venerdì 9 marzo 2012

Parlatevi!!!

Ilva, il ministro chiede notizie. Le risposte di Procura e Arpa
Il ministro Corrado Clini chiede lumi sulle emissioni Ilva, Procura e Arpa rispondono.

Il sostituto procuratore Mariano Buccoliero e il direttore generale dell’Agenzia regionale per la prevenzione e la protezione dell’ambiente hanno utilizzato la manciata di ore a loro disposizione tra la richiesta (datata 7 marzo) e la discussione in aula (prevista per ieri, 8 marzo, e poi saltata all’ultimo minuto) per mettere il ministro Clini nelle condizioni di rispondere ad una interrogazione parlamentare bipartisan (le firme sono di Bratti, Pecorella, Vico, Franceschini e Mariani) volta a sapere cosa il ministro dell’Ambiente intende fare a seguito dei primi esiti dell’inchiesta per disastro ambientale che vede indagati cinque dirigenti dell’Ilva.
Il dottor Buccoliero ha ricordato al ministro che è in corso un incidente probatorio, già snodatosi attraverso il deposito di due perizie (la prima chimica, la seconda medico-epidemiologica), con l’ultima udienza fissata per il 30 marzo. Il magistrato ha d’altronde ricordato al ministro che era stato proprio il procuratore Franco Sebastio, nella lettera anticipata dalla Gazzetta lo scorso 3 marzo, a sollecitare le istituzioni ad intervenire per tutelare la salute dei cittadini tarantini alla luce degli esiti della perizia disposta dal gip Patrizia Todisco.
«Questa Procura - scriveva Sebastio - ha da tempo avviato una complessa indagine nei confronti dei responsabili dell’impianto siderurgico di proprietà della Ilva spa, in relazione a gravissime ipotesi di reato (disastro doloso, avvelenamento di terreni e sostanze alimentari, danneggiamento aggravato, violazioni alla normativa in materia di inquinamento atmosferico, eccetera) in danno alla comunità. Nel corso di tale indagine, è stato ammesso dal gip di questo tribunale un importante incidente probatorio ed è stata disposta una consulenza tecnica multidisciplinare allo scopo di verificare la sussistenza degli elementi oggettivi dei reati di cui sopra e di valutare, in tal caso, gli effetti negativi sulla salute degli operai che lavorano nello stabilimento e delle popolazioni che vivono nei vicini centri abitati. Dal contenuto della relazione tecnica già depositata si desumono elementi conoscitivi tali da destare particolare allarme. Gli elementi fin qui accertati possono e debbono essere valutati dagli enti diretti destinatari di questa comunicazione, i quali sono titolari di specifici “poteri-doveri” di intervento in materia di tutela dell’ambiente e, soprattutto, di tutela della salute ed incolumità delle persone, da esercitare senza ritardi. Con ciò faccio riferimento sia alla normativa vigente che non mi sembra certo il caso di riepilogare in questa sede, evitando toni didascalici nei confronti di organi della pubblica amministrazione e di esperti e di elevato livello, sia alla stessa Carta Costituzionale, la quale, fra i vari diritti tutelati, pone in giusta evidenza il diritto alla salute e quindi alla vita, unico di tali diritti che, oltre ad essere assoluto e valido erga omnes, non tollera alcun contemperamento».
Di diverso tenore, invece, la lettera di Assennato che ha colto l’occasione, malgrado il brevissimo tempo avuto a disposizione, per valutare i dati contenuti nella consulenza chimica depositata al gip Patrizia Todisco.
«Le misure effettuate dai periti corrispondono a quelle rilevate da Arpa Puglia. Più specificamente per quanto riguarda l'impianto di agglomerazione, le misure dei periti confermano i dati di Arpa Puglia ed evidenziano il netto miglioramento del quadro emissivo delle diossine, verificatosi negli ultimi anni a seguito della legge regionale 44 del 2008».
Secondo Assennato, «le misure nell’aria urbana adiacente all’aria industriale di diossine misurate dai periti sono inferiori a quelle rilevate da Arpa Puglia» ma permane, per quanto riguarda proprio le diossine, «una criticità relativa alle emissioni diffuse. Le misure effettuate in cokeria di idrocarburi policiclici aromatici e di benzoapirene mostrano valori inferiori a quelli recentemente osservati da Arpa Puglia in una indagine effettuata in collaborazione con la Asl di Taranto. I valori misurati di benzoapirene nell’aria urbana adiacente alla zona industriale mostrano valori inferiori a quelli rilevati nel corso degli ultimi anni da Arpa Puglia». Alla fine, il direttore generale dell’Arpa, sottolinea «le criticità del Pm10 nell’area urbana adiacente all’Ilva, data l’assenza di interventi significativi sul parco minerale». (Mazza - GdM)

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