martedì 9 settembre 2014

Ragionamenti

I soloni di Nomisma e le frottole raccontate sull'Ilva

Il Commissario straordinario di Ilva Gnudi, presidente del potentissimo istituto di ricerca Nomisma, fondato dall’emiliano Prodi corregionale di Gnudi, e del revisore dei conti di Nomisma, Galletti, fratello del ministro dell’Ambiente nel Forum Ambrosetti di Cernobbio ha comunicato, da eccellente conoscitore in quanto commercialista, che “ Ilva è un impianto EFFICIENTE e quindi RITENIAMO di poter trovare un acquirente che sia all’altezza“. Ora si conferma nelle parole di Gnudi e, comune alla gran parte della classe dirigente italiana l’inconsistenza di quella che, in economia, è classificata come esternalità negativa.  Brutalmente equivale a dire scarico all’esterno dell’impianto veleni, pur potendoli evitare investendo su tecnologie che potrebbero ridurne l’impatto conservando così l’efficienza ottenuta  con costi di produzione competitivi,  ma spargendo potenzialità di rischio mortale e patologie su chi con la produzione non c’entra nulla e ha solo la sventura di trovarsi a vivere in prossimità ai veleni eruttati.
Sui tempi dell’operazione, che attende almeno l’attuazione delle prescrizioni dell’Autorizzazione integrata ambientale (norma UE del 1996….che con regali fatti dai vari Governi tecnici poi di sinistra e poi di destra), invece, che essere implementate nel 1999 al massimo nel 2004……ce li troviamo ancora oggi…addirittura,  da finanziare e sulle cui inadempienze NOI TUTTI CONTRIBUENTI ITALIANI paghiamo le salatissime multe comminate dalla Corte di Giustizia UE. Inoltre il dottor Gnudi dovrebbe leggere questo studio del Fondo Monetario Italiano sula competitività del sistema industriale italiano…prima di fare osservazioni serie sull’efficienza di Ilva
Sui tempi il dottor Gnudi, Commissario di Governo…, afferma…. tranquillamente che “ non dipende da noi ma anche da altri”. Prestito delle Banche? Cassa Depositi e Prestiti? Deroghe UE sugli aiuti di Stato? Garanzie sottobanco del Governo? Chissà. Per adesso ha ottenuto il dottor Gnudi un “piccolo” prestito per pagare i lavoratori e i fornitori….in buona sostanza ha ottenuto soldi, per comprare tempo. I gruppi interessati, d’italiani ce n’è qualcuno come Arvedi e Marcegaglia… In verità il Commissario Gnudi si aspetta l’intervento del Fondo Strategico della Cassa Depositi e Prestiti, che però a norma di legge può partecipare solo a società che fanno utili…..e quindi tranne deroghe autorizzate….non se ne fa nulla. Ma vuoi vedere  che Renzi critico della operazione della Cassa Depositi e Prestiti, quando è entrata in una società pubblica come Ansado Energia qualche anno fa, diventi all’improvviso “ tollerante in deroga” ? Ma c’è un altro piccolo problema, che fa a pugni con la drammaticità della situazione e con i tempi di intervento. I tre ricorsi al Tar dei Riva : 1) contro la nomina di Bondi e di tutti gli atti che ha  prodotto; 2) contro la nomina di Gnudi; 3) contro le prescrizioni all’Aia e al Piano ambientale. Se uno solo di questi ricorsi è accettato….crolla tutto inesorabilmente!
Sugli acquirenti italiani ed esteri: 1) Mercegaglia: indebitamento per 1,251 mld e liquidità per 31 milioni e margine operativo lordo (MOL) per 241 mln; 2) Arvedi; indebitamento per 735 mln, liquidità per 47 e MOL 151 ; 3) Arcelor Mittal: indebitamento per 16 mld, ma patrimonio netto per 36 mld: liquidità per 4,5 mld e nel 2013 ha un risultato netto di esercizio NEGATIVO per 1,8 mld di euro; 4) Duferco Group ; debiti per 2,5 mld !!! Questa vicenda, ma anche numerosissime altre, DIMOSTRANO che se c’è una emergenza nella giustizia questa è nella RIFORMA della GIURISDIZIONE AMMINISTRATIVA, sia per quanto riguarda i TAR ma soprattutto il CONSIGLIO DI STATO. Se si dovesse spiegare a un osservatore straniero la posizione del Consiglio di Stato rispetto agli art 100, 104 e 111 della Costituzione si rischia di essere classificato per matto!!! Altro che emergenza della giustizia civile! Per scelta ho evitato di fare riferimento alla questione centrale di questa vicenda che è quella sanitaria e dello scandalo costituito da una classe dirigente inadeguata rispetto alla gravità dei problemi rappresentati da un polo industriale cresciuto e sviluppato all’interno di una Città e di un Paese che ha sempre considerato con fastidio la questione ambientale ritenendo i suoi costi, un’esternalità anche quando generavano rischi per la vita. Taranto potrà pensare a un futuro diverso se solo saprà essere coesa e rigorosa nel difendere i propri interessi senza attendere interventi di “Papi stranieri” che possano chiamarsi Governo o Unione Europea. (E. Venosi, Cosmopolismedia)

Nessun commento: