lunedì 27 febbraio 2012

Un Buffo parla all'altro...

Il rappresentante della direzione per qualità sicurezza e ambiente
Ilva: «ecocompatibilità irrinunciabile»
Le parole di Buffo dopo l'ordinanza del sindaco Stèfano sull'abbattimento delle emissioni nocive entro 30 giorni

«È auspicabile che in questa fase rimanga ferma la volontà di dialogo tra le istituzioni e l'industria perché anche per noi, soprattutto per noi, raggiungere elevati livelli di ecocompatibilità degli impianti è un obiettivo irrinunciabile». Lo sottolinea in una nota Adolfo Buffo, rappresentante della direzione per qualità sicurezza e ambiente dell'Ilva di Taranto, commentando l'ordinanza con la quale il sindaco di Taranto, Ippazio Stefano, impone all'azienda siderurgica di adottare una serie di provvedimenti per limitare o abbattere le emissioni nocive entro 30 giorni a partire dalla notifica dell'atto. In caso di mancata osservanza, il primo cittadino chiede di sospendere l'attività. «Stiamo valutando con la dovuta attenzione - osserva Buffo - i contenuti dell'ordinanza. La valutazione che stiamo svolgendo è sia sulla fattibilità degli interventi richiesti sia sulla loro legittimità. Per quanto riguarda la fattibilità - prosegue il dirigente dell'Ilva - abbiamo già detto la scorsa settimana di come siamo pronti a partire con il campionamento di lungo periodo. Aspettiamo che siano le Istituzioni preposte ad indicarci la tecnologia da utilizzare. Sul versante della riduzione delle polveri è un obiettivo su cui stiamo lavorando da anni e su cui continueremo ad impegnarci».

Buffo fa presente che il gruppo Riva si aspettava questa ordinanza «perché la pressione dell'opinione pubblica e dei media è molto elevata ed è normale che le Istituzioni si muovano tutelandosi, nonostante sia emerso il nostro pieno rispetto dei limiti di legge vigenti. Siamo peraltro perplessi su come le conclusioni della perizia (sulle emissioni dello stabilimento disposta dal gip di Taranto nell'ambito di un incidente probatorio, ndr) siano diventate prematuramente delle certezze, senza che ancora si sia attivato un contraddittorio tra le parti e senza valutare che nella perizia stessa permangono molti dubbi e incertezze».
(CdM)

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