venerdì 30 marzo 2012

Come e perché si crea una guerra civile?

Facile!!! Ecco le 10 regole valide da sempre:

1. Prendere un gruppo e spaventarlo a morte
2. Additare a dei presunti responsabili delle loro paure e generare odio verso di loro
3. Inventare degli slogan per contrapporli a loro e far circolare messaggi, volantini, lettere
4. Regalare ugiorni lavorativi e mezzi per fare casino
5. Confidare nel sensazionalismo sbrigativo da guerra tra fazioni su cui si basa l'informazione
6. Sfruttare la scia delle polemiche/discussioni
7. Alimentare i dissidi attraverso un gruppo di fedelissimi, infiltrati per fomentare le fazioni
8. Dispensare premialità evidenti a chi lotta di più
9. Evitare che le parti possano dialogare tra loro
10.Prendere atto con distacco di tutto ciò che accade


A che serve una presunta guerra civile?
Ovvio, ad indebolire le resistenze locali, seminare il panico diffuso e gestire il potere di pressione su opinione pubblica, informazione, amministratori, ecc... a tutti i livelli.
Quanto costerebbe?
Mooooolto meno di qualsiasi intervento di risarcimento, mitigazione, bonifica o adeguamento...
Ma siamo assolutamente sicuri che queste sono solo teorie che NULLA c'entrano con le notizie che leggiamo qui sotto.
Buona lettura!


Un operaio dell’Ilva risponde all’ambientalista Matacchiera
Alessandro Mancarella, operaio Ilva da dieci anni, replica a Fabio Matacchiera del Fondo antidiossina.
Egregio signor Matacchiera, innanzitutto mi permetta di dirLe che noi operai, non abbiamo «assediato» la città per un sit-in di protesta. La nostra è stata una manifestazione pacifica ed estremamente civile. Inoltre leggendo il suo intervento non ho gradito la parte in cui lei scrive «.... come tanti soldati», quasi a far intendere, ma è una mia impressione, che qualcuno ci avesse ordinato di «assediare la città». Non è così. Per quella che è la mia cultura, il mio modo di fare, sono portato a rispettare le posizioni altrui che per fortuna possono non essere condivise. Leggendo ancora il suo intervento, apprezzo il fatto che l'associazionismo sia dalla parte nostra (degli operai e comunque di tutte le dipendenze dello stabilimento) anche se in tutta franchezza mi guardo intorno e vedo il nulla. Anzi, più giorni passano, più ho l'impressione di avere una città contro... ma sono sempre mie impressioni.
Continuando a leggere apprezzo anche il fatto che le associazioni siano preoccupate per la nostra preoccupazione (scusi il gioco di parole) di perdere il lavoro e allo stesso tempo non vedere immediate soluzioni. Lei scrive che, qualora dovessero esserci gravi ripercussioni sui livelli occupazionali, con lo stesso spirito che ha animato la lotta all'inquinamento, voi sarete al nostro fianco per aiutarci a vivere... chiedendo però l'aiuto del Governo che in altre situazioni si è fatto carico di problemi molto gravi. Riporto le sue parole: «Una dignitosa sussistenza». Questa è un'affermazione che mi ha profondamente offeso come uomo e come lavoratore. Da 10 anni faccio un lavoro molto faticoso, passo un terzo della giornata, qualche volta anche metà, in piedi a ripristinare parti o «pezzi» che servono al perfetto funzionamento degli impianti e non perchè qualcuno mi punti una pistola in testa o mi frusti, ma semplicemente perchè è la mia mansione che da seduti non si può fare.
E' il lavoro che faccio a darmi dignità, a darmi una meravigliosa famiglia e una casa. Io difendo il mio lavoro non chi mi paga: questo cerchi di tenerlo sempre a mente. Personalmente non accetterò mai l'elemosina. Preferisco 1000 volte, qualora dovessi perdere il mio lavoro, andare la mattina e la sera ai semafori a vendere i giornali locali e per arrotondare sarei anche disposto a lavare i vetri delle auto in sosta. Poi, qualora dovessi continuare a trovarmi in difficoltà, non pagare il mutuo per esempio, beh... ho imparato il mestiere di meccanico non venendo da una scuola tecnica. Posso imparare a fare altro. Le cose che ho da dirle sono ancora tante ma preferisco soprassedere. (GdM)



Taranto, 7mila operai sit-in piazza al fianco dell'Ilva
Più di settemila lavoratori dell’Ilva hanno tenuto un sit-in dinanzi al Municipio di Taranto in concomitanza con l’incidente probatorio, in corso nel Palazzo di giustizia, legato all’inchiesta sull'inquinamento a carico di cinque dirigenti dello stabilimento siderurgico, accusati di disastro colposo e doloso. La manifestazione, è scritto in un volantino firmato 'Lavoratori Ilva (pensiero libero)', è stata organizzata «per difendere il posto di lavoro contro le strumentalizzazioni fatte sulla nostra pelle e per un futuro ecosostenibile».
Gli operai si sono prima radunati davanti alla portineria A dello stabilimento e poi hanno raggiunto il Municipio a bordo di autobus. Il timore degli operai è che gli esiti delle perizie, che hanno rivelato gravi rischi per la salute, mettano in pericolo i posti di lavoro. In Tribunale, intanto, i consulenti nominati dal gip Patrizia Todisco stanno illustrando gli esiti della perizia medico-epidemiologica disposta per accertare l’eventuale nesso di causalità tra inquinamento, morti e malattie. I lavoratori dell’Ilva hanno deciso di modificare la sede della manifestazione (inizialmente prevista dinanzi al Palazzo di giustizia) dopo un incontro con il questore di Taranto, Enzo Mangini.
E mentre 7mila lavoratori dell’Ilva sfilavano in corteo sotto la Prefettura e il Municipio di Taranto, alcune decine di studenti e ambientalisti hanno manifestato, in un’altra zona della città, nei pressi del Tribunale di Taranto, dove è in corso l’incidente probatorio nel quale i periti nominati dal gip Patrizia Todisco stanno illustrando gli esiti della consulenza medico-epidemiologica disposta per accertare l’eventuale nesso di causalità tra inquinamento prodotto dallo stabilimento siderurgico, morti e malattie. Sono stati esibiti disegni di ciminiere con la scritta 'Ogni giorno sulle nostre teste' e striscioni con le frasi 'Basta veleni, basta tumore, lottiamo per una Taranto migliorè e 'Di giorno il fumo scompare, di notte inferno totale'. (GdM)

Foto da Repubblica.it












I lavoratori Ilva: «Unisciti a noi»
Oggi non ci sarà nessuna manifestazione sotto Palazzo di Giustizia in coincidenza con l’incidente probaborio chiamato a discutere la seconda perizia sull’inquinamento causato dalla fabbrica siderurgica. E’ questo l’unico punto che unisce dipendenti Ilva e ambientalisti. Inevitabile dopo gli inviti fatti dal questore e dal sindaco. Per il resto c’è divisione fra gli uni e gli altri ma anche fra gli stessi dipendenti Ilva. Lo scontro è sulla manifestazione che ci sarà stamattina sotto la Prefettura (inizialmente doveva essere sotto il Comune) promossa da un gruppo che si definisce lavoratori dell’Ilva.
I sindacati, attraverso le rsu Fim, Fiom e Uilm prendono le distanze da quest’iniziativa e mettono in guardia gli stessi operai. La tesi delle organizzazioni metalmeccaniche è che, dietro quella sigla, i lavoratori dell’Ilva, in realtà ci sia la stessa azienda e che oggi a manifestare, più che gli operai, saranno i capi o comunque personale vicino all’azienda. «Unisciti a noi!» dice il volantino apparso ovunque all’interno della fabbrica. E nell’annunciare la manifestazione odierna si spiega così la motivazione: «Per difendere il tuo posto di lavoro contro le strumentalizzazioni fatte sulla nostra pelle e per un futuro ecosostenibile». Segue poi il dettaglio degli orari: dalle 7 alle 7.30 possibilità di fruire dei mezzi interni in partenza dagli spogliatoi di fabbrica; alle 7.30 raduno davanti alla portineria A del siderurgico e partenza con i bus. I mezzi arriveranno alla discesa Vasto e da qui i manifestanti raggiungeranno sotto la Prefettura. Alle 13.30 è previsto il rientro in fabbrica.
«Sulla questione ambientale riteniamo opportuno che la Magistratura assuma le decisioni nella piena libertà senza alcun condizionamento altrui - dicono in una nota i sindacati metalmeccanici -. I lavoratori ci riferiscono che i capi starebbero facendo pressioni e minacce affinché gli stessi aderiscano. Nonostante i nostri inviti e le sollecitazioni, i “responsabili aziendali” continuano ad imporre l’adesione ai lavoratori: un’azione che noi riteniamo profondamente sbagliata. Ai lavoratori - affermano le rsu metalmeccaniche - diciamo di non partecipare all’iniziativa. Ai “capi” che hanno scoperto improvvisamente il gusto delle manifestazioni per difendere un diritto, diciamo due cose. La prima: avrebbero dovuto presenziare con noi lunedì (quando in oltre 2mila si sono ritrovati sotto la Prefettura - ndr). In tale occasione diversi lavoratori non hanno potuto prender parte alla nostra iniziativa per artefatti impedimenti aziendali legati a problemi di produzione. La seconda: l’adesione a scioperi e manifestazioni è sempre e comunque una questione di democrazia e libertà. Obbligare e costringere, con atti intimidatori, con minacce, sono atti che appartengono ormai ad un passato sepolto. Ci auguriamo - concludono Fim, Fiom e Uilm - che tutti i lavoratori siano al nostro fianco nelle prossime manifestazioni e scioperi che ci saranno a tutela della salute, dell’ambiente e del lavoro, nonché dei lavoratori tutti». Infine le rsu invitano gli operai a diffidare di chi in fabbrica sta dicendo che oggi non sarà assicurata la mensa perchè il servizio sarà garantito. Nessuna manifestazione, come detto dagli ambientalisti. GdM)

L'Ilva che divide
Lo stabilimento di Taranto torna a dividere la città. Da una parte gli operai che difendono il posto di lavoro. Dall'altra i cittadini che vogliono lo stop alle polveri velenose.
E' iniziata alle 12.30 ma è stata sospesa dopo mezz'ora la camera di consiglio al Tribunale di Taranto davanti al quale viene discusso, la formula dell'incidente probatorio, la perizia medico-epidemiologica depositata circa un mese fa nell'ambito dell'inchiesta per presunto disastro ambientale a carico dei vertici dell'azienda siderurgica Ilva. All'udienza sono presenti i difensori degli indagati e la pubblica accusa, rappresentata dal procuratore capo Franco Sebastio e dal procuratore aggiunto Pietro Argentino. La difesa degli indagati ha presentato le sue controdeduzioni redatte in un documento di circa 20 pagine. Sempre all'inizio dell'udienza l'Arpa (Agenzia regionale di protezione ambientale) ha depositato una nota di due pagine. Infine i periti hanno presentato una integrazione ed è questo il motivo per cui, dopo la richiesta della difesa di poter studiare questa integrazione, il gip del Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha aggiornato i lavori a questo pomeriggio alle 16 essendo intenzionata a chiudere l'incidente probatorio entro la giornata di oggi.
PROTESTE. Intanto stamane circa 6.000 operai dell'azienda, che temono ricadute occupazionali dell'inchiesta, hanno manifestato davanti al municipio. Un centinaio, invece, gli ambientalisti presenti davanti al Tribunale. (Tg1-Rai)


Ore 16.20: gran finale: l'Ilva ottiene il rinvio!!!


Ilva:inquinamento;aggiornato incidente probatorio su perizia
E' stata sospesa la camera di consiglio dell'incidente probatorio sulla perizia medico-epidemiologica disposta dal gip di Taranto Patrizia Todisco nell'ambito dell'inchiesta a carico di cinque dirigenti dell'Ilva, accusati di disastro ambientale. La procura ha esibito una relazione dell'Arpa Puglia,e il collegio peritale ha depositato una consulenza suppletiva. I legali Ilva hanno chiesto di esaminare le nuove carte e la camera di consiglio e' stata aggiornata. (ANSA).

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