lunedì 28 febbraio 2011
Razzismo: parliamone!!!
"COLLOQUI SUL RAZZISMO"
"La cosa più grave non è la violenza degli uomini malvagi, ma l'indifferenza degli uomini onesti", (Martin Luther King).
Radio Popolare Salento, associazione "Arcinota", associazione "Babele", associazione "Labuat", c.s.o.a. "Cloro Rosso", coop. "R. Owen" organizzano:
COLLOQUI SUL RAZZISMO
Lunedì 28 Febbraio, ore 18.00 presso la cooperativa "Controra", via Acclavio, 88, Taranto.
Introduzione e saluti: Mino Cavallo (Ed. Radio Popolare Salento);
Relazioni di:
Renato Curcio (Sensibili alle foglie): "Razzismo e indifferenza";
Nicola Valentini (Sensibili alle foglie): "Socio-analisi narrativa di un campo Rom a Roma";
Roberto De Angelis (Università La Sapienza di Roma): “Analisi comparata di storie di Rom in Italia“.
Interventi di:
Piero Fumarola (sociologo - Università del Salento)
Eugenio Imbriani, (antropologo - Università del Salento)
Conclusioni: Francesco Ferri (c.s.o.a. "Cloro Rosso").
L’evento è dedicato alla memoria di Andrea Summa.
Taranto
Cooperativa CONTRORA, via Acclavio 88, Taranto
ore 18.00
ingresso libero
Info. 3287379968
sabato 26 febbraio 2011
Questo è il nostro vergognoso Consiglio Comunale
Da TarantOggi del 25 febbraio 2011
ADESSO NE BASTANO 13: metanodotto, oggi si torni in aula
Se non si trattasse di qualcosa che tocca da vicino ogni singolo cittadino di Taranto, ci sarebbe davvero da ridere di fronte alla sufficienza con la quale il Consiglio Comunale sta affrontando la questione metanodotto. Mentre l’Eni tace sul proprio disegno industriale, nascondendolo di fatto alla città, in aula viene meno il numero legale proprio in coincidenza con la trattazione dell’odg n. 16.
Quest’ultimo, presentato dalla consigliera Filomena Vitale, proponeva al Consiglio la revoca, in autotutela, della delibera 18 dell’ uno marzo 2010, qualora la realizzazione del metanodotto dovesse servire al trasporto di gas metano per l’alimentazione di una centrale a ciclo combinato da 240 MW all’interno della raffineria Eni. L’iniziativa del consigliere era mirata a far prendere una posizione chiara al Consiglio sulla volontà della società quasi di triplicare l’attuale produzione energetica. L’ambiente pagherebbe, ancora una volta, il conto finale.
Sarebbe inevitabile, infatti, un aumento proporzionale delle emissioni di Co2 e di
ossido di carbonio. E’ soprattutto quest’ultimo inquinante a destare preoccupazione in quanto inciderebbe negativamente sulla già precaria salubrità dell’aria ionica. Ebbene, dopo aver discusso del piano Pirp (approvato nell’ultima occasione disponibile per non perdere i finanziamenti) e di altri argomenti poco utili alla soluzione dei gravi problemi ionici (dal riconoscimento delle bande tarantine nell’ambito dei festeggiamenti per l’unità d’Italia al conferimento della cittadinanza onoraria a Mons. Benigno Luigi Papa), è venuto meno il numero legale.
L’assenza della maggioranza dei consiglieri ha costretto il presidente Gina Lupo a sciogliere l’assise. Questa volta, però, rispetto alle altre riunioni del Consiglio Comunale, lo stesso presidente ha predisposto la convocazione immediata per il giorno seguente qualora tutti gli odg non fossero stati affrontanti. E’ per questo che, dunque, nel testo di convocazione dell’appuntamento di ieri, si legge quanto segue: “Ove nel giorno stabilito per la prima convocazione non si raggiunga o venga a mancare in corso di seduta il numero legale, il Consiglio Comunale tornerà a riunirsi in seduta di seconda convocazione il giorno 25/02/2011 con inizio alle 12,30”.
Nessun dubbio quindi: i consiglieri hanno subito la possibilità di rimediare. C’è però un’altra novità: trattandosi di una seconda convocazione, ai sensi del Testo Unico degli enti locali, basterà la presenza di un terzo dei consiglieri per dichiarare valida la seduta ed avviare i lavori. Nel caso del Consiglio Comunale di Taranto, dunque, possono essere anche in tredici a presentarsi in aula oggi e discutere la proposta di Filomena Vitale. Basterebbe il voto di sette consiglieri per dire no ad un progetto che non avrebbe alcuna ricaduta positiva per la città.
giovedì 24 febbraio 2011
AL COMUNE!
In vista del consiglio comunale monotematico sui rifiuti il 07 marzo 2011
I cittadini di Taranto e provincia in mobilitazione, a seguito delle pressioni esercitate durante il consiglio comunale di giovedì 24 febbraio, hanno ottenuto che il Presidente e il Sindaco fissassero per la data del 7 marzo un consiglio monotematico sulla gestione dei rifiuti nella città di Taranto.
Ricordiamo a tutti i cittadini che il Comune di Taranto è il maggior azionista dell'AMIU, proprietaria tra l'altro dell'inceneritore sito tra Statte e Taranto, fermato più volte per sforamento delle emissioni di diossina e privo di Valutazione di Impatto Ambientale. Per questa ragione il Comune è direttamente responsabile della partenza e dell'organizzazione della raccolta differenziata. Facciamo anche presente che in tutte le città in cui ci sono inceneritori la raccolta differenziata stenta a partire e la produzione di rifiuti è generalmente doppia: 2 Kg pro-capite al giorno contro 1 Kg dove la raccolta funziona. A questo si aggiungono le discariche private per rifiuti speciali Italcave (a pochi chilometri dal quartiere Tamburi e Statte) e Vergine alle porte di Lizzano ma in isola amministrativa di Taranto, le quali ricevono rifiuti da tutta Italia.
Invitiamo quindi tutti i cittadini a partecipare all'assemblea di domenica, presso il Comitato di Quartiere di città vecchia, via arco Paisiello G18, ore 17:30 per preparare la partecipazione del 7 marzo al consiglio monotematico.
Cittadini di Taranto e provincia in mobilitazione
mercoledì 23 febbraio 2011
Approvata la legge regionale sul benzo(a)pirene: rassegna stampa
La Puglia, tra le prime regioni ad aver attivato un sistema di monitoraggio d'eccellenza nelle zone a più alto rischio ambientale, si è dotata così di un nuovo strumento per il contenimento dei livelli di benzo(a)pirene. Il disegno di legge prevede un intervento immediato da parte della Regione nelle aree comprese nel territorio della provincia di Taranto in cui viene accertato il superamento del valore medio su base annuale di 1 nanogrammo al metro cubo di benzo(a)pirene. Dalla Puglia arriva così la risposta al decreto legislativo 155/2010, una legge pubblicata in gazzetta ad agosto che ha rimandato al 2013 il raggiungimento dell'obiettivo di un nanogrammo per metrocubo di benzo(a)pirene in aria e che per questo è stata aspramente critica dalle associazioni ambientaliste, tanto da averla chiamata 'salva-Ilvà (in riferimento allo stabilimento di Taranto). Ad inizio febbraio la Commissione Ambiente della Camera ha poi approvato a maggioranza una risoluzione sulla normativa relativa al benzo(a)pirene chiedendo al ministero dell'Ambiente la possibilità di rivedere il decreto legislativo 155/2010. Con la normativa nazionale - avevano lamentato le associazioni ambientaliste - non solo si permette comunque di non rispettare gli adempimenti nel caso in cui la loro attuazione comportasse costi sproporzionati (per agire sulle principali sorgenti di emissione) ma ad oggi e fino al 31 dicembre del 2012 nelle città superiori ai 150mila abitanti non c'è alcun limite. Con il disegno di legge approvato oggi dal Consiglio regionale della Puglia la Regione ha predisposto una norma 'anti-benzo(a)pirenè che prevede un intervento immediato, da attuare nel più breve tempo possibile in caso di superamento del limite di 1 nanogrammo al metro cubo, facendo espresso riferimento al pericolo di un danno grave per la salute dei tarantini e degli abitanti della provincia. Alla Regione spetterà il compito di adottare le misure necessarie ad intervenire sulle principali sorgenti di emissione che abbiano influenza sulle aree in questione, inserendole in appositi piani di risanamento.
Dal ministero. Definire un nuovo protocollo integrativo per un sistema di campionamento continuo delle diossine nelle emissioni dell'impianto Ilva di Taranto. Questo l'obiettivo al centro dell'incontro che si è svolto oggi al ministero dell'Ambiente, dove si è riunito il tavolo tecnico che nel febbraio del 2009 ha integrato l'Accordo di programma Area industriale di Taranto e Statte. Un accordo quello del 19 febbraio di due anni fa che si concluso «positivamente con la sperimentazione e la successiva realizzazione, da parte di Ilva, di impiantii innovativi che hanno consentito, in poco più di un anno, di ridurre drasticamente le emissioni di diossine dall'acciaieria di Taranto». Alla riunione di oggi hanno partecipato rappresentanti dei ministeri dell'Ambiente, della Salute, e dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), della regione Puglia, dell'Arpa Puglia e dell'Ilva. Si è concordato così - spiega una nota del ministero di via Cristoforo Colombo - di procedere ad una preliminare ricognizione tecnica sulla base della quale formulare una proposta da sottoporre alle parti firmatarie dell'accordo. I partecipanti hanno, poi, espresso «viva soddisfazione» per la possibilità di avviare, «in tempi brevi, la sperimentazione di una nuova tecnica» da cui sono attesi «miglioramenti delle conoscenze e degli strumenti di tutela della salute e dell'ambiente». (il Nuovo Quotidiano di Puglia)
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Il 22 febbraio 2011, il Consiglio Regionale della Puglia ha approvato all’unanimità il disegno di legge, proposto dalla Giunta Regionale su iniziativa dell’Assessore alla Qualità dell’Ambiente, Lorenzo Nicastro, finalizzato ad assicurare alla popolazione pugliese più elevati livelli di tutela della salute e della salubrità dell’ambiente, attraverso azioni di contenimento dei valori di concentrazione in aria ambiente del benzo(a)pirene, pericoloso inquinante, appartenente alla famiglia degli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), altamente nocivo per la salute umana. La legge stabilisce che nel territorio regionale in cui viene rilevato il superamento del valore medio annuo di concentrazione di tale inquinante ed in “presenza di un pericolo di danno grave per la salute”, la Regione adotta tutte le misure necessarie ad intervenire sulle principali sorgenti emissive, in modo da contrastare efficacemente i fenomeni di inquinamento sanitario ed ambientale prodotti da tal inquinante. In tali aree il raggiungimento del valore obiettivo di un nanogrammo al metro cubo deve essere raggiunto nel più breve tempo possibile. In tal senso la legge regionale esprime un forte indirizzo all’azione di governo sul territorio, ritenendo doveroso attuare interventi volti a salvaguardare concretamente la salute della popolazione esposta, senza dover attendere il termine del 31 dicembre 2012, previsto dal legislatore nazionale. L’assessore Nicastro, nell’esprimere “grande soddisfazione” per il risultato ottenuto, evidenzia che “tale iniziativa si pone in continuità con i provvedimenti sinora adottati dalla Giunta regionale per le aree ed i territori maggiormente compromessi, come l’area di Taranto, nella quale da mesi è in corso il monitoraggio diagnostico in continuo sul benzo(a)pirene”. “L’iniziativa - riferisce Nicastro - conferma sempre più il ruolo di avanguardia della nostra Regione nella tutela, in concreto, della salute umana e della salubrità dell’ambiente. L’ auspicio è che anche il governo ed il parlamento nazionali vogliano rivedere la propria posizione, ripristinando termini più cogenti per il rispetto dei valori di legge”. “Voglio cogliere l’occasione - prosegue l’assessore - per ringraziare i consiglieri tutti che, con grande senso di responsabilità e di amore per la Puglia, hanno partecipato attivamente ai lavori delle commissioni consiliari, offrendo il proprio contributo per il miglioramento del testo di legge e per la realizzazione di questo importante risultato. Ringrazio anche i dirigenti del Servizio Ecologia e dell’Ufficio Inquinamento e Grandi Impianti, nonché i funzionari dell’Assessorato all’Ambiente, che con professionalità e dedizione hanno lavorato al nostro fianco per rendere possibile tutto questo”. (PressRegione)
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Legambiente: "Un importante segnale politico da replicare a livello nazionale"Si tratta di un importante segnale politico, in controtendenza rispetto a quanto avvenne in occasione dell'approvazione della legge antidiossina che vide l'opposizione astenersi in consiglio regionale". E' questo il commento di Legambiente in occasione della votazione all'unanimità della legge regionale sulle emissioni di benzo(a)pirene in atmosfera, in una nota congiunta a firma di Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale dell'associazione, Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, e Lunetta Franco, presidente del circolo di Taranto.
"Si tratta di una legge che ancora non definisce nel dettaglio i tempi entro cui far rientrare le concentrazioni di questo pericoloso cancerogeno entro il limite di un nanogrammo per metro cubo, ma ci auguriamo che la condivisione tra maggioranza e opposizione in Consiglio regionale possa essere replicata anche a livello nazionale in Parlamento, per obbligare il ministero dell'Ambiente a rivedere l'impianto del decreto legislativo 155 del 2010 nelle sue parti più pericolose che di fatto aiutano l'Ilva a ritardare gli interventi sui suoi impianti, esautorando la Regione dei suoi poteri.” (Legambiente)
AIA Ilva, gli scheletri nell'armadio secondo Legambiente
“Il parere del ministero è un grave passo indietro”
“Il Parere del ministero dell’Ambiente è un grave passo indietro. Ma è frutto del lavoro della Commissione Ippc o della Commissione Ilva?”. È questo è il commento sarcastico di Legambiente che stamattina ha partecipato a Roma alla Conferenza dei Servizi per il rilascio dell’AIA all’ILVA di Taranto, presentando le proprie “Osservazioni” sul ”Parere Istruttorio Conclusivo della domanda di AIA presentata da ILVA Spa – Stabilimento di Taranto”, redatto dalla Commissione IPPC, illustrate da Leo Corvace del direttivo del circolo tarantino.
“Il Parere della Commissione - dichiarano Lunetta Franco, presidente del circolo di Taranto, e Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia - è nettamente peggiorativo rispetto a quello precedente dell’ottobre 2009, presentato e poi ritirato in seguito alle osservazioni dell’ILVA, degli Enti Locali, dell’ARPA e delle associazioni ambientaliste. In esso vengono accolte molte delle richieste formulate da ILVA e quasi nessuna delle nostre. In qualche caso la Commissione Ippc riesce ad essere più realista del Re”.
Solo per fare un esempio per le emissioni di polveri dai vecchi camini degli altoforni che l’ILVA dichiara variabili da un minimo di 17,7 mg/m3 a 30,3 mg/m3, mentre il limite consentito nel Parere è di 40 mg/m3. Lo stesso vale per le emissioni di polveri dai nuovi camini degli altoforni per i quali l’ILVA dichiara un valore atteso di 10 mg/m3, mentre nel Parere il limite consentito è di 20 mg/m3 (15 mg il limite previsto nel precedente Parere, peraltro già superiore al valore atteso di ILVA).
Per Legambiente non è accettabile che la Commissione Ippc rilevi, senza nulla controbattere, dichiarazioni contraddittorie da parte della stessa ILVA per esempio in merito alle emissioni di IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) che sono stimate in 1 tonnellata per anno nella documentazione presentata e in 25 tonnellate nelle dichiarazioni al registro europeo INES.
È intollerabile anche che un atto importante come l’AIA che ha valore di “legge” per gli autorizzati contenga prescrizioni di assoluta indeterminatezza sia relativamente ai processi produttivi, sia alle conseguenti emissioni, la cui valutazione viene spesso lasciata all’ILVA stessa. Non è accettabile che per molte delle emissioni inquinanti si continui a parlare di diminuzioni in termini percentuali senza dire da quale valore assoluto si parte e a quale si intende arrivare.
La preoccupazione aumenta considerando che l’ILVA nelle sue Osservazioni al Parere Istruttorio Conclusivo, presentate lo scorso 4 febbraio, chiede ulteriori alleggerimenti delle prescrizioni ed è lecito temere, visti i precedenti, che le sue richieste trovino accoglienza.
“In Conferenza di Servizi - dichiara Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente - abbiamo chiesto con forza che vengano accolte in tempi brevissimi le nostre osservazioni su alcuni dei processi produttivi più critici dell’impianto siderurgico e sull’indispensabile riduzione delle emissioni inquinanti che deve essere tangibile, misurabile e controllabile da Enti terzi come l’ARPA e l’ISPRA. La mancanza dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, un atto che avrebbe dovuto essere compiuto nell’ ottobre 2007, sta di fatto consentendo all’ILVA di continuare ad operare senza quegli interventi indispensabili per abbattere in maniera significativa l’enorme carico inquinante che l’impianto siderurgico riversa sulla città di Taranto e sui suoi cittadini con inevitabili conseguenze sulla salute. E questo non è più davvero tollerabile”
Parco lento... ancora attese...
Il Presidente del Gruppo consiliare Sel, Michele Losappio ha diffuso la seguente nota:
“È stata approvata in Commissione con il voto favorevole del centrosinistra e l’astensione del centrodestra la revisione della legge istitutiva del Parco della Terra delle Gravine.
Si è concluso così il lungo percorso concertativo che ha impegnato in questi ultimi due anni tre Assessori della Giunta Vendola per affrontare e risolvere le contraddizioni insite in un articolo della legge.
Oggi il Parco ha ricevuto un rinnovato consenso di 12 dei 14 Comuni interessati e della Provincia di Taranto e si presenta nelle condizioni di poter funzionare anche grazie ad un ulteriore revisione del perimetro ed alla modifica di alcune norme di tutela.
Nell’occasione, su emendamento dell’Assessore Barbanente e del Consigliere Ventricelli (Sel), si è sanata – nonostante il voto contrario del centrodestra e di singoli consiglieri della maggioranza - la ferita determinatasi in legge di bilancio con il ripristino del divieto per l’attività venatoria, così come indicano per tutte le aree protette le leggi nazionali e regionali.
Sel esprime dunque la sua soddisfazione, ringrazia l’Assessore Barbanente, auspica che la legge arrivi al Consiglio già nella prossima seduta del 1 marzo così come chiesto dai Comuni e dalle associazioni di categoria e riconferma il proprio impegno a votarla e a vararla”
giovedì 17 febbraio 2011
Benzoapirene in Regione: una voce di dentro
In merito alla votazione che si è tenuta giorno 16 Febbraio u.s. in V Commissione Ambiente del Consiglio Regione Puglia riguardo il ddl “Misure urgenti in merito al contenimento dei livelli di benzo(a)pirene nell’area di Taranto”il sottoscritto motiva la propria astensione dal voto sulle modifiche alla legge in quanto cambiata rispetto al testo originale nella narrativa dell’articolo 3.
In paticolare, al comma 2, il testo ora recita che occorrerebbe “l’accertamento del pericolo per la salute” quando invece il sottoscritto ha dichiarato che: “ non occorre alcuna dimostrazione o accertamento che il benzo(a)pirene lede alla salute laddove vi sia uno sforamento di 1 nanogrammo di Benzoapirene; gli effetti lesivi per la salute pubblica sono acclarati e riconosciuti già dall’Organizzazione Mondiale della Sanità .
L’aggiunta delle parole “presenza di un accertato pericolo di danno” rispetto a quanto riferito nel testo originario pongono un accento dubitativo, ed anche se sembra non stravolgano in sé la narrativa del testo inducono, in caso di effettivi sforamenti, a porre l’accento sul fatto che “occorra l’accertamento” cioè la dimostrazione dell’effettiva pericolosità per la salute. In questi termini il vero spirito della legge risulta tradito in quanto deve essere rigorosamente inteso a tutela dei cittadini tutti senza lasciare scappatoie giuridiche per chi la legge la deve rispettare.
Il tentativo di blitz sulla legge mediante l’inserimento degli emendamenti è stato effettuato dal consigliere della Pdl Arnaldo Sala, ma ciò non esclude che vi sia anche qualche compiacenza di frange della sinistra che adotta atteggiamenti fin troppo accomodanti su queste tematiche.
Dr. Patrizio Mazza
mercoledì 16 febbraio 2011
Visite...
Lo hanno fotografato gli uomini della capitaneria di Taranto impegnati nei controlli contro la pesca abusiva. L'esemplare di “squalo elefante” (Cetorhinus maximus) è stato avvistato sabato pomeriggio nella rada del porto di Taranto. Il nome, oltre che per le dimensioni, deriva dal fatto che gli esemplari giovani presentano il muso molto allungato, simile a una proboscide. Lo squalo avvistato nelle nostre acque era un giovane esemplare di circa cinque metri che in età adulta può raggiunge i 9-10 metri di lunghezza e arrivare a pesare più di quattro tonnelate. Inconfondibile per la sua grande mole, è di colore grigio, più scuro sul dorso e con il ventre più chiaro, lungo muso conico, con bocca enorme e mascelle munite di numerosi piccoli denti; la prima pinna dorsale è alta e triangolare, la seconda pinna dorsale è molto piccola e arretrata. Questo grande squalo si nutre di plancton e nuota appena al di sotto della superficie dell’acqua tenendo la bocca spalancata, compiendo anche lunghe migrazioni stagionali alla ricerca di nutrimento verso acque più fredde in primavera e d'estate. (La Repubblica Bari)
domenica 13 febbraio 2011
Se non ora, quando?
In Italia la maggioranza delle donne lavora fuori o dentro casa, crea ricchezza, cerca un lavoro (e una su due non ci riesce), studia, si sacrifica per affermarsi nella professione che si è scelta, si prende cura delle relazioni affettive e familiari, occupandosi di figli, mariti, genitori anziani.
Tante sono impegnate nella vita pubblica, in tutti i partiti, nei sindacati, nelle imprese, nelle associazioni e nel volontariato allo scopo di rendere più civile, più ricca e accogliente la società in cui vivono. Hanno considerazione e rispetto di sé, della libertà e della dignità femminile ottenute con il contributo di tante generazioni di donne che – va ricordato nel 150esimo dell’unità d’Italia – hanno costruito la nazione democratica.
Questa ricca e varia esperienza di vita è cancellata dalla ripetuta, indecente, ostentata rappresentazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, offerta da giornali, televisioni, pubblicità. E ciò non è più tollerabile.
Una cultura diffusa propone alle giovani generazioni di raggiungere mete scintillanti e facili guadagni offrendo bellezza e intelligenza al potente di turno, disposto a sua volta a scambiarle con risorse e ruoli pubblici.
Questa mentalità e i comportamenti che ne derivano stanno inquinando la convivenza sociale e l’immagine in cui dovrebbe rispecchiarsi la coscienza civile, etica e religiosa della nazione.
Così, senza quasi rendercene conto, abbiamo superato la soglia della decenza.
Il modello di relazione tra donne e uomini, ostentato da una delle massime cariche dello Stato, incide profondamente negli stili di vita e nella cultura nazionale, legittimando comportamenti lesivi della dignità delle donne e delle istituzioni.
Chi vuole continuare a tacere, sostenere, giustificare, ridurre a vicende private il presente stato di cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità, anche di fronte alla comunità internazionale.
Noi chiediamo a tutte le donne, senza alcuna distinzione, di difendere il valore della loro, della nostra dignità e diciamo agli uomini: se non ora, quando? è il tempo di dimostrare amicizia verso le donne.
L’APPUNTAMENTO E’ PER IL 13 FEBBRAIO IN OGNI CITTA’ ITALIANA
ACQUA: ASSEMBLEA PROVINCIALE TARANTO
Ordine del Giorno:
* Campagna “L’Acqua fa scuola”: studenti per l’acqua.
* Mobilitazione per la ripubblicizzazione dell’Acquedotto pugliese.
* Campagna referendaria: organizzazione e manifestazione nazionale del 26 marzo a Roma.
* Autofinanziamento per la campagna referendaria.
E’ importantissima la partecipazione di tutti: partecipa e invita a partecipare!
...il cambiamento dipende da ognuno di noi!!!
mercoledì 9 febbraio 2011
Problemi sanitari da inquinamento industriale a Taranto
Un quotidiano locale ha pubblicato stralci di una relazione presentata da rappresentanti dell'Istituto Superiore di Sanità il 26 ottobre 2010 nell'audizione alla Commissione Ambiente della Camera dei Deputati. Secondo il resoconto giornalistico, in tale realazione si ritiene sovrastimata la pericolosità del benzo(a)pirene sugli esseri umani. Lasciamo ad altri consessi l'analisi e il commento del documento integrale che al momento non risulta disponibile per i comuni mortali e che non ha la veste di "giudizio dell'ISS, oltre che disinteressato, pressocchè insindacabile".
Di segno opposto, rispetto al contenuto ed al rassicurante titolo del succitato articolo, è la dichiarazione della Dr.ssa Liliana La Sala - ancora oggi Direttore della Sicurezza ambientale e Prevenzione primaria della Direzione Generale Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute. La dichiarazione è riportata nel verbale del tavolo tecnico del 16 e 17 febbraio 2009, istituito all'interno della vertenza tra il Governo centrale e la Regione Puglia sulla legge regionale antidiossina del 2008. In quel verbale si legge: "Rileva (Ndr: la dr.ssa Liliana La Sala) che la situazione relativa alla contaminazione ambientale nell'aria di Taranto desta notevoli preoccupazioni per i suoi risvolti sanitari".
Indipendentemente da tentativi più o meno interessati che cercano di sminuire la pericolosità del BaP, quello che invece è rilevante è quello che ha stabilito in proposito l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo organismo, di indiscussa autorevolezza planetaria, nel 2008 ha considerato il BaP "sicuramente cancerogeno" di classe 1 mentre, prima degli approfondimenti fatti a livello mondiale, era stato considerato come "probabilmente cancerogeno", cioè di classe 2A.
Non possiamo non sottolineare la casuale ma singolare coincidenza tra la pubblicazione di quell'articolo, avvenuta ora e non il 27 ottobre 2010, e la programmata audizione di mercoledì 9 febbraio presso la Commissione ambiente regionale di Enti ed organismi interessati al Disegno di Legge della Giunta regionale n. 20 del 26 ottobre 2010 e alla Proposta di legge dei Consiglieri Cervellera e Ventricelli, proposte che vertono entrambe su norme a tutela della salute e dell'ambiente messi in pericolo dall'inquinamento di origine industriale. Abbastanza singolare, inoltre, ma indicativo dell'orientamento di coloro che sono ritenuti tra i maggiori responsabili di tale inquinamento, è il fatto che, in Consiglio Regionale, massima espressione democratica della Puglia, a sostenere la contrarietà aziendale nei confronti di queste proposte di legge sia stato non il massimo rappresentante dell'azienda ma un insigne avvocato forestiero che, forse influenzato da quanto accade a Milano e dintorni, attribuisce la gran parte dell'inquinamento nell'atmosfera di Taranto ai caminetti famigliari dei cittadini. Di fronte a tali lepidezze, i consiglieri tarantini presenti in Commissione ambiente avranno almeno sorriso?
I cittadini di Taranto devono invece sapere che una importante partita sulla riduzione dell'inquinamento industriale a Taranto si sta giocando, proprio in questi giorni, a Roma, Bari e Taranto sull'Autorizzazione Integrata Ambientale che ormai deve essere concessa o negata allo stabilimento di Taranto. E' una partita che dura dall'agosto 2007 e che ha abbondantemente superato i tempi supplementari. In questa partita gioca anche AltaMarea, che ha ereditato e continuato l'azione intrapresa, in qualità di "pubblico interessato", da cittadini ed associazioni di volontariato sanitario, ecologistico, sociale e civico della provincia di Taranto. Noi ce la metteremo tutta in difesa della salute e dell'ambiente dei nostri concittadini e valuteremo il comportamento di Regione, Provincia e Comuni di Taranto e Statte che dovrebbero anch'essi giocare all'attacco per far prevalere i diritti sacrosanti dei cittadini che essi rappresentano.
Taranto 9 febbraio 2011
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Altamarea
Coordinamento cittadini e associazioni
Acqua santa in faccia ai...
Salta il tavolo. Amati:«Sferrato un pugno in faccia alle istituzioni e ai cittadini pugliesi, agiremo d'autorità»
«Con la sua decisione, l’Ilva ha sferrato un pugno in faccia alle istituzioni e ai cittadini pugliesi. A questo punto ognuno andrà per la sua strada e la Regione Puglia assumerà tutte le iniziative autoritative, nel senso che governerà la vicenda con tutti i poteri che la legge le conferisce, non sprecandone nemmeno uno, visto che la decisione dell’Ilva non tiene conto del dovere di custodia della terra e di tutela del territorio che noi difendiamo». Questo il commento dell’assessore regionale alle Opere pubbliche e Protezione civile Fabiano Amati, a seguito della decisione assunta dall’Ilva di non negoziare più sulla possibilità di utilizzare l’acqua proveniente dall’impianto di affinamento Gennarini Bellavista di Taranto, risparmiando così i 250 litri al secondo che l’Ilva preleva dal Sinni ed utilizza per scopi industriali.
Il secco no da parte di Ilva è giunto nel corso della quarta riunione tecnica sull’argomento convocata dall’assessore Amati e alla quale hanno partecipato l’assessore ai Lavori pubblici della Provincia di Taranto Costanzo Carrieri, l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Taranto Alfredo Spalluto, il Direttore generale di Aqp Massimiliano bianco, il Segretario generale dell’Autorità di bacino della Puglia Antonio di Santo, il Dirigente dell’Ilva di Taranto Girolamo Archinà e dirigenti della Regione Puglia. La riunione di questa mattina seguiva un primo incontro tecnico relativo all’avvio dell’impianto, che si è svolto il 17 novembre 2010, una seconda riunione, svoltasi il 17 gennaio scorso, tra il presidente Nichi Vendola, l’assessore Fabiano Amati e il vice presidente dell’Ilva Fabio Riva, convocata per discutere dell’utilizzo dell’acqua del Sinni per le necessità industriali ed un terzo, svoltosi il 24 gennaio scorso. Dalle tre riunioni era emerso che il completamento e la messa in funzione dell’impianto di affinamento di Taranto Gennarini Bellavista avrebbe permesso di risparmiare i 250 litri al secondo di acqua destinata all’uso potabile, che l’Ilva preleva dal Sinni per le proprie attività, ed alimentare così la Diga Pappadai.
L’Ilva avrebbe potuto compensare il mancato prelievo dell’acqua dal Sinni utilizzando il quantitativo necessario dall’impianto di super affinamento Gennarini Bellavista, che sarebbe stato gestito da Acquedotto Pugliese. Sulla questione l’Ilva aveva dato la sua disponibilità all’approfondimento della questione ed in particolare, nel corso della scorsa riunione, si era convenuto sulla necessità di un confronto tecnico bilaterale tra Ilva e Acquedotto Pugliese destinato a verificare i costi di gestione dell’impianto per quantificare l’eventuale contributo che l’Ilva avrebbe dovuto versare in cambio dei 250 litri al secondo che proverrebbero dall’impianto di affinamento. (Corriere del Mezzogiorno)
martedì 8 febbraio 2011
L'arrivo dei rifiuti dalla Campania all'Italcave: "a nostra insaputa". Florido scrive a Vendola
fonte: Adnkronos
Sui rifiuti campani smaltiti nella discarica Italcave vicino Taranto, il presidente della Provincia di Taranto, Gianni Florido, vuole vederci chiaro e cosi' ha scritto al presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, e all'assessore all'Ambiente, Lorenzo Nicastro, una lettera. ''Sono stato appena informato dalla nostra Polizia Provinciale - scrive Florido - che presso la discarica Italcave di Taranto, a nostra insaputa, sarebbero in via di conferimento rifiuti provenienti dalla Campania. In particolare, si tratta di quei rifiuti il cui smaltimento doveva essere disciplinato dall'accordo siglato tra la Regione Puglia e la Regione Campania. Tale conferimento sta infatti avvenendo senza tenere conto delle procedure concordate, di fatto annullando ogni trasparente e condivisa possibilita' di controllo". "Vi prego pertanto di farmi conoscere per le vie brevi quale atteggiamento vorrete assumere nei confronti della Regione Campania. Per quanto e' nelle nostre possibilita', continueremo a vigilare, anche se i semplici controlli stradali, diversamente da quelli codificati con l'accordo, non garantiscono quelle tutele che la popolazione giustamente reclama a gran voce'', conclude Florido.
lunedì 7 febbraio 2011
Qualità dell'aria, lo Stato è latitante
In primis il Benzo(a)pirene, di cui si è trattato ampiamente questa settimana. A inizio settimana si è riunita la VIII Commissione Ambiente della Camera dei Deputati per decidere se modificare l'attuale normativa sul Benzo(a)pirene o meno. È stato deciso che la Camera si impegnerà a chiedere al ministero dell'Ambiente l'obbligo di revisionare il Dlgs 155/2010, per valutare se modificarlo o meno, in poche parole non è stata presa, ancora questa volta, alcuna decisione seria in merito a questo importante tema. Per lo stesso giorno è stata organizzata alla Camera dei deputati la «Commissione Bicamerale per l'Infanzia», dove l'associazione Peacelink, uno dei promotori di questa protesta, insieme alle Associazioni di medici pediatri, hanno presentato il dossier «Le minacce del B(a)P sulla salute dei bambini».
Nel dossier sono stati evidenziati gli effetti sanitari certi che si manifestano con l'esposizione a tali inquinanti soprattutto sui bambini e sui feti. Ormai su questi effetti gravissimi c'è un ampia letteratura scientifica.
È noto il potere cancerogeno, genotossico e neurotossico del B(a)p e degli altri Idrocarburi policiclici aromatici (Ipa), capaci di modificare il Dna trasmesso dai genitori ai bambini, e procurando anche neoplasie infantili. Lo Iarc (l'Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) infatti ha inserito il B(a)p nel gruppo 1, quello di massima pericolosità, in quanto gli è stato riscontrato una evidente cancerogenicità per l'uomo e anche durante la gestazione del feto, periodo in cui il Dna è 10 volte più vulnerabile.
La situazione attuale a Taranto, e soprattutto nel quartiere Tamburi, situato nella zona nord della città a ridosso dello stabilimento siderurgico dell'Ilva, sta peggiorando. La concentrazione a ottobre scorso era già due volte superiore al limite di 1 nanogrammo/metro cubo (ng/m3), e ormai è certo che il 99% dell'inquinante presente nel quartiere proviene dai camini della cokeria dello stabilimento, come ha dichiarato l'Arpa Puglia nella relazione del giugno 2010. Il periodo da gennaio a ottobre 2010 è stato caratterizzato da una media di 2 ng/m3 con un picco di 4,05 ng/m3 nel mese di aprile. Non dimenticando che oltre al B(a)p sono stati riscontrati alte percentuali di altri inquinanti tossici, quali gli altri Ipa, l'amianto, il berillio, i metalli pesanti, ecc.
Una situazione simile è presente anche a Trieste, per la presenza dell'impianto siderurgico, la Ferriera di Servola, nel quartiere di Servola, dove si sono registrati valori medi di B(a)p pari a 9,8 ng/m3 nel solo periodo gennaio-luglio 2010, con un picco a maggio di 53,4 ng/m3.
Purtroppo alla Bicamerale di martedì, alla presenza dei rappresentanti delle associazioni di medici, pediatri e semplici cittadini sia di Taranto sia di Trieste, sono intervenuti all'assemblea solo sei tra deputati e senatori e solo due rappresentanti della maggioranza di Governo che hanno lasciato l'incontro prima della fine della seduta.
Questo disinteresse da parte del Governo verso questa grave situazione non fa sperare in un cambiamento immediato dell'attuale normativa 155/2010, approvata il 13 agosto scorso per recepire la direttiva europea 2008/50/CE relativa alla «Qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa», svincolando le aziende inquinanti dall'obbligo di abbattere le emissioni in eccesso, spostando al 31 dicembre 2012 il limite del B(a)p a 1 ng/m3 anche per le aree urbane con più di 150.000 abitanti.
Un decreto che in realtà è stato approvato proprio per salvare le sorti dell'Ilva, la più grande acciaieria d'Europa. Dal primo gennaio 2013 le concentrazioni di B(a)p dovranno essere portate al di sotto della soglia di 1 ng/m3, con tecniche però «che non comportano costi spropositati», non ponendo quindi un obbligo effettivo alla riduzione a 1 ng/m3.
A oggi non ci sono studi epidemiologici su Taranto che possano dimostrare lo stretto legame tra esposizione ad elevate concentrazioni di B(a)p e altri inquinanti tossici, e il diretto incremento di alcune malattie. Sarebbe importantissimo istituire degli studi medico-scientifici che possano documentare tutto questo. Le associazioni di medici e pediatri assicurano che l'allarme nel quartiere Tamburi di Taranto per un aumento dei tumori è reale.
Il Ministero dell'Ambiente dovrebbe essere in prima linea per far sì che venga fatta chiarezza sullo stato dell'ambiente a Taranto, e che venga al più presto approvata un'indagine epidemiologica per accertarsi della diretta corrispondenza tra neoplasie e B(a)p.
Il ministero dell'Ambiente dovrebbe ripristinare al più presto il ruolo strategico dell'Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per obbligare gli industriali ad adottare impianti con le migliori tecniche disponibili (Bat), come impone la direttiva europea Ippc (Integrated pollution prevision and control) sulla prevenzione e il controllo integrato dell'inquinamento industriale, recepito in Italia con il Dlgs 59/2005 per tutelare tutte le città italiane in cui è presente un industria con un elevato impatto sull'ambiente e sullo stato della salute dei cittadini.
Dovrebbero essere stanziati dei fondi cospicui per effettuare tutti gli studi possibili e monitorare le situazioni di emergenza per la questione B(a)p come Taranto e Trieste, un altro punto caldo per quanto riguarda le elevate percentuali di B(a)p, e fronteggiare con dati alla mano questa questione ambientale e sanitaria.
L'atteggiamento superficiale attuale del ministero dell'Ambiente e del Governo, evidenzia come ci sia più attenzione nel tutelare gli interessi economici degli industriali, che la salute dei cittadini e soprattutto dei bambini. Nei casi in cui entra in gioco lo stato di salute dei cittadini le forze politiche non dovrebbero fare il solito gioco politico delle parti ma dovrebbero lavorare in estrema cooperazione e garantire il diritto alla salute e alla vita dei lavoratori e di tutti gli altri cittadini.
Per questo diritto il Fondo antidiossina di Taranto ha organizzato una marcia di protesta per richiamare l'attenzione sui problemi causati dall'inquinamento e per tutelare la salute dei bambini del rione Tamburi, costretti a vivere a pochi metri dai camini dell'area industriale.
L'organizzazione vuole ricorrere alla Corte europea dei diritti dell'uomo affinché venga tutelata la salute dei cittadini. Il presidente della Onlus, Fabio Matacchiera, ha affermato che «solo per aver un'idea, nello stabilimento Ilva, la più grande acciaieria d'Europa, coesistono oltre 200 camini, a cui si devono aggiungere altre decine di fumaioli presenti nelle altre industrie limitrofe. Tutto questo sta causando un costante pericolo per la salute pubblica ed una condizione di vita molto disagiata, sia dal punto di vista sanitario che ambientale. La manifestazione ha lo scopo di obbligare lo Stato italiano e le istituzioni pubbliche ad adottare tutte le misure idonee alla tutela dei diritti fondamentali di tutti gli abitanti di Taranto e in particolare di quelli del rione Tamburi».
Il prossimo 9 febbraio è stata organizzata dalla Giunta regionale pugliese la valutazione conclusiva, da parte della V Commissione consiliare sul testo del disegno di legge n. 20/2010 «Misure urgenti per il contenimento dei livelli di concentrazione del B(a)p nel'area di Taranto», per assicurare degli adeguati interventi urgenti da adottare per anticipare la scadenza stabilita dall'ultimo Dlgs 155. L'assessore all'Ambiente della regione Puglia ha dichiarato che i monitoraggi diagnostici da parte dell'Arpa Puglia continuano al fine di poter individuare in modo preciso le principali fonti di emissione responsabili e di approfondire i rapporti tra le condizioni meteo climatiche e la ricaduta al suolo degli inquinanti, così da poter definire lo scenario emissivo nel piano di risanamento della qualità dell'aria di Taranto.
MAL’ARIA DI CITTÀ 2011
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sabato 5 febbraio 2011
All'Ilva?tutto va ben, Madama La Marchesa
Tutto va ben Madama La Marchesa! rispondevano non proprio placidamente i servitori Battista, Martin, Jean,Giuseppe alla Madama La Marchesa che preoccupata chiedeva loro che c'era di nuovo e cosa avrebbe dovuto trovarsi al castel al suo ritorno....
Dietro quel "tutto va ben" si celavano tante sorprese: la morte del suo bel cavallino - l'incendio della sua scuderia che provocò la morte del cavallo.... e così via.... Insomma non andava bene niente!
E' questo il testo di una vecchia canzone francese scritta da Paul Misraki che è entrata nel linguaggio comune, ma che è stata oramai acquisita soprattutto da politici, amministratori pubblici, industriali...che ogni giorno ci raggirano con le loro belle parole....
Ma davanti a noi, appare chiaro ed evidente il disastro che si cela dietro a questi fiumi di parole: dai fiumi ai fumi e sono quelli dell'Ilva che ci avvertono ogni giorno che niente va bene!
Ed allora tutti quegli onorevoli che ad agosto hanno permesso che il decreto sul benzo(a)pirene , meglio conosciuto come "Salva Ilva" venisse approvato lunedì dalla commissione ambiente - dovrebbero vergognarsi. Stanno permettendo attraverso un decreto che di fatto, rimuove la norma che a partire del 1999 proibiva il superamento di un nanogrammo a metro cubo - che le grandi industrie, prime fra tutte l'Ilva possa compromettere maggiormente il territorio tarantino con le emissioni del potente cancerogeno.
I signor Onorevoli sono tutti complici delle sofferenze che procureranno a questa città e alla sua gente!: ma a parte ciò, come direbbero loro,tutto va ben, va tutto ben.
Tutto va ben, Madama la Marchesa va la proponiamo nella versione italiana. Buon Ascolto!
venerdì 4 febbraio 2011
Da Taranto a Trieste, uniti contro i veleni
Due quartieri uniti dalla stessa minaccia. Due città che combattono un nemico invisibile. Ma spietato. Taranto e Trieste sono tornate ieri a urlare il loro indignato no al cosiddetto decreto Salva Ilva, la risoluzione sulla normativa relativa al benzo(a)pirene approvata lunedì dalla commissione ambiente che, di fatto, rimuove la norma che a partire del 1999 proibiva il superamento di un nanogrammo a metro cubo.
Il governo, inoltre, con un decreto, ha prorogato al 2013 le norme a tutela della salute dei abitanti delle città con più di 150mila abitanti. In un dossier, presentato anche in commissione infanzia, l’associazione Peacelink è tornata a denunciare la pericolosità del benzo(a)pirene, «potente cancerogeno – si legge nel dossier – che viene veicolato nei polmoni dalle polveri sottili e che è originato dalle combustioni delle indusrie e delle auto. Si tratta – continua il dossier – di una sostanza genotossica: può modificare il Dna trasmesso dai genitori ai figli». Sotto accusa le emissioni delle cokerie dell’Ilva di Taranto, che avvelena il quartiere Tamburi, e della Ferriera Lucchini Severstal nel quartiere Servola a Trieste.
Secondo la relazione dell’Arpa Puglia dello scorso 4 giugno, «le emissioni in aria di Ipa e BaP sono attribuibili in modo preponderante, per più di un ordine di grandezza, allo stabilimento siderurgico Ilva e, in particolare alla cokeria». Non meno grave la situazione a Trieste, dove il valore medio registrato tra gennaio e luglio 2010 è di 9,8 nanogrammi per metro cubo di aria. Valori altissimi ma che, con la nuova norma, non sono fuori legge. Quella del governo è stata «una scelta irresponsabile», hanno dichiarato Elisabetta Zamparutti, deputata Radicale, e Alessandro Bratti, deputato del PD, co-promotori della risoluzione per il ripristino della normativa precedente sul benzo(a)pirene.
Fonte: Terra
giovedì 3 febbraio 2011
A Genova non si butta via niente, tanto meno la Rumenta, a Taranto si butta.... a Munnezza
questa la citazione dall'Ode della rumenta di Nicolò Bacigalupo (1838-1904) poeta genovese, frase di presentazione di un interessante ed eco-sostenibile progetto museale che sarà presto visitabile a Genova.
A Venezia sarebbe delle "scoasse", da Cagliari a Carbonia verrebbe chiamato "de s'aliga", a Taranto invece diventerebbe de "a Munnezza" - è il Museo della Rumenta, il Museo per educare al riciclo del capoluogo ligure - che ha come slogan: "Qui non si butta via niente!"
L'idea è venuta all'architetto Renzo Piano, ed è stata poi recepita dal sindaco Marta Vincenzi in occasione del Festival della Scienza 2011 che si terrà tra giugno e novembre. L'intento - si legge nel progetto - è di concepire a Genova un “museo dei rifiuti”, capace di allargarsi coinvolgendo
altre città e altri “luoghi” nelle sue attività e nelle sue produzione (di mostre, riflessioni,
ricerche).
Il Museo si comporrà di quattro sezioni: un laboratorio che illustrerà la storia dei rifiuti; la seconda sarà sede espositiva di opere d'arte realizzate dai rifiuti. La terza sezione invece sarà tutta dedicata al riciclo! Nell'ultima sezione verrà dato spazio all'educazione ambientale.
Il progetto lo potrete trovare qui.
Dovrebbero visitarlo tutti i sindaci dei comuni pugliesi (ad eccezione di Monteparano - il primo comune riciclone di tutta la Regione) e magari esportarlo qui in Puglia.
Un convegno a Bari sulla strategia dei rifiuti zero
Ci piacerebbe anche conoscere l'opinione del presidente della Provincia di Bari Schittulli, che si è anch'egli distinto per iniziative poco (- anzi per niente) eco-sostenibili in tema di gestione dei rifiuti. Ricordiamo il suo intervento pro-inceneritore:
Nella Provincia di Taranto, di inceneritori ne abbiamo due - uno privato ed un altro pubblico.
Uno sito tra Taranto e Statte e l'altro vicino a Massafra - del gruppo Marcegaglia (dove accanto ad un inceneritore e alla discarica ci sono degli agrumeti - molto probabilmente arrivano nelle nostre case col marchio IGT: il marchio che qualifica gli agrumi prodotti in determinati territori, appunto il territorio della monnezza!).
Ma noi a Taranto, non ci facciamo mancare mai nulla: con una Percentuale di raccolta differenziata pari all' 8,576 % - contro un 65% di raccolta differenziata che dovremmo raggiungere entro il 2012! - abbiamo più di 70 discariche sparse qua e là per tutto il territorio provinciale.... più di tre discariche di rifiuti speciali... e ci fermiamo qui per non tediarvi, ma l'elenco degli eco-mostri presenti in tutta la provincia è lungo!
Allora sarebbe bene montare la protesta là a Bari questo sabato, per far sentire ai baresi e a tutti i presenti - Nicastro e Schitulli compresi - la nostra rabbia e le ragioni di un vasto movimento che ha portato tanti cittadini della Provincia a mobilitarsi davanti alle discariche.
E' necessario dunque rafforzare quell'unità che si è venuta a creare tra gli abitanti di Lizzano, Statte, Grottaglie, Fragagnano,Taranto, Carosino, Sava per opporsi ad una insana politica di gestione di rifiuti. Un ciclo dei rifiuti che qui in Puglia è fortemente esposto a rischi di “intromissione criminale" - come ha oltrettutto denunciato il Presidente della Regione Puglia Nichi Vendola.
Allora la speranza è che almeno un tarantino (magari uno studente... chissà!) possa presentarsi sabato a Bari per denunciare una situazione divenuta oramai intollerabile.
Si presenta comunque il convegno molto interessante soprattutto per la presenza di alcuni dei esperti italiani nel riciclo. Quindi vale assolutamente la pena andare a Bari!
L'appuntamento è:
presso la sala del Consiglio Provincia di Bari ( Via N. Sauro,29 - Bari) per il giorno 05/02/2011 a partire dalle ore 9.30 alle 17.00.
Il Programma:
Francesco Schittulli
Presidente della Provincia di Bari
Lorenzo Nicastro
Assessore alla Qualità dell' Ambiente - Regione Puglia
Orazio Schiavone
Presidente Gruppo consiliare IDV Regione Puglia
Sebastiano De Feudis
Coordinatore Regionale IDV Puglia
Paolo Brutti
Resp.le Naz.le IDV Ambiente, Territorio e Infrastrutture
Alessio Ciacci
Ass.re all’Ambiente Comune di Capannori (Lu)
- Rifiuti zero da utopia a realtà
Luca Fioretti
Presidente naz.le ass. Comuni Virtuosi
- Verso Rifiuti Zero. Verso la piena sostenibilità. Senza se e senza ma!
Raphael Rossi
Esper - Torino
- Verso rifiuti zero: dalla Raccolta Differenziata spinta alla prevenzione. Esperienze nazionali ed europee
Enzo Favoino
Scuola Agraria del Parco di Monza
- Le strategie complessive per la minimizzazione del ricorso allo smaltimento e la centralità del recupero della sostanza organica
Roberto Cavallo
Coop. ERICA - Alba (Cuneo)
- Progettare la prevenzione dei rifiuti per una corretta gestione integrata dei rifiuti urbani.
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ore 13.00 - Pausa
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ore 14.00 Ripresa lavori
Dibattito
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Coordina e modera
Lucio Lugli
mercoledì 2 febbraio 2011
Chi ha bocciato il rigassificatore?
Bocciato il rigassificatore: quando la voce dei cittadini arriva fino a Roma!
Per prevenire o ridimensionare la passerella di amministratori e politici che rivendicheranno l'impresa, il Comitato Contro il Rigassificatore di Taranto sottolinea con fermezza e consapevolezza di tutto l'iter che la definitiva rinuncia da parte del governo nazionale alla costruzione del rigassificatore a Taranto non è stato frutto spontaneo della capacità tecnica comunale, regionale o ministeriale che avrebbe accertato la rischiosità di collocare un impianto del genere vicino alla nostra città. Questo successo dimostra che avevamo ragione! La commissione ha infatti recepito le nostre tesi ed osservazioni bocciando quelle di coloro che, a vario titolo, sostenevano il contrario.
Lo schieramento politico trasversale che sosteneva il progetto, di cui si ricordano i "campioni" tra i nomi di Pierluigi Bersani e Raffaele Fitto, e che comprendeva perfino la dirigenza di un'associazione ambientalista di rilievo nazionale, ha incoscientemente ignorato tutte le obiezioni fondate sul'evidenza che il comitato contro il rigassificatore porgeva. In ambito locale i politici avevano persino tentato di contrapporre i comitati di Taranto e Brindisi, sperando nella lotta tra cittadinanza, per la candidatura ad ospitare l'impianto altamente pericoloso. Ma senza alcun risultato, essendo ormai la coscienza della gente matura e consapevole che le promesse di posti di lavoro effimeri e di degrado sicuro di sicurezza e ambiente non valgono più ad accettare altri mostri, da nessuna parte!
E' stata l'impossibilità ad utilizzare ulteriormente la pazienza dei tarantini che ha impedito questo regalo avvelenato, e ciò è stato dovuto alla giustezza di un metodo: quello di creare un vasto comitato di cittadini, associazioni, sindacati, confederazioni, ordini, gruppi di interesse che, senza sponsorizzazioni partitiche nè figure interne carismatiche, si informasse su tutti i rischi e li comunicasse al resto della cittadinanza, confrontandosi poi anche con le istituzioni.
E' stato un compito inizialmente molto duro, ma il successo ottenuto, anche se oggi meno evidente rispetto ad altre campagne, è esclusivo vanto dell'unità e della forza dei tarantini e, per il futuro, sostiene ciascuno a continuare l'impegno con altri cittadini nei tanti compiti di salvaguardia dell'ambiente e della salute su cui la città si va organizzando.
Per divulgare le nostre ragioni è stato importante il contributo della stampa, che cogliamo l'occasione per ringraziare ancora.