domenica 14 dicembre 2014

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Renzi: "Presto il decreto per l'Ilva e per le meraviglie di Taranto

"La prossima settimana scriveremo un decreto che riguarderà l'Ilva e non solo. Tratterà del porto e delle meraviglie culturali della città" di Taranto. Lo ha detto Matteo Renzi all'assemblea del Pd, e c'è attesa per conoscere il dettagli del provvedimento - il settimo per il siderurgico - che stavolta stando alle dichiarazioni del premier riguarderà la città jonica e la valorizzazione del patrimonio artistico culturale di un territorio troppo mortificato dagli effetti dell'industria. Quanto al porto, la novità potrebbe essere legata anche all'emendamento annunciato dal governo alla legge di Stabilità con cui si sblocca di fatto il progetto Tempa Rossa dell'Eni per portare il petrolio della Basilicata a Taranto semplificando le procedure per la realizzazione delle infrastrutture necessarie allo sfruttamento del greggio. 
Dunque, la settimana decisiva per il futuro dell'Ilva è arrivata. L'idea del governo è portare il siderurgico in amministrazione controllata e di fatto nazionalizzarlo per rimetterlo in sesto e renderlo appetibile ai privati. Con il decreto l'azienda sarà molto probabilmente posta in amministrazione straordinaria attraverso una modifica della legge Marzano. Il nuovo decreto dorebbe vedere la luce in un Cdm prima di Natale,  il 22 o il 23 dicembre. E' quanto sottolineano fonti vicine al dossier.
Le ipotesi circolate nei giorni scorsi parlano di un intervento dello Stato con una quota di minoranza, attraverso la Cdp, assieme alla cordata formata da Arcelor-Mittal e gruppo Marcegaglia. E in un'intervista il commissario dell'acciaieria Piero Gnudi ha sottolineato come "il caso Ilva è unico, quindi, serve una soluzione unica. Il modello americano applicato per Gm è stato utilizzato con successo in diversi Paesi, può funzionare anche qui". Un ruolo dello Stato per facilitare il passaggio ai privati secondo Gnudi, potrebbe durare "uno o due anni", periodo nel quale "i problemi possono essere risolti o comunque si possa intraprendere la strada per risolverli e consentire l'ingresso ai privati".
Le nuove misure sono attese anche dalle imprese di Taranto, le quali hanno il timore che i loro crediti (350 milioni lo scoperto complessivo dell'Ilva verso i fornitori) finiscano nella bad company rendendone incerta la riscossione. Questo soprattutto se l'azienda siderurgica sarà effettivamente "spacchettata", dopo l'ammissione all'amministrazione straordinaria, in bad e new company. Nei giorni scorsi il commissario dell'Ilva, Piero Gnudi, ha dato garanzia alle imprese di Taranto parlando di attività funzionali alla produzione del siderurgico, ma il quadro non sarà chiaro fino a quando il governo non scriverà le nuove norme. (Rep)

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