Grottaglie. Lo scempio continua a La Torre Caprarica: Comune e Regione approvano i progetti della Castelli srl.
Il Consiglio comunale di ieri 3 dicembre, Giunta presieduta dal sindaco Bagnardi, ha rilasciato alla ditta Castelli srl parere favorevole per la realizzazione di un impianto per la produzione di calcestruzzi. Due masi fa, il 5 ottobre u.s., la Regione ha rilasciato parere favorevole di compatibilità ambientale, sempre alla Castelli srl e sempre nella stessa zona, per un progetto di ampliamento per una cava di calcare.
Gli impianti autorizzati sorgono entrambi in località La Torre Caprarica e riguardano il foglio di mappa 77. Quello in cui si trovano il I e II lotto della discarica gestita da Ecolevante spa, in fase avanzata di copertura e post gestione.
Proprio lo stesso foglio nella cui area si trovava il Presidio No Discariche, costituito da una roulotte e qualche gazebo e che, ai proprietari del suolo in cui esso sorgeva, causò un’ordinanza di “demolizione di opere abusive” da parte del comune di Grottaglie, la n.12 dell’8 gennaio 2008.
Con le seguenti motivazioni: perché il Presidio ricadeva “in area sottoposta a vincolo idrogeologico e forestale”; perché “secondo le previsioni del PUTT/P ricade in area qualificata paesaggisticamente come Ambito territoriale esteso di tipo D e, specificatamente, in zona sottoposta a vincoli idrogeologici”.
Con quale criterio allora il Consiglio comunale ha approvato l’impianto di calcestruzzi della Castelli srl? E, ancora prima, con quale criterio fu espresso nel 1998 e nel 2000, dalla Giunta presieduta dal sindaco Vinci, parere favorevole per la realizzazione del I e del II lotto della discarica gestita da Ecolevante spa?
Un mese fa la Regione non è stata da meno, per il rilascio della compatibilità ambientale (VIA) per il progetto della Castelli srl per l’ “ampliamento per una cava di calcare” che “alla fine della coltivazione risulterà approfondita in media di circa 30 metri”, e per la quale il progetto prevedeva l’uso di esplosivo.
Lo dimostra, ad un’analisi che sia appena non superficiale, l’iter che ha portato al rilascio della VIA, con determina n.450 del 5 ottobre 2010 facilmente reperibile sul sito della Regione Puglia.
Dopo un primo parere favorevole del 2005 (i 2 lotti della discarica Ecolevante erano ancora in esercizio), il Comitato regionale preposto al rilascio della VIA, alla rinnovata presentazione del progetto nel 2008, in un primo tempo esprime parere non favorevole perché “non si tratta di ampliamento in quanto l’area da ampliare è ad oggi utilizzata non più ad attività estrattiva, bensì a discarica [I e II lotto ndr] e perché, tra l’altro, “l’area è soggetta a vincolo idrogeologico, interessata da macchia e biotipi, soggetta ad usi civici … , classificata dal PUTT/P come A.T.E.”. Poi invita la ditta a rinnovare l’istanza “essendo mutate le condizioni iniziali dei luoghi… e risultando tali modificazioni sostanziali tanto da indurre impatti che necessitano di nuovo Studio di Impatto Ambientale”.
La ditta Castelli sempre eccepisce e presenta nuova documentazione, che include persino una relazione del SEI “sulla compatibilità di uso di esplosivo” (in zona limitrofa al I e II lotto!!!).
E una “istanza di concessione in sanatoria per pozzo artesiano” a garanzia della protezione dei biotipi (!), oltre a un “verbale di impatto attività sulla macchia”.
Alla fine, e son passati 5 anni dalla prima istanza e 2 dalla seconda, il Comitato regionale di VIA “preso atto delle controdeduzioni e della documentazione allegata pervenuta” esprime il 5 ottobre scorso “parere favorevole di compatibilità ambientale alle seguenti condizioni: che per l’estrazione non venga fatto uso di esplosivi; che venga acquisito lo studio richiesto dalla Provincia di Taranto, redatto da tecnico abilitato, contenente la dimostrazione che l’attività non conduce alcun effetto sulla stabilità del limitrofo impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi [discarica Ecolevante ndr]”.
Totale silenzio sia sui vincoli che sul fatto che non si tratta di ampliamento. Mentre le condizioni sono state imposte dalla Provincia di Taranto che, su richiesta della Regione, ha espresso il suo parere favorevole condizionandolo al non uso di esplosivi e alla presentazione dello studio di cui sopra.
Cosa sarebbe successo se la Provincia non avesse risposto alla richiesta di parere del Comitato di VIA, così come ha fatto il Comune di Grottaglie di cui, si legge nella determina, “non risulta pervenuto il parere”?
E ora, chi sorveglierà affinché le condizioni imposte dalla Regione alla Castelli srl siano rispettate? E che valore ha un simile parere favorevole così pesantemente condizionato?
Ma gli interrogativi potrebbero continuare. Ne basta un altro solo: che fine farà l’enorme cava, che alla fine risulterà “approfondita in media di circa 30 metri”, se “la stessa società Castelli aveva in esercizio la cava di calcare da frantumazione in corrispondenza dei terreni …. del Foglio parcellare 77…, oggi adibiti a discarica di rifiuti speciali non pericolosi attualmente gestita dalla società Ecolevante ed attualmente in fase avanzata di copertura e di post gestione”, come recita la stessa determina a pag. 5 ?!
O andremo sempre avanti così, con cave, discariche, impianti di calcestruzzi e quindi cave ecc…, per poi sentire i Sindaci che per questioni umanitarie gridano il loro rifiuto se il presidente della regione sempre “per questioni umanitarie” offre la Puglia per l’emergenza rifiuti in Campania?
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