Caro Presidente Vendola,
forse avrà appreso dalla stampa di oggi la forte denuncia all'opinione pubblica che Altamarea, a cui mi onoro di appartenere, ha lanciato contro lo scellerato Decreto Legislativo 155/2010 che stabilisce che i tarantini, specialmente gli abitanti del quartiere Tamburi ed i loro bambini, devono continuare a respirare benzo(a)pirene che come Lei sa bene, è il più terribile cancerogeno tra gli idrocarburi policiclici aromatici. Lei ricorderà certamente che Altamarea a maggio ha avviato un'azione ben argomentata e pressante su di Lei, Presidente della regione Puglia, per intervenire sulla questione B(a)P con i poteri che la legge Le attribuiva.
Il 7 giugno l'assessore Nicastro incontrò una delegazione di Altamarea, c'ero anche io, e il dr. Nicastro le riconobbe la correttezza della posizione ed assicurò, con un comunicato ufficiale, che la Regione Puglia si sarebbe attivata proprio nella direzione indicata da Altamarea.
Il 30 luglio scorso, 22 cittadini e 10 associazioni e comitati sanitari ed ambientalisti di Taranto hanno "integrato la diffida" nei Suoi confronti ad operare per risolvere il dramma del B(a)P.
Mercoledì 15 settembre, ormai scaduti nel "silenzio" i 30 giorni di prassi, alcuni cittadini di Taranto aderenti ad Altamarea, me compreso, hanno conferito a un avvocato, anch'esso membro di Altamarea, l'incarico di ricorrere al TAR di Lecce avverso il "silenzio" del Presidente della Regione Puglia che non aveva ancora esercitato i poteri che la legge Gli conferiva.
Proprio lo stesso 15 settembre sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il D. Lvo 155/2010 che toglie a Lei i poteri per agire contro le scellerate emissioni di B(a)P come Altamarea aveva richiesto e contemporaneamente decreta che l'Olocausto ambientale dei tarantini può continuare legalmente.
In virtù dell'impegno che Lei ha preso soprattutto con i bambini di Taranto, Le chiedo di scendere in campo immediatamente a fianco e sostegno di Altamarea che ha individuato, d'impulso, le linee guida della reazione a un delitto gravido di conseguenze mortali.
Alle linee guida indicate nella nota di Altamarea che riporto di seguito aggiungo una mia personale considerazione. L'accumularsi di situazioni molto negative, disoccupazione dilagante, inquinamento di origine industriale a livelli che non hanno pari in Europa, mancanza assoluta persino di prospettive di sviluppo economico incluso quelle collegate con il porto civile e con le installazioni della Marina Militare, fanno sì che Taranto è come un vulcano sommerso in piena ebollizione, pronto ad esplodere per l'innesco di qualche "Ciccio Franco", che sfrutti la vecchia inclinazione dei tarantini ad affidarsi a sedicenti donne o uomini forti.
Spero che Lei risponda subito a questo accorato appello di un cittadino profondamente preoccupato per il destino di Taranto.
Biagio De Marzo, Coordinamento Altamarea
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