giovedì 11 settembre 2014

Situazione ambientale "non rosea"? Qui interessano solo i verdoni!

Ilva, c’è l’istruttoria per il prestito ponte

Via libera al prestito ponte. L'Ilva ha presentato istanza al Mise per l'attestazione della funzionalità delle condizioni per la concessione di un finanziamento di 250 milioni di euro negoziato con le banche. Da parte sua, il ministero ha avviato l’istruttoria relativamente all’ammontare di 155 milioni di euro, quota del prestito diretta alla continuazione dell’esercizio di impresa. Lo ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, nel corso del Question time di ieri alla Camera. La prededuzione dei finanziamenti era stata inserita nell’ultimo decreto per dare una garanzia alle banche e tutelare il loro credito in caso di eventuale default dell’azienda. I finanziamenti su cui è possibile applicare la prededuzione riguardare sia la parte ambientale su autorizzazione del ministero dell'Ambiente, sia quelli funzionali «alla continuazione dell'esercizio di impresa e alla gestione del relativo patrimonio» con assenso del ministero dello Sviluppo economico. È proprio quanto si sta materializzando dopo che il commissario dell’Ilva, Piero Gnudi, ha chiuso la partita con le banche per l’erogazione del prestito ponte. L’accordo è stato siglato con cinque istituti di credito, fra i quali «Intesa San Paolo» e «Unicredit». L’Ilva avrà 250 milioni in due tranche. È una boccata d’ossigeno per l’azienda che, grazie al finanziamento, domani potrà pagare ai dipendenti sia lo stipendio di agosto che la rata trimestrale in scadenza del premio di risultato. Va ricordato che i 250 milioni sono molto meno di quanto Gnudi aveva chiesto alle banche a metà luglio, ovvero 650 milioni. Ma il colosso siderurgico vive una fase transitoria e deve far fronte alla crisi di liquidità.«Il ricorso alla prededucibilità - spiega la relazione che accompagna il decreto legge - è volto a facilitare la concessione del finanziamento e si giustifica in ragione degli interessi di carattere generale che si intendono perseguire, in particolare il risanamento ambientale e la continuità e valorizzazione dell'impresa. Il raggiungimento di tali obiettivi giustifica la compressione dei diritti particolari dei creditori, la cui possibilità di soddisfacimento è, in ogni caso, rafforzata dalla continuità dell'esercizio di attività d'impresa».

Proseguono, intanto, le trattative legate a un possibile cambio di proprietà. Oltre ad Arcelor Mittal, si sono fatti avanti gli indiani di Jindal e si è parlato anche di un terzo gruppo degli Emirates. Le prime due cordate stanno già accedendo ai dati dell’Ilva attraverso una virtual data room creata appositamente dalla società in modo da farsi un’idea dell’azienda e quindi attrezzarsi di conseguenza qualora fossero intenzionati a compiere il passo successivo: l’offerta di acquisto.

La gestione commissariale ha comunicato nei giorni scorsi che dal punto di vista produttivo c’è stata una ripresa, mentre la situazione degli impianti che devono essere adeguati alle prescrizioni dell’Aia non è rosea. A questo si aggiungono gli ultimi incidenti sul lavoro. Risale a una settimana fa l’infortunio mortale nel reparto Acciaieria 1, uno degli impianti sequestrati dalla magistratura il 26 luglio 2012. Sono tre gli indagati per omicidio colposo in relazione alla morte del 54enne Angelo Iodice, dipendente della ditta d’appalto Global Costruzioni, travolto da un escavatore manovrato da un collega durante operazioni di ripristino dei binari. Un altro incidente si è verificato martedì nella zona della discarica e ha visto coinvolto un lavoratore della ditta Castiglia, caduto da un camion mentre regolava un telone. L’Usb di Taranto parla di «settimana tragica all’Ilva. Non conosciamo le dinamiche che sono oggetto di ricostruzioni degli organi competenti ma una cosa possiamo dirla, oramai - commenta il sindacato di base - è una carneficina o una roulette russa, fate voi». (Giacomo Rizzo - GdM)

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