L’Eni si riaccende…
Foto e post su Facebook di Alessio Leone. Noi ci siamo permessi di prelevare la segnalazione dal social e ve la proponiamo, così per ricordare a tutti, semmai ce ne fosse bisogno, che l’impatto inquinante sulla città da parte delle grandi industrie c’è. A prescindere dai dati e dalle polemiche.“ENI di Taranto, foto delle ore 18.40 del 20.12.2015. Fiaccole d’emergenza accese per oltre tre quarti d’ora all’ENI di Taranto. La cugina silenziosa dell’ILVA, parente subdola del rottame assassino che produce acciaio, morte, malattie, povertà e disperazione, anch’essa protetta a suon di decreti e provvedimenti legislativi ad hoc, non perde mai occasione di mostrarci i propri orrori. La S.S. 106 è pervasa, intrisa di aria irrespirabile, frutto dell’immissione in atmosfera di derivati di raffinazione bruciati in emergenza, probabilmente per la solita, annosa motivazione, ossia in classico, generico black-out, da dare in pasto alle autorità che, puntualmente, devono prenderlo per buono. Ammesso che sua Maestà ENI ritenga opportuno dare giustificazioni di un evento anomalo ad autorità locali i cui poteri sono stati schiacciati dai lasciapassare vari che lo Stato ha gentilmente donato, avocando a se ogni determinazione di politica energetica nazionale.
ENI, come ILVA è “strategica”; ciò basta a giustificare tutto e ad accogliere con o senza sdegno, gioia, convinzione, informazione anche il prossimo scempio che stanno per ultimare nella nostra terra, e mi riferisco, ovviamente, a TEMPA ROSSA!!!” (CdT)
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