Ilva, il ministro Clini “stoppa” l’Aia
E’ stata tempestiva la risposta del Governo all’appello di Vendola. Il prossimo 14 marzo, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini sarà a Bari per discutere il percorso di autorizzazione del polo siderurgico. Nel capoluogo di regione si terrà un vertice. Oltre al ministro saranno presenti, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano. In agenda il riesame della procedura Aia (Autorizzazione integrata ambientale) per lo stabilimento Ilva, rilasciata lo scorso 4 agosto e messo in discussione dall’esito della maxi-perizia disposta dal tribunale di Taranto nell’ambito dell’inchiesta per disastro ambientale a carico di alcuni dirigenti dell’azienda siderurgica. In preparazione del vertice, il ministro Clini e il presidente Vendola hanno già avviato l’analisi della documentazione tecnica dell’autorizzazione Aia.
Apprezzamento per la tempestività mostrata dal rappresentante del governo, è stato espresso da Vendola il quale ha sottolineato anche la «sensibilità istituzionale» con la quale il Ministro dell’Ambiente ha risposto alla lettera inviatagli l’altro ieri pomeriggio in merito alla questione del polo siderurgico di Taranto. «Sono grato al Ministro Clini – ha detto Vendola – perché ad una delicata e complessa sollecitazione giunta da un territorio particolarmente segnato dalle questioni ambientali e sanitarie come quello di Taranto, la sua risposta è stata immediata. Sono convinto altresì che le istituzioni, a tutti i livelli, debbano lavorare insieme per dare rapidamente segnali concreti ai cittadini di Taranto».
Anche Legambiente commenta con soddisfazione la notizia della riapertura della procedura di Autorizzazione integrata ambientale per l’Ilva di Taranto.
«Quella di Clini è un’ottima decisione – dichiara il vicepresidente dell’associazione Stefano Ciafani – che eravamo tornati a sollecitare con una lettera indirizzata al ministro nei giorni scorsi, alla luce dei risultati delle perizie tecniche effettuate sulle emissioni prodotte dagli impianti e sui rischi che ne derivano per la salute. L’Aia approvata dal precedente ministro dell’Ambiente, infatti, non è assolutamente adeguata agli impatti sanitari e ambientali di uno degli impianti siderurgici più grandi d’Europa. La procedura va riaperta per renderla più rigorosa. I periti confermano le critiche rivolte da Legambiente all’Aia rilasciata all’Ilva circa la mancata adozione di tutte le misure adeguate a evitare le emissioni fuggitive. Le loro conclusioni affermano che nello stabilimento non sono adottate tutte le misure idonee ad evitare la dispersione incontrollata di fumi e polveri nocive alla salute dei lavoratori e di terzi».
Secondo Legambiente, «le perizie affermano, di fatto, che sono necessarie misure decisamente più rigorose per contenere il massiccio carico inquinante provocato dall’Ilva, come da noi più volte richiesto – commentano Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia e Lunetta Franco, presidente del circolo di Taranto – Sono necessarie misure più rigorose per l’azienda che comportino l’adozione di tecnologie e pratiche operative che minimizzino le emissioni. Occorrerà, inoltre, formalizzare un nuovo accordo di programma sulle bonifiche indispensabili del sito di interesse nazionale di Taranto». (Tursi - CdG)
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