Dal Cloro Rosso di Taranto:
Giovedì 30 settembre 2010 il Centro Sociale Cloro Rosso parteciperà alla conferenza stampa, promossa dalla Fiom-Cgil di Taranto, per presentare il progetto “Palafiom bene comune”, al quale aderiamo con grande convinzione.
Dopo le vicende dello sgombero della ex scuola Martellotta, abbiamo raccolto uno dei pochi aiuti rivolto concretamente nei nostri confronti, per ovviare all’emergenza di spazi sociali a Taranto. Un’emergenza che riguarda i temi dell’aggregazione delle nuove generazioni e non, dell’ accessibilità allo sport, ai saperi e alla cultura slegate da logiche di mercato e profitto. Aiuto, è bene sottolinearlo, propinato non da un’istituzione ma dal sindacato piu’ rappresentativo dei metalmeccanici italiani. Ci sembra quanto mai doveroso che il glorioso palazzetto dello sport di via golfo di Taranto, nato nel lontano 1991, torni ad essere punto di riferimento non solo per il quartiere salinella, all’interno del quale operiamo da piu’ di due anni e mezzo, ma anche per tutte quelle fasce sociali che vivono in prima persona gli effetti della crisi e che non godono dei dispositivi di welfare per far fronte ad essi. Ricreare un humus sociale, che permetta di sviluppare una comunità solidaristica e una fitta rete di relazioni umane, condividiamo sia l'obiettivo e la sfida che la Fiom, i movimenti e le associazioni lanciano alla città di Taranto. In primis puntando allo sport popolare, antirazzista ed accessibile a tutti, ma anche rilanciando attività culturali, musicali e politiche. Tutte categorie appartenenti alla sfera dei "beni comuni immateriali" nei confronti delle quali le istituzioni, in particolar modo a Taranto e in primis dopo lo sgombero del centro sociale cloro rosso, stentano a dare risposte. In tal senso pensiamo che il Palafiom, e con esso l’esperienza vincente della Palestra Popolare Mustakì, possano essere definiti anch’essi dei "beni comuni" della città di Taranto, da difendere e da rilanciare socialmente. A maggior ragione se in un periodo storico dove i beni comuni, non solo a livello concettuale, sono visibilmente sotto attacco. Ci sono molti mondi, naturali e anche molte idee e molte pratiche, che non sono né pubbliche né private, sono cioè parte di una autorganizzazione della comunità o delle diverse comunità. La cosa più importante e anche più bella che ci insegnano le comunità zapatiste è il senso di sperimentazione della loro azione politica.
La sperimentazione è l'unica maniera di conquistare forme di autogoverno e per tanto forme di gestione del comune.
Dopo le vicende dello sgombero della ex scuola Martellotta, abbiamo raccolto uno dei pochi aiuti rivolto concretamente nei nostri confronti, per ovviare all’emergenza di spazi sociali a Taranto. Un’emergenza che riguarda i temi dell’aggregazione delle nuove generazioni e non, dell’ accessibilità allo sport, ai saperi e alla cultura slegate da logiche di mercato e profitto. Aiuto, è bene sottolinearlo, propinato non da un’istituzione ma dal sindacato piu’ rappresentativo dei metalmeccanici italiani. Ci sembra quanto mai doveroso che il glorioso palazzetto dello sport di via golfo di Taranto, nato nel lontano 1991, torni ad essere punto di riferimento non solo per il quartiere salinella, all’interno del quale operiamo da piu’ di due anni e mezzo, ma anche per tutte quelle fasce sociali che vivono in prima persona gli effetti della crisi e che non godono dei dispositivi di welfare per far fronte ad essi. Ricreare un humus sociale, che permetta di sviluppare una comunità solidaristica e una fitta rete di relazioni umane, condividiamo sia l'obiettivo e la sfida che la Fiom, i movimenti e le associazioni lanciano alla città di Taranto. In primis puntando allo sport popolare, antirazzista ed accessibile a tutti, ma anche rilanciando attività culturali, musicali e politiche. Tutte categorie appartenenti alla sfera dei "beni comuni immateriali" nei confronti delle quali le istituzioni, in particolar modo a Taranto e in primis dopo lo sgombero del centro sociale cloro rosso, stentano a dare risposte. In tal senso pensiamo che il Palafiom, e con esso l’esperienza vincente della Palestra Popolare Mustakì, possano essere definiti anch’essi dei "beni comuni" della città di Taranto, da difendere e da rilanciare socialmente. A maggior ragione se in un periodo storico dove i beni comuni, non solo a livello concettuale, sono visibilmente sotto attacco. Ci sono molti mondi, naturali e anche molte idee e molte pratiche, che non sono né pubbliche né private, sono cioè parte di una autorganizzazione della comunità o delle diverse comunità. La cosa più importante e anche più bella che ci insegnano le comunità zapatiste è il senso di sperimentazione della loro azione politica.
La sperimentazione è l'unica maniera di conquistare forme di autogoverno e per tanto forme di gestione del comune.
CENTRO SOCIALE CLORO ROSSO TARANTO
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