In Città / Copersalento, Avvelenati da nubi di diossina
L’azienda brucia Cdr, ovvero combustibile da rifiuti. Già deciso un secondo test, dal quale dipenderà l’autorizzazione allo smaltimento.
Avvelenati da nubi di diossina
La Copersalento «sfora» i limiti di legge del 420 per cento. E la Provincia dispone il blocco dell’attività.
Livelli di diossina 420 volte superiori ai limiti consentiti dalla legge.
Il dato più che allarmante è stato rilevato da Arpa Puglia nella zona di Maglie e dei paesi limitrofi. E sul banco degli imputati finisce la Copersalento, già al centro di aspre polemiche sugli effetti delle proprie emissioni in atmosfera. Ora nei confronti dell'azienda magliese, che produce energia bruciando Cdr (combustibile da rifiuti), l'Amministrazione di Palazzo dei Celestini ha emesso un provvedimento di blocco dell'attività. Ed è nella logica delle cose che un dossier con l'esito di quelle analisi vada a finire, già da oggi, pure in Procura.
I prelievi di Arpa risalgono allo scorso 8 maggio, mentre le analisi sui campioni sono state effettuate il successivo 16 giugno.
E, per Copersalento, i livelli di policloro dibenzodiossine e furani rilevati, pari a 42.1 nano-grammi per metro cubo, sono notevolmente superiori al limite di 0,1 ng, fissato dalla legge.
I controlli hanno riguardato tutti gli impianti salentini che, nel loro ciclo di produzione, utilizzano il Cdr. Nella maggior parte dei casi, si tratta di materiale proveniente da altre zone d'Italia.
«Per quanto riguarda "Biosud" noi abbiamo avuto dati nella norma », ha spiegato ieri, l'assessore provinciale alle Politiche ambientali Gianni Scognamillo, «per la Copersalento, invece, i livelli di diossina sono 420 volte superiori al limite consentito dalla legge. Sono dati allarmanti, ma è nostro dovere fornire una corretta informazione.
Attualmente l'impianto Copersalento è fermo per lavori di manutenzione.
Ma già oggi (ieri, ndr), come Provincia, faremo pervenire all'azienda interessata una comunicazione, in cui verrà inibita l'attività. Ciò nelle more di una seconda verifica, che abbiamo concordato con Arpa Puglia. Al termine di questo secondo test, decideremo se revocare completamente l'autorizzazione all'utilizzo del Cdr nell'attività dell'impianto».
Il delegato all'Ambiente della Giunta Pellegrino, dopo aver ottenuto i dati, ha voluto subito comunicarli alla stampa, ma senza esprimere giudizi di merito o demerito.
«Li abbiamo voluti fornire per chiarezza e per evitare che si diffonda inutile allarmismo», ha precisato Scognamillo, «la situazione resta costantemente monitorata per quanto riguarda le emissioni dei grossi impianti». Sempre a questo proposito Scognamillo ha comunicato che la Provincia si sta attrezzando per le rilevazioni sui venti.
«Ragionevolmente entro la fine dell'estate avremo i primi campioni di questa campagna», ha assicurato, «che mira a fotografare la situazione dei microinquinanti sul suolo, sugli alimenti e anche sulla popolazione».
Soddisfatto dell'impegno della Provincia si è detto Nicolino Sticchi, presidente della Commmissione Ambiente di Palazzo dei Celestini: «Questa è un'indagine che porterà a conoscere la tracciabilità degli inquinanti.
E quindi la loro provenienza.
Oltre a conoscere il dato dell'inquinamento, tramite questi "de posimetri" sul territorio, si individuerà con certezza se la diossina proviene da questo o quell'impianto, da Maglie, da Taranto o da Brindisi. E questo ci consentirà di evitare eventuali contenziosi, perché sinora la paternità dell'inquinamento restava abbastanza dubbia ».
I dati di Arpa confermerebbero quelli già effettuati dalla Provincia sui terreni attorno agli insediamenti di Copersalento, Biosud e Colacem.
«Valori un po' elevati, anche se nella norma, erano stati già rilevati a Nord di Maglie e a Sud della Colacem - ha aggiunto Sticchi - Questo significa che i dati rilevati oggi da Arpa confermano quelli riscontrati dalla Provincia. L'attività, che oggi si sta compiendo, serve a far conoscere il reale stato dell'aria e a capire se l'elevata incidenza tumorale, che si rileva nella zona, abbia o meno una giustificazione. Del resto, la normativa nazionale e quella europea prevedono che il monitoraggio sui microinquinanti sia effettuatp costantemente per gli impianti ritenuti a rischio. E noi», ha concluso il presidente della Commissione provinciale, «oggi, per la prima volta, possiamo finalmente avere dati attendibili». [GDM]
Avvelenati da nubi di diossina
La Copersalento «sfora» i limiti di legge del 420 per cento. E la Provincia dispone il blocco dell’attività.
Livelli di diossina 420 volte superiori ai limiti consentiti dalla legge.
Il dato più che allarmante è stato rilevato da Arpa Puglia nella zona di Maglie e dei paesi limitrofi. E sul banco degli imputati finisce la Copersalento, già al centro di aspre polemiche sugli effetti delle proprie emissioni in atmosfera. Ora nei confronti dell'azienda magliese, che produce energia bruciando Cdr (combustibile da rifiuti), l'Amministrazione di Palazzo dei Celestini ha emesso un provvedimento di blocco dell'attività. Ed è nella logica delle cose che un dossier con l'esito di quelle analisi vada a finire, già da oggi, pure in Procura.
I prelievi di Arpa risalgono allo scorso 8 maggio, mentre le analisi sui campioni sono state effettuate il successivo 16 giugno.
E, per Copersalento, i livelli di policloro dibenzodiossine e furani rilevati, pari a 42.1 nano-grammi per metro cubo, sono notevolmente superiori al limite di 0,1 ng, fissato dalla legge.
I controlli hanno riguardato tutti gli impianti salentini che, nel loro ciclo di produzione, utilizzano il Cdr. Nella maggior parte dei casi, si tratta di materiale proveniente da altre zone d'Italia.
«Per quanto riguarda "Biosud" noi abbiamo avuto dati nella norma », ha spiegato ieri, l'assessore provinciale alle Politiche ambientali Gianni Scognamillo, «per la Copersalento, invece, i livelli di diossina sono 420 volte superiori al limite consentito dalla legge. Sono dati allarmanti, ma è nostro dovere fornire una corretta informazione.
Attualmente l'impianto Copersalento è fermo per lavori di manutenzione.
Ma già oggi (ieri, ndr), come Provincia, faremo pervenire all'azienda interessata una comunicazione, in cui verrà inibita l'attività. Ciò nelle more di una seconda verifica, che abbiamo concordato con Arpa Puglia. Al termine di questo secondo test, decideremo se revocare completamente l'autorizzazione all'utilizzo del Cdr nell'attività dell'impianto».
Il delegato all'Ambiente della Giunta Pellegrino, dopo aver ottenuto i dati, ha voluto subito comunicarli alla stampa, ma senza esprimere giudizi di merito o demerito.
«Li abbiamo voluti fornire per chiarezza e per evitare che si diffonda inutile allarmismo», ha precisato Scognamillo, «la situazione resta costantemente monitorata per quanto riguarda le emissioni dei grossi impianti». Sempre a questo proposito Scognamillo ha comunicato che la Provincia si sta attrezzando per le rilevazioni sui venti.
«Ragionevolmente entro la fine dell'estate avremo i primi campioni di questa campagna», ha assicurato, «che mira a fotografare la situazione dei microinquinanti sul suolo, sugli alimenti e anche sulla popolazione».
Soddisfatto dell'impegno della Provincia si è detto Nicolino Sticchi, presidente della Commmissione Ambiente di Palazzo dei Celestini: «Questa è un'indagine che porterà a conoscere la tracciabilità degli inquinanti.
E quindi la loro provenienza.
Oltre a conoscere il dato dell'inquinamento, tramite questi "de posimetri" sul territorio, si individuerà con certezza se la diossina proviene da questo o quell'impianto, da Maglie, da Taranto o da Brindisi. E questo ci consentirà di evitare eventuali contenziosi, perché sinora la paternità dell'inquinamento restava abbastanza dubbia ».
I dati di Arpa confermerebbero quelli già effettuati dalla Provincia sui terreni attorno agli insediamenti di Copersalento, Biosud e Colacem.
«Valori un po' elevati, anche se nella norma, erano stati già rilevati a Nord di Maglie e a Sud della Colacem - ha aggiunto Sticchi - Questo significa che i dati rilevati oggi da Arpa confermano quelli riscontrati dalla Provincia. L'attività, che oggi si sta compiendo, serve a far conoscere il reale stato dell'aria e a capire se l'elevata incidenza tumorale, che si rileva nella zona, abbia o meno una giustificazione. Del resto, la normativa nazionale e quella europea prevedono che il monitoraggio sui microinquinanti sia effettuatp costantemente per gli impianti ritenuti a rischio. E noi», ha concluso il presidente della Commissione provinciale, «oggi, per la prima volta, possiamo finalmente avere dati attendibili». [GDM]
Gli accertamenti di Palazzo dei Celestini diverranno sistematici
Quella andata in porto è un'indagine effettuata per la prima volta (per carenza di mezzi) dopo anni d'attesa.
Mai finora era stato possibile spingere gli accertamenti fino ai micro inquinanti e, di conseguenza, alle diossine che pure, per la natura dei combustibili utilizzati, si sospettava potessero essere presenti.
Nei programmi della Provincia questa sembra essere una tappa fondamentale di un percorso lungo e faticoso che ha riguardato i cattivi odori, le polveri emesse nell'atmosfera, i metalli depositati al suolo, lo stoccaggio della sansa e dei rifiuti da incenerire, lo smaltimento delle ceneri, gli insulti alla falda acquifera.
Dopo anni in cui della Copersalento si è occupata quasi esclusivamente la magistratura, le nuove competenze ambientali delegate all'Ente hanno convinto Palazzo dei Celestini della necessità di mettere a fuoco le problematiche connesse con le attività degli opifici.
Quell'esigenza è stata motore di una serie di accertamenti sempre più stringenti e che ora dovrebbero mutare non solo per apporto tecnologico, ma anche per la loro qualità. Il progetto è che divengano sistematici ed a 360 gradi, in modo che territorio ed ambiente siano continuamente monitorati e la salute salvaguardata.
La commissione provinciale ambiente ha approvato all'unanimità un ordine del giorno che sarà sottoposto all'approvazione del Consiglio: si prevede di attuare un'attività di monitoraggio più puntuale di quanto non prescrivano le direttive europee.
Questi ultimi dati acquisiti dall'Arpa sono stati rilevati in condizioni in cui l'azienda aveva avuto la possibilità di tenere i processi di combustione al meglio delle proprie possibilità (i tecnici dell'Arpa avevano la necessità di avvisare quando e per quanto tempo sarebbe durato il rilevamento).
Secondo il progetto della Provincia non sarà più così.
E' previsto, infatti, l'acquisto di un'apparecchiatura (130mila euro) capace di rilevare in continuo e per tempi lunghi gli inquinanti (diossine comprese) presenti nei fumi; sulle imprese, invece ricadrà l'onere di adeguare i camini in modo che vi si possa installare l'apparecchiatura. Inoltre, in collaborazione con l'Inca (Istituto nazionale chimica applicata) saranno dislocati sul territorio deposimetri, strumenti capaci di analizzare gli inquinanti che si depositano sul terreno e di individuare la fonte che li ha prodotti.
«Nell'ordine del giorno prodotto dalla commissione Ambiente», dice il presidente Nicolino Sticchi, «si invitano anche le Province di Taranto e Brindisi ad attrezzarsi allo stesso modo, sia perché siamo interessati dagli inquinanti che vengono da lì, sia perché è necessario difendere il territorio dell'intero Salento». [GDM]
Le reazioni
Le prime reazioni alle notizie che hanno destato profonda inquietudine, in una citta da sempre alle prese con problemi di inquinamento.
Il sindaco Fitto chiede lumi e Chirilli sollecita iniziative
E adesso il sindaco Antonio Fitto chiede lumi alla Copersalento e alla Provincia: «I dati relativi ad emissioni non conformi allarmano me e l'intera popolazione per gli effetti negativi eventualmente scaturenti da tale situazione che, certamente, avrebbero gravi ripercussioni sulla salubrità dell'intero territorio». E ancora: «Non disponendo a tutt'oggi di alcun dato che consenta di valutare l'entità e l'eventuale pericolosità delle difformità riscontrate», il primo cittadino chiede alla Copersalento «di fornire con la massima sollecitudine ogni informazione utile a far chiarezza sulla vicenda, nonché gli enti rilevatori, le circostanze in cui dette rilevazioni sono state condotte e le modalità seguite durante le operazioni di analisi.
Tanto anche in ragione del fatto che nessuna notizia circa il risultato delle rilevazioni è stata comunicata a questo ufficio, pur essendo deputato per legge alla tutela della salute pubblica».
Una velatura polemica, si vede bene, a cui si aggiunge un appello alla Provincia: «Faccio presente che sarebbe indispensabile programmare con urgenza un incontro presso la sede dell'assessorato provinciale al fine di fare chiarezza sulle notizie diffuse».
Sulla questione interviene anche il senatore Francesco Chirilli il quale, appreso il dato emerso sul tenore di diossina contenuta nelle emissioni della Cooperasalento, «esprime la più viva preoccupazione per una vicenda troppo a lungo sottovalutata e che, insieme a quella del depuratore di San Sidero, crea in città viva preoccupazione sulla sostenibilità ambientale di questi impianti che incidono in maniera determinante sulla qualità della vita dei cittadini.
Perciò Chirilli chiede al sindaco «di rendersi parte attiva nella denuncia e nella proposta, affinché i gravi problemi ambientali ed occupazionali che scaturiscono da questa vicenda vengano affrontati con l'efficacia e la determinazione necessarie per restituire serenità alla popolazione ed alle maestranze occupate in quelle strutture». [GDM]
Quella andata in porto è un'indagine effettuata per la prima volta (per carenza di mezzi) dopo anni d'attesa.
Mai finora era stato possibile spingere gli accertamenti fino ai micro inquinanti e, di conseguenza, alle diossine che pure, per la natura dei combustibili utilizzati, si sospettava potessero essere presenti.
Nei programmi della Provincia questa sembra essere una tappa fondamentale di un percorso lungo e faticoso che ha riguardato i cattivi odori, le polveri emesse nell'atmosfera, i metalli depositati al suolo, lo stoccaggio della sansa e dei rifiuti da incenerire, lo smaltimento delle ceneri, gli insulti alla falda acquifera.
Dopo anni in cui della Copersalento si è occupata quasi esclusivamente la magistratura, le nuove competenze ambientali delegate all'Ente hanno convinto Palazzo dei Celestini della necessità di mettere a fuoco le problematiche connesse con le attività degli opifici.
Quell'esigenza è stata motore di una serie di accertamenti sempre più stringenti e che ora dovrebbero mutare non solo per apporto tecnologico, ma anche per la loro qualità. Il progetto è che divengano sistematici ed a 360 gradi, in modo che territorio ed ambiente siano continuamente monitorati e la salute salvaguardata.
La commissione provinciale ambiente ha approvato all'unanimità un ordine del giorno che sarà sottoposto all'approvazione del Consiglio: si prevede di attuare un'attività di monitoraggio più puntuale di quanto non prescrivano le direttive europee.
Questi ultimi dati acquisiti dall'Arpa sono stati rilevati in condizioni in cui l'azienda aveva avuto la possibilità di tenere i processi di combustione al meglio delle proprie possibilità (i tecnici dell'Arpa avevano la necessità di avvisare quando e per quanto tempo sarebbe durato il rilevamento).
Secondo il progetto della Provincia non sarà più così.
E' previsto, infatti, l'acquisto di un'apparecchiatura (130mila euro) capace di rilevare in continuo e per tempi lunghi gli inquinanti (diossine comprese) presenti nei fumi; sulle imprese, invece ricadrà l'onere di adeguare i camini in modo che vi si possa installare l'apparecchiatura. Inoltre, in collaborazione con l'Inca (Istituto nazionale chimica applicata) saranno dislocati sul territorio deposimetri, strumenti capaci di analizzare gli inquinanti che si depositano sul terreno e di individuare la fonte che li ha prodotti.
«Nell'ordine del giorno prodotto dalla commissione Ambiente», dice il presidente Nicolino Sticchi, «si invitano anche le Province di Taranto e Brindisi ad attrezzarsi allo stesso modo, sia perché siamo interessati dagli inquinanti che vengono da lì, sia perché è necessario difendere il territorio dell'intero Salento». [GDM]
Le reazioni
Le prime reazioni alle notizie che hanno destato profonda inquietudine, in una citta da sempre alle prese con problemi di inquinamento.
Il sindaco Fitto chiede lumi e Chirilli sollecita iniziative
E adesso il sindaco Antonio Fitto chiede lumi alla Copersalento e alla Provincia: «I dati relativi ad emissioni non conformi allarmano me e l'intera popolazione per gli effetti negativi eventualmente scaturenti da tale situazione che, certamente, avrebbero gravi ripercussioni sulla salubrità dell'intero territorio». E ancora: «Non disponendo a tutt'oggi di alcun dato che consenta di valutare l'entità e l'eventuale pericolosità delle difformità riscontrate», il primo cittadino chiede alla Copersalento «di fornire con la massima sollecitudine ogni informazione utile a far chiarezza sulla vicenda, nonché gli enti rilevatori, le circostanze in cui dette rilevazioni sono state condotte e le modalità seguite durante le operazioni di analisi.
Tanto anche in ragione del fatto che nessuna notizia circa il risultato delle rilevazioni è stata comunicata a questo ufficio, pur essendo deputato per legge alla tutela della salute pubblica».
Una velatura polemica, si vede bene, a cui si aggiunge un appello alla Provincia: «Faccio presente che sarebbe indispensabile programmare con urgenza un incontro presso la sede dell'assessorato provinciale al fine di fare chiarezza sulle notizie diffuse».
Sulla questione interviene anche il senatore Francesco Chirilli il quale, appreso il dato emerso sul tenore di diossina contenuta nelle emissioni della Cooperasalento, «esprime la più viva preoccupazione per una vicenda troppo a lungo sottovalutata e che, insieme a quella del depuratore di San Sidero, crea in città viva preoccupazione sulla sostenibilità ambientale di questi impianti che incidono in maniera determinante sulla qualità della vita dei cittadini.
Perciò Chirilli chiede al sindaco «di rendersi parte attiva nella denuncia e nella proposta, affinché i gravi problemi ambientali ed occupazionali che scaturiscono da questa vicenda vengano affrontati con l'efficacia e la determinazione necessarie per restituire serenità alla popolazione ed alle maestranze occupate in quelle strutture». [GDM]
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