IL BILANCIO 2011
Taranto, dopo l'Ilva c'è la Marina Militare. «E l'Arsenale resta una struttura strategica» Con i suoi numeri l'arma è la seconda azienda dell'area
La Marina, a Taranto e Grottaglie, non è solo una forza militare da inquadrare nella sua principale e caratteristica dimensione. Costituisce anche una forte realtà economica. E’ la seconda azienda della città dopo l’Ilva e prima dell’Asl e del Comune. Ed è un centro di spesa che alimenta fortemente l’economia locale. I militari in servizio, la forza lavoro con le stellette, sono 9839 dei quali 191 appartengono alla Capitaneria di porto. Gli ufficiali sono 1037, i sottufficiali 5896, la truppa conta 2876 uomini. A questi bisogna aggiungere un migliaio di dipendenti civili del ministero della Difesa. Nel 2011 la Marina ha erogato stipendi per 262 milioni, una massa attiva che per la maggior parte s’è riversata sul territorio. Ma non è tutto. Altri 148 milioni sono quelli che la Marina ha speso per le infrastrutture, per acquistare beni e servizi, dalla penna alle vernici, dagli alimenti per le mense ai macchinari per l’Arsenale. Tutti soldi che rimangono a Taranto e dintorni e che sostengono una quota significativa delle piccole e medie imprese, dalla cartoleria alla grande ferramenta, dal supermercato ai negozi specializzati dell’abbigliamento militare. L’albo fornitori della Marina conta poco più di 350 ditte che fanno affidamento sulle commesse del Dipartimento marittimo nelle sue varie articolazioni. Uno degli ultimi interventi, la ristrutturazione del bacino galleggiante GO52, è costato 13 milioni e mezzo, risorse finite al Consorzio navalmeccanico Taranto (Cnt) che ha messo insieme undici aziende locali dell’indotto dell’Arsenale per circa centocinquanta lavoratori fra tecnici e maestranze, oltre a un ufficio di progettazione e coordinamento delle attività. Questi lavori si inquadrano nel più ampio progetto Brin di riqualificazione complessiva dello stabilimento tarantino, di cui ieri l’ammiraglio Andrea Toscano ha confermato la centralità e la strategicità per la Marina italiana. Sono stati stanziati più di cento milioni per portare l’Arsenale di Taranto nelle condizioni di rispondere alle esigenze dell’attuale forza navale.
Da domani la stazione Chiapparo diventerà la sede di stazionamento della portaerei Cavour, l’ammiraglia della flotta italiana. I cento milioni, dei quali un terzo sta già fornendo lavoro, servono alla ristrutturazione dei due bacini in muratura «Ferrati» e «Brin», alla realizzazione di tre officine polifunzionali nelle quali sarà concentrata l’attività di manutenzione dello stabilimento. Le prime due saranno consegnate, finite e funzionanti, a fine febbraio. L’obiettivo della Marina, colpita dalle conseguenze dell’inchiesta della magistratura tarantina che scoperchiò un mondo dell’appalto fatto di ditte molto spesso al di sotto degli standard richiesti, è di migliorare la qualità del lavoro e di aumentare il grado di sicurezza. E’ stato l’ammiraglio Andrea Toscano, comandante del Dipartimento dello Ionio, a fare il punto sul 2011 ieri durante un incontro con la stampa. Il capitano Vito D’Elia è entrato nei dettagli. Una buona notizia per tutti i tarantini è che entro breve tempo la Marina metterà a disposizione sia dei militari che dei civili la camera iperbarica, strumento estremamente utile in una città di mare. Un altro asset importante s’è rivelato il Castello aragonese, nel quale continuano le indagini archeologiche guidate dall’ammiraglio Francesco Ricci, nume tutelare dell’insediamento. Quest’anno ha avuto 57.428 visitatori, un boom dopo i 32.373 dell’anno scorso. L’aumento è del 78 per cento e se solo la Marina potesse far pagare, ma non può, anche un solo euro a visitatore si garantirebbe la copertura delle spese necessarie al gruppo di archeologi, studiosi e volontari che stanno riportando alla luce gallerie e sale. (CdM)
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