lunedì 8 agosto 2011
Stefano, continua a chiudere "due" occhi per l'Eni!!
Taranto, gasolio in mare incidente alla condotta Eni
Lo sversamento da un impianto a 20 metri di profondità ieri in tarda mattinata: subito i centralini dei vigili del fuoco in tilt
I tecnici sono rimasti al lavoro per ore per circoscrivere la macchia. Nuove polemiche sull'inquinamento in città
Carburante in mare e nella rada di Taranto: scatta subito l'allarme. Lo sversamento di prodotto petrolifero è avvenuto nella tarda mattina di ieri da una delle condutture sottomarine utilizzate dalla raffineria Eni. L'incidente è stato segnalato da parte della stessa azienda che ha rilevato il "trasudamento" di uno degli impianti situati a venti metri di profondità. In sostanza si tratta di una perdita dovuta ad un cattivo funzionamento e non ad una vera e propria falla. Fatto sta che il carburante, probabilmente gasolio, è tracimato in acqua.
Dopo la segnalazione da parte di Eni sul posto sono intervenuti gli uomini della capitaneria di porto. Il braccio di mare in cui è affiorata una filmatura oleosa è stata subito circoscritta con dei galleggianti. La prima relazione redatta sull'incidente, parla dello sversamento di una quantità poco significativa di prodotto petrolifero. "Non è neanche il caso di parlare di uno sversamento nel senso proprio del termine" fanno sapere dalla Capitaneria di porto.
L'episodio in ogni caso non è stato assolutamente trascurato. L'intervento per tamponare l'emergenza, infatti, è durato diverse ore ed è stato monitorato dagli uomini della capitaneria di porto e dai tecnici dell'Arpa. In mare sono intervenuti gli uomini della cooperativa sommozzatori e i tecnici della "Ecotaras", la ditta che si occupa del disinquinamento, con la supervisione del personale della stessa Eni.
Gli esperti hanno inquadrato il tratto di mare interessato dall'incidente, localizzato all'altezza delle boe della rada di mar Grande. Ed è lì che sono subito intervenuti in primo luogo per delimitare lo specchio d'acqua interessato. Si è lavorato per ore proprio intorno al campo boe, ancorato ad una profondità adeguata a consentire l'ormeggio delle petroliere dal pescaggio troppo elevato per giungere sino alle banchine del porto industriale sul quale si affaccia la gigantesca raffineria.
L'episodio, ancorché di portata contenuta, rilancia la polemica sulla convivenza tra la città e la imponente zona industriale che si allunga sino a pochi metri dall'abitato. Una polemica che investe il grande impianto Eni che con l'Ilva costituisce buona parte della zona industriale a ridosso del capoluogo ionico. E la rinfocola proprio nei giorni in cui la città è ancora una volta in fermento. Nell'ultima settimana Taranto è stata investita a ripetizione da cattivi odori. Anche ieri i centralini dei vigili del fuoco sono andati letteralmente in tilt per la pioggia di chiamate. Tutte segnalavano una intensa puzza di gas. L'indice accusatore è puntato ovviamente verso ciminiere e torri torce che incombono sulle case dei tarantini. L'emergenza due giorni fa è stata al centro di un summit in prefettura. Allo studio nuove rilevazioni che consentano di individuare la sostanza e quindi la fonte del nauseante tanfo. (Repubblica-Bari)
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