La centrale di Cerano la più dannosa d’Italia
E’ la centrale termoelettrica Enel Federico II di Cerano l’impianto industriale più costoso in Italia in termini di salute e “anni di vita persi” per le popolazioni vicine. Il dato non proviene questa volta da un’associazione ecologista locale. Ma dalla massima autorità del settore: l’Agenzia europea per l’ambiente. E’ tutto contenuto nel rapporto annuale reso pubblico lo scorso 24 novembre sul sito internet dello stesso organismo della Ue, nel quale l’Agenzia analizza le emissioni dei 622 impianti industriali più inquinanti in Europa. In questa classifica la centrale di Brindisi Cerano è al 18esimo posto; l’Ilva di Taranto al 52esimo. Nello stilare il rapporto L’Eea (Euorpean enviroment agency) ha utilizzato i dati dell’inventario europeo delle emissioni registrante nel 2009 riguardanti l’anidride carbonica, cinque altri gruppi di inquinanti atmosferici (nitrati, anidride solforosa, ammoniaca, gas organici, particolato sottile) e un gruppo aggregato di microinquinanti (metalli pesanti, 1,3-butadiene, benzene, idrocarburi policiclici aromatici e diossine).
Questi dati sono quindi stati “tradotti” in un linguaggio di più immediata comprensione per i non avvezzi a grafici e numeri che forse, meglio di ogni altra cifra, lascia percepire d’acchito la portata delle conseguenze di queste emissioni in termini di costi economici per la salute e benefici. Per gli inquinanti aventi un effetto sanitario locale e regionale è stato così calcolato sia il “voly” (valore degli anni di vita persi), sia il “vsl” (il valore della vita statistica). (Senzacolonne)
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