domenica 14 dicembre 2014

Leggi interstiziali per iniezioni letali

"Lavoro e royalties dal petrolio", spunta norma Tempa Rossa

Il governo accelera su Tempa rossa, il progetto per portare il petrolio estratto in Basilicata a Taranto e nella legge di Stabilità spunta l'emendamento per sbloccare "l'effettiva realizzazione dei progetti per la coltivazione di giacimenti di idrocarburi". Con la modifica, spiega la relazione tecnica, l'esecutivo estende "il regime di autorizzazione unica a quelle opere e infrastrutture necessarie e indispensabili per assicurare il loro sfruttamento", dando "significativo impulso" all'occupazione.
Tempa Rossa, della joint venture Total-Shell-Mitsui, consiste sostanzialmente nella costruzione a Taranto di due grandi serbatoi nei quali stoccare il petrolio in arrivo dal giacimento della Basilicata e l'allungamento di 350 metri del pontile petroli della raffineria per l'attracco delle navi destinate a caricare il greggio. Un progetto contro cui già si sono mossi le associazioni e i comitati ambientalisti locali - in una città dove le ferite dell'inquinamento hanno lasciato il segno - e contro il quale si è espresso anche il Comune con una variante al piano regolatore del porto per bloccare le opere. L'atto di indirizzo era stato adottato per scongiurare l'incremento di emissioni inquinanti causate dalla movimentazione del petrolio. Dai documenti dell'Eni, partner logistico dell'iniziativa, emergerebbe - secondo la documentazione in mano all'amministrazione comunale - l'aumento del 12% delle emissioni riferite soprattutto a composti volatili e non ci sarebbero adeguate rassicurazioni sui rischi di incidente rilevante.
Il governo non la pensa però così e guarda alle opportunità offerte dalla prospettiva. La norma è stata infatti inserita "al fine di semplificare la realizzazione di opere strumentali alle infrastrutture energetiche strategiche e di promuovere i relativi investimenti e le connesse ricadute anche in termini occupazionali". E prevede l'estensione dell'autorizzazione unica anche per "le opere necessarie al trasporto, allo stoccaggio, al trasferimento degli idrocarburi in raffineria, alle opere accessorie, ai terminali costieri e alle infrastrutture portuali strumentali allo sfruttamento di titoli concessori esistenti, comprese quelle localizzate al di fuori del perimetro delle concessioni di coltivazione".
Le disposizioni, si osserva nella relazione tecnica, possono "generare rilevanti entrate fiscali aggiuntive" sia per lo Stato che per le Regioni, grazie anche alle royalties (che peraltro un altro emendamento del governo aumenta), visto che "con la realizzazione delle opere e infrastrutture connesse e indispensabili sarà possibile avviare l'attività commerciale estrattiva". Senza contare "le importanti ricadute occupazionali di cui beneficeranno in maniera immediata e diretta i territori in cui tali opere saranno localizzate". Con l'emendamento si assicura comunque il coinvolgimento delle Regioni interessate con lo strumento dell'intesa, salvo prevedere la remissione degli atti alla presidenza del Consiglio, qualora l'intesa non sia raggiunta. Così è ora per l'altra discussa opera del gasdotto Tap. (Rep)

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