mercoledì 23 maggio 2012
Cassa aperta al porto!
Accordo su Tct, in «cassa». 500 lavoratori a Taranto
Di questi tempi può definirsi un successo. Parliamo della cassa integrazione guadagni straordinaria che alla Taranto container terminal evita, finalmente, la mobilità per 160 lavoratori portuali.
Ieri la firma negli uffici della Provincia. Era una «controversia collettiva», termine tecnico, che sottendeva la paura e la rabbia di 160 famiglie. La mobilità è una passerella, fragile, sottile, verso il vuoto del licenziamento. Un autunno, un inverno, una primavera, gli ultimi otto mesi, in bilico sull’esile filo di una trattativa. Che sembrava svoltare sempre verso il peggio. e che, malgrado la firma dell’accordo generale per lo sviluppo dei traffici containerizzati, qualche settimana fa, da parte di Taranto container terminal (società del Gruppo Evergreen) e dell’Autorità portuale non riusciva a chiudersi. Come una ferita.
Centro l’intesa tra la società Tct e i sindacati dei trasporti: Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti bisogna immaginare, da un lato del tavolo, il direttore generale della Taranto container terminal, Bruce Coupland, accompagnato dai vertici aziendali; dall’altro i segretari generali della categoria: Oronzo Fiorino (Filt Cgil), Nicola Resta (Fit Cisl) e Franco Castellano (Uil Trasporti). Trattativa a buon fine. La «cassa» parte dal 28 maggio. «L’accordo - recita il comunicato congiunto di Autorità portuale e Provincia - comporta la decadenza dalla procedura di mobilità di 160 lavoratori avviata nel corso di febbraio. Si è dato corso ad uno degli impegni presi da Tct con la sottoscrizione dell’accordo sui traffici cointainer grazie allo sforzo dell’assessorato provinciale alle Politiche del lavoro, dell’Autorità portuale, dei sindacati».
«Superata la problematica occupazionale - prosegue la nota - si potrà dar corso a tutte le altre attività riguardanti la riqulificazione infrastrutturale per lo sviluppo dei traffici». La cassa integrazione interesserà un numero massimo di 500 lavoratori. Di questi 100 tra impiegati e quadri e 400 operai. Per la durata di 14 mesi a rotazione. «L’Autorità portuale e l’assessore provinciale Luciano De Gregorio - conclude la nota - hanno condiviso la necessità di avviare un confronto sulla riqualificazione del personale della Taranto container terminal da allargare, eventualmente, all’intero ambito portuale. Il 29 maggio le parti si incontreranno nella sede dell’Autorità portuale».
E per una vertenza che trova soluzione, sia pure temporanea, guardando agli sviluppi futuri della crisi, un’altra vede aprirsi una fase calda. Parliamo del call center di Teleperformance. Le segreterie nazionale, regionale, provinciale del sindacato Slc Cgil hanno scritto al ministro del Lavoro Elsa Fornero, al presidente del Consiglio Mario Monti, che è anche ministro dell’Economia. Chiedono l’intervento del governo sull’iter del decreto di concessione della cassa integrazione (firmata lo scorso gennaio) ai lavoratori del call center. «Siamo giunti - scrivono i rappresentanti sindacali - al quarto mese di pagamento della cassa integrazione sui quattro previsti dall’accordo. L’Inps paga gli anticipi, ma in assenza del decreto si corre seriamente il rischio che diverse centinaia di lavoratrici e lavoratori rimangano a breve senza retribuzione o con una retribuzione molto bassa». Andrea Lumino, della segreteria Slc Cgil di Taranto, ha chiesto alla Prefettura e a Teleperformance un incontro per valutare il percorso del decreto senza il quale potrebbero sorgere nuovi problemi per i lavoratori del call center in cassa integrazione. (GdM)
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