Bozzetto-Vendola, industriali divisi. Le accuse del presidente di Confindustria al governatore spaccano la categoria
BARI - C’è chi non condivide l’asprezza delle sue dichiarazioni ma è meno critico sul merito. Chi sposa la tesi di Vendola che il presidente regionale abbia tenuto in considerazione eccessiva le ragioni dell’Ilva. E chi, infine, solidarizza e si associa ad Angelo Bozzetto. I responsabili delle associazioni provinciali degli industriali pugliesi rileggono il violento scontro tra il presidente di Confindustria Puglia, Bozzetto, e il governatore Vendola, da diversi punti di vista. Ma tutti, com’è naturale, invocano una ripresa del dialogo tra Confindustria e amministrazione regionale. «Non nell’interesse degli imprenditori, ma di tutto il territorio e dei suoi cittadini». La polemica origina dalla proposta di legge, appena approvata dalla commissione Ambiente (e che ora deve essere portata all’attenzione del tavolo nazionale su Taranto) che fissa un principio: in caso di superamento di determinate masse inquinanti, si può imporre alle aziende di abbassare le emissioni. Principio, per Bozzetto, incostituzionale e che metterebbe fuori mercato le aziende che operano in Puglia. Vendola viene quindi accusato, dal numero uno di Confindustria, di «destrutturare e distruggere il sistema produttivo pugliese».
Un attacco personale e senza appello cui il governatore replica prima rispondendo non a Confindustria ma all’Ilva, come se Bozzetto fosse un rappresentante del gruppo e non dell’associazione di categoria. Quindi annunciando la sospensione di tutti i tavoli di concertazione con l’associazione degli industriali. «Piano, piano — è il commento di Michele Vinci, primo imprenditore di Bari e Bat — abbassiamo i toni. Invito Bozzetto a maggior uso della diplomazia». Pur non volendo entrare nel merito, però, Vinci comprende l’esasperazione degli imprenditori che potrebbero essere colpiti dalla nuova legge, se venisse approvata. «Alcune aziende rischiano di dover affrontare costi intollerabili. Bene fa Bozzetto a innescare la discussione. Ma rompere le trattative non è nell’interesse di nessuno». Da Foggia e Taranto, invece, arrivano le prese di posizioni più critiche nei confronti di Bozzetto. «Non comprendo il giudizio sommario su Vendola — dice Eliseo Zanasi, Assindustria Foggia —. L’attuale amministrazione regionale ha avuto il merito di ridurre le emissioni più inquinanti. Bozzetto si preoccupa per l’Ilva, osserva una situazione particolare, trascurando che l’economia pugliese ha i suoi maggiori asset nell’agricoltura, nel turismo, non nel siderurgico».
Zanasi appare il più favorevole alla proposta di legge regionale. «Come salviamo l’immagine della nostra regione, mettendo un bollino nero su Taranto per lasciare che chi inquina faccia quel che vuole? Bozzetto si impegni, come è nostro dovere, per cercare il giusto equilibrio tra sviluppo e sostenibilità ambientale. Senza esasperare i contrasti». Luigi Sportelli, Assindustria Taranto, invoca un «processo» interno nei confronti del presidente di Confindustria Puglia. «Le sue dichiarazioni sono ultronee, non pertinenti né concordate — sostiene Sportelli —. E non sono nel nostro stile. Si tratta di un fatto molto grave. Martedì abbiamo convocato un direttivo nel corso del quale valuteremo l’accaduto e, molto probabilmente, prenderemo le distanze dalle affermazioni di Bozzetto. L’interruzione delle trattative è un pericolo da scongiurare». Piernicola Leone De Castris, da Lecce, riconosce invece il «disagio patito dalle imprese su questo tema» e invita le parti alla «ripresa del dialogo, mantenendo un giusto equilibrio tra rispetto dell’ambiente e esigenze del mercato».
Completamente schierato con Bozzetto, invece, è Giuseppe Marinò che presiede Assindustria a Brindisi. Marinò si associa nella critica senza riserve alla proposta di legge sulle emissioni. «La Puglia non può dotarsi di norme che ledono il principio di concorrenza e condizionano il lavoro degli imprenditori pugliesi rispetto a quello dei vicini imprenditori lucani o campani. Norme che sembrano mirare soltanto a raggiungere il consenso elettorale». Non particolarmente turbato appare Marinò, neppure dai toni. «La polemica non è proprio quello che serve al Paese in questo momento — spiega — e tuttavia se la sortita di Bozzetto innescherà una riflessione su scelte che devono essere condivise, ben venga. Per me lui e Vendola potrebbero litigare fino a Natale, se questo si rilevasse funzionale al confronto. Non si possono guardare gli imprenditori come fossero nemici». (CdM)
Introna: attenzione concreta della Regione al mondo delle imprese
BARI. “Regione e industriali devono riprendere la via del confronto, franco ma sereno, nell’interesse dell’ambiente e della salute dei pugliesi, che chiedono di coniugare sviluppo e tutela del territorio”. Dal presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, arriva un invito a superare il clima determinato dalle dichiarazioni di Confindustria e a ritrovare un confronto utile alla comunità regionale.
“Fino a questo momento la politica della concertazione col partenariato ha dato i risultati sperati – osserva Introna – in questo ambito, il dialogo col sistema imprenditoriale ha portato la Puglia in testa alle classifiche nazionali degli investimenti nell’innovazione e soprattutto dell’export e delle energie rinnovabili. Il Pil del turismo è cresciuto di quasi 5 punti fino al 2011”.
Poco meno di 4mila aziende pugliesi di ogni settore si sono viste attribuire risorse regionali, per investimenti pari a 1 miliardo 300 milioni di euro e la Regione si è pure fatta carico del disagio delle imprese, attivandosi per l’erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga. Si tratta di aspetti “estraneamente concreti”, secondo il presidente: “nel rapporto con il mondo produttivo la Regione Puglia non resta inerte davanti ai problemi, ha scelto un profilo di grande responsabilità, distinguendosi dal governo nazionale, che annuncia ma non attiva compensazioni tra i crediti delle imprese nei confronti dello Stato e i tributi dovuti dalle stesse all’erario. Dalle dichiarazioni all’effettiva erogazione i tempi restano lunghi. Se Roma si limita a dettare principi, ma non dà disposizioni alle amministrazioni periferiche su come procedere alla compensazione tra crediti e debiti degli imprenditori, possono passare ancora mesi. Le rimesse potrebbero arrivare alle ditte quando ormai è troppo tardi. Al danno si aggiungerebbe la beffa”.
La Regione non trascura chi fa impresa in Puglia e non c’è nessun accanimento normativo contro le iniziative imprenditoriali, “lo posso affermare da ex assessore all’ambiente, che ha trattato con Ilva, Eni, Enel – sostiene Introna – ma nessuno può dimenticare che lo sviluppo va coniugato con la salute e la sicurezza dei cittadini. È finito il tempo in cui in nome della crescita si esponevano bambini, donne e uomini a livelli di rischio oggi intollerabili”.
“Alle iniziative legislative di tutela della Regione Puglia le imprese hanno risposto. L’Ilva ha fatto sforzi sulle emissioni inquinanti, i veleni sono stati riconosciuti e intercettati, la diffusione di diossina è stata ridotta, ma la guardia deve restare alta: le rilevazioni e gli indicatori sociosanitari ci dicono che tutto questo non è ancora sufficiente. Tanto più sarebbe ragionevole – conclude il presidente del Consiglio regionale – riprendere la strada di una fattiva collaborazione, continuando ad inseguire lo sviluppo, ma in condizioni ambientali rassicuranti per tutti i cittadini”. Adriana Logroscino (Giornale di Puglia)
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