Diossina a Mar Piccolo: «Dall’Arpa un allarme già due anni fa»
Da due anni al Comune era noto che in Mar Grande e Mar Piccolo occorreva tenere sotto controllo la situazione dell'inquinamento. A rivelarlo è il comitato «Taranto futura» in una nota del presidente Nicola Russo in cui si cita una relazione dell'Arpa datata settembre 2009 e in cui si chiede all'Amministrazione civica quali azioni ha intrapreso, chiedendo anche di individuare i responsabili del degrado ambientale.
«Il Dipartimento di prevenzione dell’Asl - ricorda Russo - ha diramato la mappa sulla distribuzione del Pcb (Policlorobifenili) nei sedimenti di Mar Grande e Mar Piccolo elaborata dal Cnr. E allora, ricapitolando: in Mar Piccolo il Pcb si trova in prossimità dell’Arsenale Marina Militare, degli ex Cantieri navali e di una parte di Buffoluto (sotto il ponte Punta Penna). In Mar Grande, invece, i punti critici sono davanti alla base militare di Chiapparo e nei pressi dello stabilimento Ilva ed altre attività industriali. Così dice - ricorda il leader di Taranto futura - il Dipartimento di prevenzione dell’Asl. Ma, se noi andiamo a leggere la relazione dell’Arpa (sui dati ambientali dell’area di Taranto) trasmessa al sindaco di Taranto l'8 settembre del 2009 leggiamo che: «Riassumendo, al 31 gennaio 2008 la situazione dei Policlorobifenili (Pcb) nella città di Taranto risulta la seguente: Ilva detiene oramai solo 11 trasformatori, Enel uno, l'Arsenale della Marina Militare 38».
Stando alla relazione dell’Arpa - spiega Russo - il quadro di riferimento è chiaro se associamo tale situazione all’inquinamento delle cozze nel primo seno del Mar Piccolo. Nella relazione l’Arpa afferma che «la contaminazione delle aree a mare da inquinanti organici (idrocarburi Ipa e Pcb) è significativa; nei sedimenti le eccedenze riscontrate sono frequentemente di diversi ordini di grandezze superiori al relativo valore soglia di riferimento a testimoniare l’importanza dei fenomeno di contaminazione. Sono state osservate eccedenze massime pari ad oltre il 3000 per cento (oltre 30 volte) per rame, zinco e piombo, presenti tra l’altro in gran parte dei campioni analizzati» .
«In considerazione dell’importanza economica e sociale della mitilicoltura nei mari di Taranto, risulta dunque fondamentale - dichiara ancora Russo citando la relazione dell'Arpa - il controllo e monitoraggio continuo di tale categoria di acque, nonché della matrice “biota” (mitili), con il principale obiettivo di mantenere e migliorare la qualità del prodotto attraverso misure che minimizzino le pressioni e gli impianti sulle aree di riferimento».
«Il sindaco - chiede Russo - quando ha ricevuto la relazione dell’Arpa l’8 settembre del 2009 cosa ha fatto? Ha disposto il controllo e monitoraggio continuo del primo e secondo seno del Mar Piccolo? In base al decreto legislativo 209 del 1999, la Regione Puglia aveva adottato un programma per la decontaminazione e lo smaltimento degli apparecchi contenenti Pcb, così come individuati, da realizzare ed attuare entro il 31 dicembre 2005? Va da sé che, se le cozze del primo seno del Mar Piccolo sono risultate ultimamente inquinate da Pcb, evidentemente - si legge ancora nella nota degli ambientalisti - i trasformatori esistenti sul territorio di Taranto (contenenti Pcb) non potevano essere utilizzati in quanto in cattivo stato funzionale, fermo restandola decontaminazione e smaltimento da effettuare sempre entro il 31 dicembre 2005 (in base al decreto del ministero dell’Ambiente dell’11 ottobre 2001). Questi accertamenti di funzionalità sono stati effettuati dal 2001 alla scadenza del 31 dicembre 2005? E se tutto ciò che bisognava fare - conclude Russo - non è stato fatto, vogliamo individuare i responsabili, per permettere poi ai miticoltori tarantini di chiedere il risarcimento di tutto il danno subito, oltre all’accertamento di eventuali ipotesi di reato?» (GdM)
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