giovedì 9 maggio 2013

Il dito nel formicaio


Il procuratore generale attacca i sindacati sull’Ilva

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L’occasione è il convegno sul ‘caso Ilva’ che si svolge a Lecce. Ed è un atto d’accusa senza precedenti, quello del procuratore generale Giuseppe Vignola. “Sull’Ilva si è registrato negli anni un fragoroso silenzio da parte dei sindacati e una disattenzione dei governi che si sono succeduti a livello locale e nazionale”. Ad ascoltarlo, in platea, anche l’ex presidente della Camera dei Deputati, ed ex sindacalista, Fausto Bertinotti.
Vignola è andato giù pesante, mentre a Taranto rimbalzava la notizia del terzo incidente in due giorni nel siderurgico ionico, criticando quel sindacato che, a suo dire, “ha mantenuto il silenzio nonostante la gravità di una situazione visibile a tutti”, e stigmatizzando l’atteggiamento della proprietà, “che dal 1982 non ha mai inteso adempiere alle prescrizioni della magistratura”.
Il dottor Vignola ha poi aggiunto che “la magistratura non poteva prescindere dall’esercizio dell’azione penale” e che la ricerca di soluzioni che possano salvaguardare i diritti a salute e lavoro “non spetta solo alla magistratura ma a tutti i soggetti istituzionali coinvolti nella vicenda”. Non meno forti le parole del presidente della corte d’appello di Lecce, Mario Buffa: “Dopo la legge ad aziendam fatta dal Governo, della cui costituzionalità continuiamo a dubitare anche dopo la pronuncia della Corte costituzionale di cui attendiamo le motivazioni, c’è il rischio che a Taranto tutto resti come prima”, “va mantenuta alta l’attenzione dell’opinione pubblica”. (La voce di Manduria)


E le formiche, nel loro piccolo (orgoglio residuo), s'incazzano. E viene fuori la solita "supercazzola" all'italiana. Colpa di tutti. Ovvero: colpa di nessuno!!!


Uil Puglia replica a Vignola

“Peccato che le esternazioni del procuratore generale di Lecce, dott. Giuseppe Vignola, arrivino solo adesso, con notevole ritardo. Peccato perché avrebbero potuto contribuire a rompere un lungo periodo di fragoroso silenzio che certo non appartiene al sindacato, che ha, al contrario, spesso espresso le proprie ragioni senza trovare nessun interlocutore, agendo da solo perché isolato da chi, invece, aveva le competenze, mai messe in pratica, per intervenire con decisione ed efficacia sulla questione Ilva”.
Aldo Pugliese, Segretario Generale della UIL di Puglia, si chiede “dove fossero, dal 1960 ad oggi e dal 1995 in poi, ovvero da quando l’Ilva è divenuta un’azienda privata a tutti gli effetti, lo Stato, i Governi che nel frattempo si sono succeduti e i vari ministri all’ambiente? Dov’era e cosa ha fatto la Regione Puglia? Dov’erano e cosa hanno fatto le istituzioni locali, a cominciare dalla Provincia di Taranto e dal Comune? E ci fermiamo qui in quella che sarebbe una lunghissima elencazione di istituzioni competenti e di coloro i quali avrebbero comunque dovuto attivarsi contro un disastro ambientale di dimensioni impressionanti e a favore della tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori ionici e pugliesi e invece hanno agito poco e male”.
“Additare il sindacato – chiosa Pugliese – significa conoscere ben poco la storia dell’Ilva e le conseguenze di una scellerata gestione del siderurgico che il sindacato ha invece denunciato sempre con fermezza e puntualità, pagando tuttavia lo scotto di un ingiusto isolamento che ha penalizzato ogni iniziativa mirata a proteggere l’ambiente e i diritti calpestati, senza troppe remore, dei cittadini e dei lavoratori. Piuttosto che dar vita a processi in contumacia, invitiamo quindi il dott. Vignola, sempre e quando lo ritenga opportuno, a promuovere un confronto schietto con le parti in causa, quantomeno per offrire agli ‘accusati’ la possibilità di difesa e di replica”. (Quotidianoitaliano)

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