Dopo la pepata da guinness dell'anno scorso (positiva) ecco l'arrosto di cozze più velenoso del mondo! Grazie al sindaco e all'AMIU, la metà delle cozze piene di diossine e pcb verranno bruciate nell'inceneritore alle porte della città... e le polveri sottili, come per i defunti indiani nel gange, saranno sparse nell'aria di tutta la provincia, per avvelenare ancora e rinnovare il ciclo della morte.
Grazie e complimenti per l'idea!
Avvisateci quando le cozze andranno al macero, apriremo le finestre, apriremo i polmoni e respireremo l'ultimo saluto all'economia buona e sana della nostra città!
Cozze, il novellame salvo fino a febbraio Poi sarà trasferito in acque più sicure
La comunicazione arriva dal sindaco Stefàno. Ma quelle oltre i tre centimetri saranno smaltite
Le cozze adulte saranno distrutte nel più breve tempo possibile, metà nell’inceneritore dell’Amiu e metà in discarica, e il novellame rimarrà in mar Piccolo almeno fino a febbraio. Quindi non c’e’ fretta di sgomberare i vivai per trasferirli in mar Grande e le nuove aree possono essere valutate con calma e attenzione. È uno dei passaggi più tranquillizzanti dell’incontro del sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, con i mitilicoltori del mar Piccolo. A Palazzo di città il Comune ha fatto il punto sulla situazione determinatasi dall’ordinanza della Asl che a luglio ha vietato la vendita delle cozze del primo seno del mar Piccolo per eccesso di inquinamento da pcb.
LE MISURE - Il sindaco ha elencato le iniziative avviate e il coinvolgimehttp://www.blogger.com/img/blank.gifnto delle altre istituzioni confermando il sostegno economico agli allevatori danneggiati dal fermo vendita e l’intenzione di guardare a un rimedio definitivo. Il sindaco ha garantito il massimo appoggio ai mitilicoltori confermando che le spese per la distruzione delle cozze e per le eventuali azioni legali contro gli inquinatori sarà a carico del Comune che effettuerà nuovi campionamenti autonomamente per dare una conferma ai risultati della Asl. Chiederà alla Regione finanziamenti per i nuovi impianti e, nel frattempo, avanzerà la richiesta per il riconoscimento dello stato di calamità naturale. L’onorevole Ludovico Vico é apparso perplesso perché mancano due presupposti, la quantificazione del danno economico e la fonte dell’inquinamento. Egidio D’Ippolito, rappresentante dei mitilicoltori, ha suggerito di utilizzare i mesi fino a febbraio per regolarizzare gli allevatori ancora privi di autorizzazione e ha auspicato la bonifica. (CdM)
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