Primo passo verso l’Ilva per Mittal e Marcegaglia
La trattativa sull’Ilva con Arcelor Mittal ed il gruppo Marcegaglia, destinato ad avere un ruolo di rilevo in questa operazione, avanza. Ieri al ministero dello Sviluppo economico, per la prima volta, attorno ad un tavolo si sono riuniti i possibili compratori, il ceo di Arcelor Mittal Europe, Aditya Mittal e gli amministratori delegati del gruppo Marcegaglia, Emma e Antonio Marcegaglia, il ministro Federica Guidi, il commissario dei gruppo siderurgico Piero Gnudi ed i consulenti di JP Morgan. In una nota il Mise parla di incontro «approfondito e cordiale». A sua volta il gruppo indiano fa sapere di «restare» interessato «ad una potenziale acquisizione di Ilva e conferma che sta lavorando con il gruppo Marcegaglia - azienda leader nella lavorazione e distribuzione dell’acciaio in Italia - per valutare tali opportunità».Nel giro di tavolo di ieri, il primo con tutti i protagonisti della partita rappresentati ai massimi livelli, in particolare si è discusso delle questioni più delicate legate al sito di Taranto, dalla tempistiche legate al rilascio della nuova autorizzazione integrata ambientale alle questioni legali connesse ai procedimenti giudiziari in corso. Temi complessi che richiedono anche altri approfondimenti che saranno affrontati nel corso di un nuovo incontro previsto a breve, la prossima settimana o quella la successiva. Tra l’altro si starebbe pure ragionando sull’opportunità di trasferire le attività sane in una nuova società e lasciare tutti i contenziosi legali ed i vecchi debiti a carico di una «bad company».
L’obiettivo del commissario Gnudi e del governo è quello di arrivare ad una intesa per il cambio di proprietà entro la fine dell’anno. Sarà la cordata ArcelorMittal-Marcegaglia a spuntarla? Il tandem italo-indiano appare in vantaggio, ma fino a quando non verrà siglato un impegno preciso a rilevare il polo di Taranto continueranno i contatti con tutti i possibili altri compratori. A cominciare dall’altro gigante indiano della siderurgia, il gruppo Jindal, i cui emissari dopo aver già visitato in questi giorni gli stabilimenti di Genova, Novi Ligure, da ieri sono a Taranto prima di spostarsi nel fine settimana a Milano per incontrare sia i vertici dell’Ilva che il commissario Gnudi. Un altro interessamento «molto forte» arriva poi dai paesi arabi e porta il nome di Emirates Steel. Jindal, come ArcelorMittal, già la scorsa estate aveva avanzato un manifestazione di interesse non vincolante e firmato un accordo di riservatezza che le consentiva l’accesso alla data room dell’Ilva. Prima ha avanzato un’offerta economica per acquisire la Lucchini di Piombino ed ora, come hanno confermato gli stessi manager indiani due settimane fa incontrando Matteo Renzi a Firenze, allunga il suo interesse sull’Ilva. Che resta pur sempre il polo siderurgico più importante d’Europa e per questo fa gola a molti. (LaStampa)
Una delegazione del gruppo Jindal nello stabilimento di Taranto
Una delegazione del gruppo indiano Jindal, uno dei maggiori produttori di acciaio al mondo, è stata ricevuta oggi dalla dirigenza dello stabilimento Ilva di Taranto. Si è trattato – a quanto si è saputo – di un incontro preliminare in cui i tecnici del gruppo interessato ad acquisire la gestione dell’Ilva hanno visionato documentazione relativa allo stabilimento e creato tre sottogruppi di lavoro che stanno esaminando rispettivamente la parte Laminazione, la parte Acciaierie e la parte relativa alle aree degli Altiforni.Domani è previsto un sopralluogo all’interno del Siderurgico prima della partenza per Milano, dove i rappresentanti di Jindal raggiungeranno la sede legale dell’azienda.
La delegazione, composta da una decina di esponenti di alto livello del gruppo, ieri aveva preso visione dello stabilimento Ilva di Genova. (GdM)
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