Emergenza cozze, da gennaio 2012 limiti più bassi per il Pcb. Novellame a rischio
La comunicazione della Regione è arrivata alla Asl ionica ieri mattina (6 dicembre, ndr). In base al Regolamento europeo n. 1881/2006 (sottoposto a modifiche), dall’1 gennaio 2012 si abbasseranno i limiti massimi per Pcb e diossine-simili negli alimenti e nei mangimi. Nel caso delle cozze si passerà da 8 picogrammi al grammo a 6,5. La notizia ha fatto presto ad arrivare alle orecchie di alcuni mitilicoltori del primo seno di Mar Piccolo, sempre più preoccupati per quanto potrà accadere al novellame.
«Bisogna spostare il seme con la massima urgenza, prima che sia troppo tardi – ha dichiarato Luciano Carriero, uno degli allevatori danneggiati dall’emergenza Pcb – non possiamo rischiare di superare i nuovi limiti e di perdere anche la produzione del 2012. Ci è stato consigliato di trasferirci provvisoriamente a San Vito, in attesa di avere l’ok per le nuove aree di Mar Grande. Ma perché dovremmo fare un doppio trasferimento, pure a nostre spese? E poi il mare davanti a San Vito non è produttivo».
L’appello è rivolto alle istituzioni ed, in particolare, al Comune: «Deve rilasciare subito le concessioni in deroga per le nuove aree – ha proseguito Carriero – l’Arpa, invece, deve far partire immediatamente la classificazione delle acque per la mitilicoltura». L’appello a far presto viene rinnovato anche da Michele Conversano, responsabile del Dipartimento di Prevenzione della Asl ionica: «Il trasferimento del novellame era un’urgenza fino a ieri e lo è, a maggior ragione, adesso».
I nuovi limiti sul Pcb costringeranno la Asl a rivedere i piani relativi al monitoraggio. Un’incombenza non di poco conto. Massimo Giusto, presidente del Centro Ittico Tarantino, ha commentato così la novità: «Bisogna far presto sia per le nuove aree, che per le bonifiche. I mitilicoltori devono salvare il novellame, ma devono avere anche la possibilità di tornare nel primo seno di Mar Piccolo. Insieme all’Amministrazione Comunale stiamo mettendo in campo tutte le energie per trovare delle soluzioni».
Una risposta si attende, infine, dalla Regione in merito alla deroga per l’utilizzo delle aree in Mar Grande, a meno di 500 metri dalla costa, dove ci sono alcuni scarichi di emergenza dell’Aqp. La situazione appare quanto mai complessa, mentre il tempo per agire è sempre più limitato.
Alessandra Congedo (Corriere del Giorno)
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