lunedì 28 maggio 2012

Porticciolo di Marina di Pulsano: ennesimo scempio al nostro ambiente?

La rada dove dovrebbe sorgere il porticciolo turistico. Marina di Pulsano (Taranto)
di Greta Marraffa
Wwf , Legambiente ed altre associazioni ambientaliste dichiarano con forte preoccupazione un possibile rischio di distruzione dell’ecosistema costiero. La zona sottoposta a tale pericolo sarebbe la paradisiaca costa salentina, nello specifico la località Ospedale-Seno Capparone a Marina di Pulsano (TARANTO), una zona che necessiterebbe di tutele e non di infrastrutturazioni.
“Approdo turistico”, così è stata denominato il porticciolo turistico che dovrebbe sorgere a Marina di Pulsano dai proponenti nella Valutazione di Impatto Ambientale presentata alla regione Puglia. Tale progettazione è in campo da ormai 15 lunghi anni; l’opera definitiva è davvero “impressionante”. Così Rossella Baldacconi, dottore di ricerca in scienze ambientali, afferma, indignata.
Ma di cosa si tratta? Una struttura di dimensioni spropositate, che prevede 340 posti barca e un molo di sopraflutto lungo oltre mezzo chilometro e alto più di sei metri : “un vera e propria palazzina di cemento alta due piani”, versata in mezzo al mare cristallino del Salento. La dottoressa Baldacconi, assieme all’associazione WWf, ha presentato delle osservazioni in merito al rischio di una possibile distruzione dell’ intero ecosistema marino, che dovrebbe essere invece custodito e valorizzato. Questi hanno partecipato alla conferenza dei servizi che si è tenuta a Bari presso la sede dell’Ufficio Programmazione V.I.A. e Politiche Energetiche della regione Puglia. In tale sede, la dottoressa Baldacconi ha sottolineato la presenza nell’area marina oggetto dell’intervento di un habitat marino di interesse comunitario (le numerose grotte sommerse), nonché di altrettante specie animali protette: dalla spugna da bagno(Spongia officinalis) alla ciprea porcellana(Luria lurida), dalla magnosa (SCYLLARIDES LATUS) , alla cernia bruna (Epinephelus marginatus).

Tali specie sono protette da quattro convenzioni internazionali recepite in Italia (Convenzione CITES sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione; Convenzione di Berna per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa; Direttiva Habitat 92/43 Cee relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, della fauna e della flora selvatiche; Convenzione di Barcellona: protocollo SPA/BIO- Specially Protected Areas and Biological Diversity in the Mediterranean). Queste riflessioni e osservazioni, certificate e comprovate scientificamente, sono state raccolte in una relazione tecnico- scientifica e inviate alle autorità competenti della Regione Puglia. Ad oggi gli studi della dottoressa sono confinati in uno spazio virtuale, all’interno del sito della regione Puglia, nel portale “Ambiente”, senza ricevere alcun tipo di risposta, né dalle rappresentanze governative, né tanto meno dai promotori della “grande opera” che con estrema semplicità soprassiedono la volontà di cittadini e associazioni.

“Uno schiaffo alla bellezza”- così la dottoressa Baldacconi definisce il porticciolo turistico con estrema malinconia. “Un progetto inutile, funzionale ad assicurare privilegi di pochi, a scapito della stragrande maggioranza, che reclama a gran voce la pretesa di poter godere spazi aperti, naturali ed incontaminati. Un’opera che non garantirà forme alternative di occupazione. Osservando il porto di Campomarino e il numero ridotto di lavoratori occupati ci si accorge di come, in realtà, sia tutto funzionale ad appagare gli interessi una classe privilegiata, un’elite.”
Riporto una parte del lungo testo di osservazioni realizzato da Mauro Sasso, referente per la biodiversità del WWF Puglia:” La nostra richiesta è molto semplice: si valuti attentamente la possibilità di cambiare la zona d’intervento perché la nostra analisi ha chiaramente evidenziato che il progetto ha impatti diretti ed indiretti deleteri sull’ambiente marino, sugli habitat di interesse comunitario. I cittadini dovrebbero domandarsi quali benefici può apportare la costruzione di un porto turistico che agevolerebbe le imbarcazione di alcuni privilegiati e se questa condizione sia barattabile con lo sconvolgimento di luoghi e bellezze salentine”.
La dottoressa Baldacconi è ancora più decisa: “Non serve spostare l’opera in un altro luogo, magari distante a pochi chilometri; occorre rivedere totalmente questo modo di amministrare e costruire sul territorio, preservando la bellezza e l’eleganza di queste terre”
A Pulsano sono nati focolai di protesta. Accanto ai comitati composti da liberi cittadini, anche il partito di Vendola, Sinistra ECOLOGIA e Libertà, sostiene la mobilitazione. Con una sola pretesa però : che il progetto venga concretizzato non nel Seno Capparone, ma all’interno della Baia “Terra Rossa”. Una scelta ambigua e poco coerente per una forza politica che vuol farsi promotrice di rivendicazioni ecologiste. “SEL il porto lo vuole” . Ma allora quale differenza intercorre tra il Seno Caparrone e la Baia Terra Rossa, distante dalla prima qualche centinaio di metri? Domande a cui i comuni mortali, non è dato conoscerne le risposte. (Siderlandia)

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