Tempa Rossa e centrale Enipower, i dubbi dell’Arpa
Ieri i dirigenti dell'Agenzia regionale sono stati ascoltati in Commissione ambiente
Emissioni di idrogeno solforato, progetto Tempa Rossa e nuova centrale Enipower: su questi tre temi si è concentrata, ieri mattina, la commissione Ecologia e Ambiente del Comune. Un’occasione importante per approfondire le principali problematiche collegate alla Raffineria Eni insieme ai rappresentanti di Arpa Puglia, Maria Spartera e Roberto Giua. Presenti anche Vanni Ninni, portavoce del comitato “1.000 per Taranto”, e Roberto Missiani, ambientalista intervenuto nella qualità di genitore. L’attenzione della commissione si è focalizzata soprattutto su una relazione dell’Arpa presentata ad Ecomondo (la fiera dell’Ecologia svoltasi a Rimini a novembre), che ha per oggetto “la problematica olfattiva correlata alla dispersione di idrogeno solforato e mercaptani nell’aria del porto di Taranto”. Per tredici giorni, dal 13 al 25 maggio del 2009, Arpa Puglia ha effettuato una campagna di monitoraggio che si è avvalsa di un analizzatore di gas, denominato AirMedor, posto in un laboratorio mobile collocato tra il quarto sporgente e il pontile Eni.
“Per tre giorni consecutivi – si legge nella relazione – si sono registrati picchi di concentrazione di quasi tutte le sostanze odorigene monitorate e durante questi eventi il vento spirava in prevalenza dal quadrante Nord-Ovest, quindi è probabile che gli inquinanti provenissero da questo settore, in cui si trova il sito Eni di stoccaggio di prodotti petroliferi”. Sui valori registrati si è soffermato Ninni: «Ci sono stati picchi di idrogeno solforato di circa 13 ppb. Per rendersi conto della loro gravita basta sapere che il Governo Federale degli Stati Uniti consiglia di fissare il limite massimo a 1 ppb». Va detto che l’idrogeno solforato è una sostanza fortemente velenosa la cui tossicità è paragonabile a quella del cianuro.
Sui suoi effetti si è espresso Giua a margine della riunione: “Quei valori riguardavano la zona del porto. Le persone che erano sul posto hanno sicuramente avvertito un odore forte. Oltre ad effetti sull’umore, potrebbero aver subito effetti fisici di tipo irritativo. Il fatto che i picchi si siano registrati in tre giorni su tredici fa pensare che si tratti di un fenomeno frequente. Purtroppo la normativa attuale non prevede limiti per gli ambienti di vita, ma solo per le emissioni convogliate ai camini». L’auspicio espresso dal rappresentante dell’Arpa è che i paletti fissati in sede di Autorizzazione Integrata riescano a eliminare il più possibile tutte le emissioni fuggitive, comprese quelle di idrocarburi.
Nei mesi scorsi, l’Arpa ha trasmesso un’informativa alla Procura della Repubblica per segnalare sia la problematica delle sostanze odorigene che quella relativa alla frequente accensione delle torce. La Spartera ha poi ribadito le perplessità dell’Arpa sul progetto Tempa Rossa: “A Taranto avrebbe luogo lo stoccaggio di greggio di cattiva qualità e ci sarebbe un aumento del 12% delle emissioni non convogliate. Perplessità che abbiamo segnalato in una lettera inviata a Regione, Provincia e Comune”. Dubbi sono stati espressi dalla Spartera anche sulla nuova centrale Enipower: «Su questo progetto non abbiamo preso una posizione ufficiale perché nessun ente ce lo ha chiesto, ma il nostro giudizio è negativo. Il progetto prevede una sovrapproduzione enorme di energia. Ci dicono che sarà messa in vendita, ma ci sorge il dubbio che sia un passo verso il raddoppio della Raffineria”. Da segnalare, infine, che il comitato “1.000 per Taranto” ha sollecitato la revisione del Piano di Emergenza Esterno per tutelare la città dal rischio di incidenti rilevanti. Questione che sarà posta all’attenzione del nuovo prefetto. Inoltre, i punti trattati ieri dalla Commissione saranno segnalati al sindaco Stefàno. (CdG)
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