Ilva. Per 400 milioni, potrebbe restare italiana
Se le cifre e le condizioni dell’offerta di ArcelorMittal ipotizzate dal quotidiano «Taranto Oggi» fossero vere, l’Ilva avrebbe già trovato compratori italiani. Sono queste le reazioni degli imprenditori siderurgici alle indiscrezioni trapelate da una fonte indiana citata dalla testata pugliese. Fonte secondo la quale l’offerta di ArcelorMittal per l’Ilva di Taranto dovrebbe oscillare tra i 400 e i 500 milioni di dollari (tra 315 e 415 milioni di euro), inferiore anche ad una prima valutazione stimata 630 milioni di euro. Tutto ciò, lasciando però a carico ipoteticamente dello Stato tutti i costi di bonifica ed adeguamento Aia, oltre alla garanzia di non essere implicati nei processi in corso.Ipotesi che avrebbero portato molti imprenditori del settore a esclamare che, a quelle condizioni, anche in Italia avrebbero potuto rilevarla.
Facciamo, pertanto, qualche riflessione in merito alla presunta valutazione offerta dal colosso indiano. In primis, il solo capitale sociale dell’Ilva interamente versato ammonta 549.390.270,00 euro. Ciò significa che, se l’offerta indiana avesse quelle reali dimensioni, non basterebbe nemmeno a coprire il capitale sociale dell’azienda, se si pensa anche che le banche hanno deliberato già un prestito da 250 milioni di euro, di cui 125 già erogati. In questo modo, i soldi a disposizione salirebbero a quasi 800 milioni di euro. Secondo fonti vicine all’azienda, inoltre, la sola lista dei clienti di Ilva potrebbe avere un valore superiore ai 300 milioni di euro.
Ipoteticamente, nonostante i rallentamenti produttivi, un valore verosimile per Ilva potrebbe essere stimato in 2,5 miliardi di euro. Secondo le valutazioni effettuate da Siderweb, sarebbe corretto offrire una cifra da 600 milioni di euro nel caso in cui ci si accollassero gli 1,8 miliardi di euro di adeguamento Aia.
Per dare un’ulteriore idea dei valori in campo, basti pensare che 600 milioni di euro sarebbe una cifra verosimile per la costruzione di un impianto di preriduzione che alimenta un forno elettrico da 2 milioni di tonnellate annue. Risulta forse utile, a questo punto, ribadire che la capacità produttiva di Ilva supera i 9 milioni di tonnellate annue, ai quali si devono aggiungere laminatoi, tubifici ecc.
Insomma, ipotesi a parte, se la cifra risultasse concreta, e se da parte delle istituzioni vi fosse il sostegno alle cifre in campo, la partita Ilva potrebbe arricchirsi di ben più di altri quattro giocatori, con gli italiani decisi a non farsi soffiare il maggior sito produttivo nazionale per offerte definite bassissime soprattutto per le condizioni di acquisto proposte.(Siderweb)
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