martedì 24 luglio 2007

L'era di Bello -Tucci, tra indagati e condannati



(TarantoSera - 20-21 luglio 2007 - inserto del Sabato)





Anche se non è notizia recentissima, è bene che stia in questo blog, e che si rispolveri un po’ la memoria.
Leggete qui sotto l’articolo riportato, e pubblicato venerdì -sabato 20-21/07/2007 da Taranto Sera:

La Corte di Appello di Taranto ha confermato la condanna ad un anno e quattro mesi di reclusione per abuso di ufficio e falso nei confronti dell’ex sindaco Rossana Di Bello. Nella setssa giornata il Tribunale ha condannato per la stessa vicenda, ma in primo grado, l’ex assessore Filippo Condemi, il segretario Luigio Spada ed il funzionario comunale Marcello Vuozzo, ad un anno e sei mesi. La vicenda inceneritore parte nel giugno del 2000 quando la prima giunta Di Bello affidò la gestione dell’impianto comunale all’associazione temporanea di imprese guidata dalla Termomeccanica. Si tratta di un appalto da circa 170 miliardi di lire in dieci anni. L’affidamento diviene materia di una inchiesta dopo la denuncia di Marcello Palminteri, ex presidente dell’Amiu, fatta per conto della Smal, società mista che invoca l’affidamento dell’appalto. Anni di indagine portano all’incriminazione della giunta per falso ed abuso. Quasi tutti scelgono l’abbreviato al termine del quale c’è la condanna della Di Bello, confermata nei giorni scorsi. I tre imputati che scelgono il rito ordinario vengono tutti condannati con l’obbligo di risarcire il Comune. (TarantoSera)


Bufera sull’era Di Bello-Tucci

LE INCHIESTE. Raffica di avvisi di garanzia per i casi “Cimino” e appalti comunali

Il D-day scocca di buon’ora martedì diciassette luglio. Scoppiano nello stesso giorno due indagini che portano al coinvolgimento del gotha dell’era dibelliana e scoperchiano definitivamente i contorni di due vicende che colpiscono al cuore il sistema che ha governato Taranto per sette anni. Sotto la marcia delle forze dell’ordine e la pioggia di avvisi di garanzia, restano politici, imprenditori e funzionari comunali. In prima fila proprio lei: Rossana Di Bello, la lady di ferro del centrodestra ionico. Al suo fianco Michele Tucci, deputato dell’Udc ed ex vicesindaco di Rossana. Uno vicino all’altro come ai bei tempi, quando convention, annunci e soprattutto palate di quattrini pubblici scandivano le giornate delle vacche grasse. Di quell’epoca, ora, resta lo sbiadito ricordo di quanti, anzi dei tanti, che hanno beneficiato dei favori dei cortigiani. Basti pensare al diluvio di incarichi smistati da Palazzo di città, a cominciare dall’ufficio stampa per continuare con le consulenze e le nomine di dirigenti esterni. Ma restano soprattutto le macerie di una città sprofondata nel baratro del dissesto. Del crac, delle tasse e dei disservizi come hanno imparato a scrivere e a raccontare, con tanto di risentimento,persino quelli che un tempo si sono accomodati ai piedi delle stanze del potere. Ponendosi al fianco di chi oggi resta invischiato nelle iniziative della magistratura. Disgustosi esempi di una città che dagli scandali dovrebbe pure cominciare ad imparare. Magari scrutando ed andando oltre i risultati delle inchieste della Procura. Indagini che sono giunte al capolinea con una imponente mole di contestazioni. Svelando scenari inquietanti. A cominciare dall’indagine sulla gestione della pineta Cimino che ha regalato le sorprese più amare: 24 indagati, undici dei quali accusati di associazione per delinquere. Tra i promotori del gruppo sotto accusa, il pm ha individuato proprio Rossana Di Bello e Michele Tucci, su cui ora pesa la contestazione associativa. Secondo la magistratura il Comune sarebbe stato raggirato nella gestione del polmone verde alla periferia della città. Grazie ad un meccanismo di false fatturazioni sulle casse pubbliche sarebbero stati scaricati indebitamente sei milioni di euro. Il tutto con la compiacenza del potere politico e la complicità di funzionari e dirigenti comunali. Nello stesso giorno dell’inchiesta Cimino è arrivata al capolinea quella sui rinnovi di appalti comunali per milioni di euro. Quelle commesse sarebbero state rinnovate per anni a colpi di determine dirigenziali con l’avallo del potere politico. Almeno questa è la conclusione a cui è giunto il sostituto procuratore Maurizio Carbone che ha firmato 23 comunicazione giudiziarie che sommate a quelle del caso Cimino fanno 47, per un totale di 44 indagati. Nel mirino la ex giunta, imprenditori, dirigenti comunali, ma davanti a tutti proprio la coppia d’oro del centrodestra ionico: Rossana Di Bello e Michele Tucci. (TarantoSera)




Ma Tucci dov'è finito?


quello che si sa è che al momento oltre ad essere indagato, ricopre la carica di segretario della Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse. Vicepresidente all'interno della stessa commissione, è un altro tarantino: Pietro Franzoso.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

e allora qual è il problema?! se nn ci fosse stata "la coppia d'oro" a taranto stareste peggio dell'Albania!! E poi pensate alle cose positive che hanno fatto tipo assurdi km di marciapiedi xk avevate le strade nn rifinite...ma per piacereeee!!!

geronimo ha detto...

ti faccio notare che sono stati assolti. Come mai questa notizia non la pubblichi?