I pm di Milano hanno iscritto nel registro degli indagati per truffa
ai danni dello Stato e trasferimento fittizio di beni i proprietari
dell'Ilva, Emilio e Adriano Riva. Altri due professionisti risultano
indagati per riciclaggio. L'inchiesta ha portato al sequestro di un
miliardo e 200 mln dei Riva bloccati nel paradiso fiscale di Jersey.
Provvedimento di sequestro preventivo a carico della famiglia Riva.
Secondo quanto si apprende il provvedimento sarebbe relativo a reati
fiscali e riciclaggio. Sono in corso una serie di perquisizioni. Il
provvedimento è stato firmato dal Gip del tribunale di Milano ed è stato
eseguito dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di
Finanza del capoluogo lombardo e di Varese. Le accuse nei confronti
della famiglia Riva sono di frode fiscale, riciclaggio, intestazione
fittizia e truffa ai danni dello Stato. Gli immobili, i titoli e le
disponibilità finanziarie per un valore totale di oltre un miliardo
sequestrati alla famiglia Riva, sarebbero stati ottenuti sottraendo
soldi all'Ilva. E' quanto avrebbero accertato le indagini della Gdf che
hanno portato all'emissione del decreto di perquisizione e sequestro
GIP CONCEDE DOMICILIARI A PRESIDENTE PROVINCIA - Il gip del
Tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha concesso gli arresti
domiciliari al presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido,
arrestato il 15 maggio scorso per concussione nell'ambito dell'inchiesta
sull'Ilva 'Ambiente svenduto'. Resta in carcere invece l'ex assessore
provinciale all'Ambiente Michele Conserva. Florido si era dimesso da
presidente della Provincia subito dopo l'arresto. Conserva, che risponde
degli stessi reati contestati a Florido (tentata concussione per
costrizione e concussione per induzione ai danni di due funzionari della
Provincia), si era invece dimesso nel settembre dello scorso anno, due
mesi prima di essere arrestato ai domiciliari per altri presunti episodi
di concussione con l'aggravante di aver fatto parte di un'associazione
per delinquere. L'indagine che ha portato agli arresti del 15 maggio
scorso riguarda l'autorizzazione per l'utilizzo della discarica di
rifiuti speciali pericolosi Mater Gratiae, all'interno dello
stabilimento siderurgico e gestita dall'Ilva. Gli altri due arrestati
una settimana fa nella stessa operazione sono l'ex dirigente dell'Ilva
Girolamo Archinà, finito prima in carcere e ora ai domiciliari per
motivi di salute, e l'ex direttore generale della Provincia di Taranto
Vincenzo Specchia, che prima dell'arresto ai domiciliari era segretario
generale del Comune di Lecce. Domani il Tribunale del Riesame esaminerà
il ricorso presentato dai legali di Conserva (gli avvocati Michele
Rossetti e Laura Palomba) contro l'ordinanza di custodia cautelare del
15 maggio. Analogo ricorso è stato presentato dai difensori di Archinà
(i legali Gianluca Pierotti e Giandomenico Caiazza), ma probabilmente
domani vi rinunceranno (ANSA).
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