lunedì 2 gennaio 2012

Acciaio, acciaio e ancora acciaio

Economia a Taranto. L’acciaio stretto tra crisi e doppio voto

Da oggi riprende la sua marcia il treno nastri numero 1 all’Ilva. La notizia, già anticipata nei giorni scorsi, coincide con l’inizio dell’anno e con altri passaggi congiunturali della produzione siderurgica di segno opposto, come la riduzione da 10 a 5 turni imposta dalla crisi di commesse al tubificio 1 e al tubificio Erw. Che il 2012 si aprisse in chiaroscuro per lo stabilimento siderurgico si sapeva. In ottobre si è temuto, addirittura, un nuovo ricorso alla cassa integrazione e aleggiava lo spettro di una permanente riduzione della domanda di acciaio tale da imporre una corrispondente riduzione della produzione e, quindi, una revisione dei numeri degli occupati. Del resto, più volte, Fabio Riva, vicepresidente del Gruppo, ha dichiarato che lo stabilimento siderurgico di Taranto poteva marciare solo a pieno regime per la sua natura (il ciclo integrale) e per le necessità legate al mercato. Una riduzione produttiva poteva essere considerata solo come temporanea altrimenti avrebbe comportato una revisione sensibile degli assetti occupazionali.

L’ultima «istantanea» sullo stato del mercato dell’acciaio Fabio Riva l’ha offerta a fine novembre, quando a Taranto ha presentato il Rapporto ambiente e sicurezza. «Situazione pesante, pesantissima» aveva detto. E in un altro intervento, sempre in quell’occasione, Giuseppe Pasini, presidente di Federacciai, aveva aggiunto: «Il 2011 è stato un anno pessimo e prevediamo che nel 2012 le cose possano andare anche peggio». Restano dunque le incertezze per i prossimi dodici mesi, ma si prova a guardare con minor pessimismo al futuro se non altro per il dato complessivo della produzione che, nel 2011, è salita da cinque a sei milioni di tonnellate d’acciaio. Solo, però, fra qualche settimana si potrà capire quale corso prenderanno le cose.

Il 2012, tuttavia, sarà un anno importante non solo dal punto di vista economico. Ci sono appuntamenti importanti legati al rapporto tra fabbrica e territorio. A Taranto si vota per il rinnovo del Consiglio comunale e dell’Amministrazione civica. Nella temperie elettorale molto conterà la materia ambientale. Gli ultimi dati dell’Arpa sulle emissioni di diossina certificano una decisa riduzione dell’inquinante in atmosfera, addirittura al di sotto della media prevista dalla legge regionale del 2008. Proprio nei giorni scorsi ci sono movimenti politici (i grillini) o ambientalisti di lungo corso (Fabio Matacchiera) che hanno polemizzato con l’Arpa e con la Regione Puglia, in particolar modo con il presidente Nichi Vendola, ritenendo discutibili le rilevazioni effettuate dall’Ag enzia regionale per l’ambiente.

Questo sembra dirla lunga sul clima dei prossimi mesi e sulle polemiche a sfondo elettorale che potrebbero prendere il sopravvento facendo perdere di vista tutta una serie di obiettivi importanti come il monitoraggio in continuo della diossina (previsto inizialmente dalla stessa legge regionale) o la riduzione di altri pericolosi inquinanti come il benzoapirene. Temi, questi ultimi, assai importanti sul cammino della eco-compatibilità delle industrie: un percorso assai difficile e complesso sul quale molti si spendono con grandi esercizi verbali, ma che deve essere affrontato concretamente, passo dopo passo, altrimenti rimane nell’alveo degli slogan. C’è, infine, la partita del referendum sulla chiusura totale o parziale dell’Ilva. Il comitato «Taranto futura» si batte perché sia indetta dal Comune la consultazione e si è rivolto al presidente della repubblica perché, sulla base dell’ultima sentenza del Consiglio di Stato, il Comune acceleri sull’organizzazione del voto. Un’altro passaggio importante per la città. E per la fabbrica. Su cui misurarsi in questo 2012 che è appena cominciato. (GdM)

Nessun commento: