sabato 25 maggio 2013

Dimissioni CDA Ilva: come sollevare un polverone per confondere le idee...

Perchè è ciò che le riesce meglio: alzare polveroni!


"Vista la gravità della situazione e incidendo il provvedimento di sequestro anche sulla partecipazione di controllo di ILVA detenuta da RIVA FIRE, i Consiglieri, Bruno Ferrante, Enrico Bondi e Giuseppe De Iure hanno presentato le dimissioni dalle rispettive cariche": queste le parole della nota stampa dell'Ilva con cui si comunicano le dimissioni dell'intero cda.
  "Il sequestro di 8 miliardi di euro" disposto dal gip di Taranto  sui beni della Riva Fire Spa è dunque questa la causa scatenante che ha portato alla drastica decisione.
Decisione che ha messo da subito i politici (non solo i sindacalisti) sull'attenti....
i senatori del PD in primis, gli  eletti in Puglia, Anna Finocchiaro, Nicola Latorre e Salvatore Tomaselli chiedono al governo un incontro urgente, per un'industria come l'Ilva, e "ancora di piu' oggi dopo le dimissioni del Cda conseguenti alla pesante sentenza della magistratura"... e dei pesanti effetti di una criminale e consapevole e continuata emissione di inquinanti da parte dell'Ilva sull'ambiente e sulla salute degli abitanti di Taranto, di questo non parlano i senatori del Pd: questa per loro non è una priorità?
ed ancora il governatore pugliese...anche  Vendola chiede un incontro già lunedì a Palazzo Chigi,  per mettere in sicurezza " la vita della fabbrica e migliaia di posti di lavoro" . E così in un comunicato su press puglia  fa il melodrammatico: "Le notizie di queste ore creano un clima di paura e di tensione sociale."
Come pure melodrammatici sono tanti giornalisti  che striscianti e supini, senza fare un minimo di analisi di ciò che realmente sta accadendo in città e soprattutto in fabbrica scrivono sulla base di "fonti dell'Ilva"...."Con i sequestri disposti dal gip di Taranto «sono a rischio 24 mila posti di lavoro diretti, 40 mila con l'indotto» Sono ben capaci di far parlare ancora e sempre i vertici dell'Azienda senza ascoltare e poi scrivere della voce della città.

Ed è questa la notizia "a rischio i posti di lavoro" che sta girando su tweet, sul web e sulle home dei principali giornali nazionali on line.
Ma pochi sono a chiedersi ad esempio:
 Col persistere di inquinanti nell'ambiente, quante sono le vite a rischio?
A tutti, sembra capire, interessi il destino di tanti operai, ma a chi interessa veramente il destino di tante persone, tra cui tantissimi bambini costretti a convivere con una fabbrica che non rispetta la vita umana.
Bruno Tinti sul Fatto quotidiano è uno dei pochi che scrive la verità, ciò che è veramente successo e del danno che si sta ancora perpetrando su un'intera comunità: "La politica, preoccupata per la perdita di posti di lavoro che ne deriva, inizia una brutta guerra contro la magistratura".
E' questa la grande preoccupazione della politica: la perdita dei posti di lavoro. Come se la "vita" quella reale e non quella potenziale, invece non fosse importante.

 L'Ilva ha avuto fin d'ora la licenza di inquinare. La parola BASTA oltre ai movimenti - comitati - associazioni ambientaliste l'ha messa anche la magistratura, quell'ostile ed antipatica al mondo della politica che la sta facendo pagare a  politici ed amministratori aziendali ....Archinà, Florido e Conserva (chi sarà il prossimo) ... e attraverso il sequestro a Riva Fire di 8 miliardi : "il profitto del reato di inquinamento" come scrive Tinti.
E' ora che quei soldi ritornino ai reali proprietari: i tarantini, quelli che sono stati danneggiati, che sono stati sfruttati in fabbrica, quelli che si sono ammalati.
 


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