Barbara Artioli manifesta con questa lettera uno stato di impotenza "davanti a un cielo multicolore che presenta varie sfumature". Come Barbara, quel cielo, noi abitanti di Taranto abbiamo la possililità di osservarlo ogni giorno e domandarci quali siano gli effetti di quei fumi, quali siano i rischi che corriamo ogni giorno a convivere con quei fumi.
Come cittadini a queste domande riusciamo al massimo ad ottenere risposte parziali e molto spesso dettate da una "altra e alta" sovranità latente e sconosciuta a molti, e studi, piccoli studi, e ricerche, piccole ricerche, piccole e spesso non buone.
Come cittadini ci sentiamo derisi. Le istituzioni oltre a essere poco propositive (perchè non propongono un monitoraggio continuo sulla diossina?) fanno poco e niente per garantirci un minimo di sicurezza, non solo non effettuando controlli continui e costanti sulle emissioni delle sostenze inquinanti, ma non impegnandosi nel coinvolgimento dei cittadini (come dovrebbe essere) alle decisioni che riguardano lo stato dell'ambiente in cui gli stessi vivono.
Come cittadini ci sentiamo a volte cavie......... Barbara scrive che a noi che abitiamo a Taranto non è consentito avere diritti e vederli tutelati questi diritti. Dobbiamo al massimo "aspirare" ad essere cavie dei loro esperimenti da laboratorio.
Sì, come quando da una ricerca del CNR venne fuori la notizia della quasi assenza di cocaina nell'aria di Taranto: si è gridato al miracolo! Taranto, città ad alto rischio ambientale, Taranto città con preoccupanti record negativi in termini di inquinamento industriale (sullo stato dell'aria e sulla qualità della vita)! Quando vogliono " loro" noi diventiamo cavie ........... "al punto da configurarsi una situazione limite di cavie in una città- laboratorio su cui sperimentare ancora oggi, gli effetti della più bieca e sordida speculazione industriale" (come scrissi in una lettera pubblicata l'11 giugno sul Corriere del Giorno)
Dal Comitato per Taranto, Antonietta Oliva... alias Antonietta Podda.
Come cittadini a queste domande riusciamo al massimo ad ottenere risposte parziali e molto spesso dettate da una "altra e alta" sovranità latente e sconosciuta a molti, e studi, piccoli studi, e ricerche, piccole ricerche, piccole e spesso non buone.
Come cittadini ci sentiamo derisi. Le istituzioni oltre a essere poco propositive (perchè non propongono un monitoraggio continuo sulla diossina?) fanno poco e niente per garantirci un minimo di sicurezza, non solo non effettuando controlli continui e costanti sulle emissioni delle sostenze inquinanti, ma non impegnandosi nel coinvolgimento dei cittadini (come dovrebbe essere) alle decisioni che riguardano lo stato dell'ambiente in cui gli stessi vivono.
Come cittadini ci sentiamo a volte cavie......... Barbara scrive che a noi che abitiamo a Taranto non è consentito avere diritti e vederli tutelati questi diritti. Dobbiamo al massimo "aspirare" ad essere cavie dei loro esperimenti da laboratorio.
Sì, come quando da una ricerca del CNR venne fuori la notizia della quasi assenza di cocaina nell'aria di Taranto: si è gridato al miracolo! Taranto, città ad alto rischio ambientale, Taranto città con preoccupanti record negativi in termini di inquinamento industriale (sullo stato dell'aria e sulla qualità della vita)! Quando vogliono " loro" noi diventiamo cavie ........... "al punto da configurarsi una situazione limite di cavie in una città- laboratorio su cui sperimentare ancora oggi, gli effetti della più bieca e sordida speculazione industriale" (come scrissi in una lettera pubblicata l'11 giugno sul Corriere del Giorno)
Dal Comitato per Taranto, Antonietta Oliva... alias Antonietta Podda.
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