"Legambiente plaude alla decisione della Regione Puglia di prevedere, con un disegno di legge approvato ieri, misure urgenti per il contenimento dei livelli di benzo(a)pirene nell'area di Taranto, dove insiste un’alta concentrazione di insediamenti industriali, a partire dall’Ilva". Questo il commento di Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia, e Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto, dopo la conferenza stampa odierna dell'assessore regionale all'ambiente Lorenzo Nicastro.
Con questa norma la Regione potrà intervenire in caso di superamento dei livelli accettabili dell'idrocarburo policiclico aromatico, cioè 1 nanogrammo (soglia prevista dal decreto ministeriale del 25 novembre del 1994), rivedendo il recente decreto legislativo (155/2010) che ha rimandato al 2012 il raggiungimento del valore obiettivo fissato dall'Ue.
“Ma l’inquinamento da benzo(a)pirene non riguarda solo Taranto – ha dichiarato il responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani – o altre città industriali come Trieste o Venezia, ma anche capoluoghi come Padova o aree metropolitane come Milano e Torino, dove è rilevante anche il contributo del traffico. Per questo Legambiente ha lanciato una petizione nazionale da far firmare ai cittadini per chiedere al Governo di modificare la legge sul benzo(a)pirene in favore di un maggior controllo e una maggiore protezione per la qualità dell’aria che respiriamo nelle nostre città”.
Per tutelare la salute dei cittadini è necessaria una normativa rigorosa e stringente e l’adozione di interventi di risanamento per ridurre le emissioni atmosferiche di benzo(a)pirene.
“Il Governo italiano – conclude Ciafani - riveda dunque con urgenza il testo del decreto legislativo e si attivi perché sia raggiunto in tutte le grandi città l’obiettivo di 1 nanogrammo per metro cubo”.
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