San Vitaliano) vengono individuati «un materasso ancora incellofanato, gomme e fari per auto, cartucce di toner». Il secondo sopralluogo (tir di «Irpinia recuperi srl») si imbatte in un carico di eco-balle. «Sembrava materiale trattato – dice Nicastro – ma aperte le balle, sono stati rinvenuti sacchetti ancora integri di rifiuti urbani». Significa che l’immondizia non è stata trattata, dunque «non corrisponde al codice Cer 19.12.12» che, se rispettato, consentirebbe lo smaltimento in discariche per rifiuti speciali. Inoltre, annotano i dirigenti dell’Arpa, in entrambi i casi mancava la documentazione che attestasse «l’assenza di furani e diossine» e dunque «escludesse la presenza di rifiuti pericolosi».
In pratica, si trattava di rifiuto tal quale. «La Campania – osserva Nicastro – non può pensare di chiudere in Puglia il proprio ciclo di rifiuti». Tanto più che finora sono arrivati 120mila tonnellate di immondizia napoletana. Ben più di quelli concordati a dicembre scorso. L’assessore all’Ambiente chiama i pugliesi «allo slancio collettivo», ad «un rigurgito di dignità per consentire il primo e più indispensabile dei controlli: quello sociale». «Abbiamo la coscienza a posthttp://www.blogger.com/img/blank.gifo – commenta il tarantino Pelillo – e la nostra disponibilità verso la Campania è manifesta. Tuttavia la zona di Statte è una delle più inquinate dell’area industriale tarantina (per la presenza di Ilva, ndr). Ci siamo dati norme per il contenimento dell’inquinamento atmosferico: non possiamo subire l’arrivo di pattume non in regola».
La Regione non può molto. I controlli competono soprattutto a carabinieri e alla polizia provinciale. Ma, intanto, ha diffidato le 4 discariche pugliesi di rifiuti speciali (Blue a Canosa, Vergine a Fragagnano, Italcave a Statte, Ecolevante a Grottaglie) «non ricevere dalla Campania i rifiuti con codice Cer 19.12.12». Per la Regione non corrispondono alla qualità che ne consentirebbe lo smaltimento. Dall’inizio del 2011, ad Italcave sono arrivati e accettati 92 carichi. Altri 22 sono stati respinti e 13 di questi erano campani. La Regione si prepara a trasmettere le informazioni alla procura antimafia di Lecce (competente per materia e territorio) sul traffico illecito di rifiuti. (CdM)

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“Sui rifiuti la Regione arriva in ritardo, ma nel frattempo la Puglia è diventata la pattumiera d’Italia”

BARI. “E’ quantomeno strano che i componenti della Giunta regionale si rendano conto solo oggi che la più grande discarica d’Europa, l’Italcave, sia ubicata nella zona industriale tarantina, ovvero nei pressi dell’Ilva e della sua grande discarica industriale. Purtroppo la loro presa di coscienza arriva in netto ritardo, visto che per loro stessa ammissione, 180mila tonnellate di rifiuti di ogni specie sono state già riversate nelle discariche pugliesi ed in particolare in quelle ioniche. In dispregio, peraltro, alla disposizione che imponeva alle stesse di accogliere solo rifiuti selezionati e trattati”.
E’ l’opinione di Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia e di Bari, in seguito alla conferenza stampa dell’Assessore Regionale all’Ambiente Nicastro e dell’Assessore al Bilancio, Pelillo, che hanno annunciato una diffida nei confronti delle quattro principali discariche Pugliesi (Vergine, Italcave, Ecolevanhttp://www.blogger.com/img/blank.gifte e Canosa) ad accettare rifiuti provenienti dalla Campania aventi codice 191212.
“Dati forniti da associazioni ambientaliste nazionali – continua Pugliese – hanno chiarito come la Puglia sia ormai sul podio delle regioni con più alto tasso di discariche, specie abusive. Non a caso, negli ultimi anni abbiamo sollecitato più volte la Regione ad evitare che ben dieci regioni, non solo la Campania, trasformassero la Puglia nella pattumiera d’Italia riversando sul nostro territorio tonnellate su tonnellate di rifiuti, a volte di dubbia composizione. Allo stesso modo abbiamo chiesto fino alla nausea di vigilare puntigliosamente sulle lunghe carovane di Tir provenienti da ogni dove. La politica dello struzzo – conclude il Segretario Generale regionale della UIL – non porta da nessuna parte. Così come il barbaro utilizzo delle discariche. Ci auguriamo che si cominci a segnare un cammino che porti a strade alternative, in primis quella del riciclaggio, risolvendo una volta per tutte la problematica dei rifiuti solidi urbani e di quelli tossici e nocivi”. (Giornale di Puglia)

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