Tagli ai treni, la protesta sul web: «Non isolate Taranto»
«Non isolate Taranto, salviamo la stazione di terra ionica». Nel tempo in cui la protesta scorre sul filo virtuale dei social network non deve assolutamente stupire che su Faceb ook sia nata un’iniziativa simile. E su questa bacheca elettronica in pochi giorni sono stati davvero in tanti ad... affiggere i loro messaggi contro la decisione di Trenitalia. O meglio, contro la politica dell’azienda ferroviaria pubblica che sacrificando Taranto ed il Salento sull’altare dei collegamenti ad alta velocità isolerà di fatto il capoluogo ionico penalizzandolo nei collegamenti da e per Milano e Torino. Penalizzazioni che arrivano, peraltro, dopo i tagli già inferti l’anno scorso con il depotenziamento dei collegamenti con la Capitale. Ora dal 12 dicembre, a meno che la protesta dei sindaci pugliesi non ottenga concreti risultati, quest’isolamento si materializzerà ancor più. E una volta introdotto l’orario invernale sarà problematico, se non impossibile, tornare indietro.
Si diceva di Facebook. Questo gruppo è nato per iniziativa del giovane Michele Pierri, responsabile provinciale Formazione politica e rapporti con la stampa del Pd e di Luciano Santoro, capogruppo in Provincia del Partito democratico. Il gruppo, che in soli due giorni ha superato i 300 iscritti, vuole denunciare e «creare consapevolezza e coesione popolare - scrivono i fondatori del gruppo - per contrastare il crescente isolamento in cui versano Taranto e la terra ionica a causa dei continui tagli ai collegamenti ferroviari a lunga percorrenza (notturni e non) per alcune delle principali città italiane: Roma, Milano, Torino e Bologna». Pierri e Santoro non hanno dubbi: «Taranto è una grande città industriale del Mezzogiorno d'Italia e i suoi cittadini meritano la stessa considerazione di altri territori e il rispetto di un diritto inalienabile: quello alla mobilità».
Intanto nei giorni scorsi in Provincia si è tenuto un vertice proprio sulla questione-treni. Il presidente, Gianni Florido, e l’assessore regionale ai Trasporti, Guglielmo Minervini, hanno illustrato le richieste che saranno portate all’attenzione del governo ed in particolare del ministro dei Trasporti, Corrado Passera, e dell'amministratore delegato di Trenitalia, Mauro Moretti. Innanzitutto, il ripristino dei treni notturni Catanzaro-Taranto-Torino e Reggio Calabria-Taranto-Milano. Poi si chiede l’an - ticipazione della partenza da Taranto di almeno un treno «Freccia Argento» o «Freccia bianca», il collegamento veloce con Bari per le coincidenze dei treni che attraversano la dorsale adriatica e, per i percorsi non serviti, la possibilità di agganciare a Taranto, ai treni a lunga percorrenza, almeno quattro vagoni.
Il 7 dicembre, intanto, i sindaci del Mezzogiorno protesteranno a Roma contro la politica industriale di Trenitalia. «Non possiamo continuare a subire - ha detto nei giorni scorsi Florido - decisioni calate dall’alto. Attendiamo risposte concrete, in caso contrario partirà la nostra mobilitazione. È il minimo che potessimo chiedere. Per la dorsale adriatica e tirrenica è giusto che da Taranto partano almeno quattro vetture, una delle quali di prima classe. Il treno Reggio Calabria-Milano, ad esempio, arriva da noi dopo aver sostenuto già sei o sette ore di viaggio. Non solo arriva pieno, ma anche sporco».
Il sindaco di Taranto, Ezio Stefàno, che ha partecipato alla riunione a Foggia in cui è stata programmata la protesta del 7 dicembre, ha fatto presente che «mentre a Roma si inaugura la nuova stazione ferroviaria di Tiburtina e si prevede l’impiego di 150 nuovi “Freccia rossa”, da quest’altra parte si dimenticano gli studenti, le persone che al Nord vanno per curarsi e chi viaggia in treno per recarsi al lavoro». (GdM)
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