Riportiamo il comunicato che abbiamo inviato alla stampa:
Il Comitato per Taranto, costituitosi per affrontare le questioni ambientali del nostro territorio, si esprime contro il raddoppio dell'impianto di raffinazione Agip/Eni a Taranto.
Appare evidente che il progetto relativo al raddoppio della raffineria di Taranto è stato delineato senza seguire un approccio integrato che è a nostro parere, indispensabile in tema di sostenibilità. Esso risulta piuttosto improntato ad una visione dello sviluppo in cui la crescita economica si pone come obiettivo assolutamente prioritario, mentre la sostenibilità ambientale rimane un elemento decisamente astratto sul piano concettuale e del tutto privo di un qualunque ruolo operativo.
Lo sviluppo sostenibile deve necessariamente prevedere dei limiti alle modificazioni del territorio ed alle ricadute ambientali delle attività economiche, con vincoli ben esplicitati e stabilendo che cosa si può e si vuole sviluppare e che cosa invece occorre conservare o anche ripristinare, bonificare, ecc.
Nello Studio di Impatto Ambientale sia della centrale a ciclo combinato da 240MW sia dell'incremento della capacità di lavorazione della raffineria di Taranto si parla invece di sviluppo a tutto campo, senza effettivi vincoli, senza nessuna considerazione di reale e concreta sostenibilità.
L'Area industriale di Taranto è caratterizzata dalla presenza di diversi insediamenti che rappresentano altrettante possibili sorgenti di inquinamento ambientale: un impianto di raffinazione con relativi depositi, un cementificio, i cantieri navali con l'arsenale militare e soprattutto lo stabilimento siderurgico Ilva, tra i più grandi di Europa e l'unico a ciclo integrato, comprendente anche la produzione di coke, con vasti depositi minerari localizzati a ridosso dell'abitato cittadino. Questi sono dati fondamentali che attestano la marcata insostenibilità dell'attuale sistema economico dell'area Jonica e da cui è imprescindibile partire per un programma veramente serio e consapevole di sviluppo sostenibile.
Inoltre lo studio presentato dall'ENI non tiene in considerazione i dati relativi allo Stato dell'Ambiente locale, come di recente affermato dall'ARPA, e nemmeno è dotato di indicatori o parametri di tipo ambientale per la valutazione ed il monitoraggio nel tempo dei suoi effetti.
La stessa Valutazione di Impatto Ambientale non deve essere fatta esclusivamente a fronte degli impianti richiesti ma deve contemplare anche il "do nothing" cioè l'Opzione Zero. Quest'ultima non consiste solo nel non fare gli impianti ma pianifica un'alternativa di riduzione della produzione dei rifiuti industriali e degli agenti inquinanti già presenti nell'area secondo obiettivi prioritari europei e nazionali.
Il Comitato per Taranto parteciperà alla valutazione di impatto ambientale ai sensi dell'art. 12 ("Partecipazione") della L.R. 12 aprile 2001 n° 11 – "Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale" – inviando le proprie osservazioni alle autorità competenti.
In tal modo il Comitato per Taranto intende sare un sostegno, come espressione democratica della società civile, al parere negativo già espresso dall'Arpa Puglia in merito al raddoppio dell'Agip/Eni a Taranto.
Il nostro territorio ha bisogno di un vero sviluppo, non di nuovi rischi e di nuovo inquinamento.
Appare evidente che il progetto relativo al raddoppio della raffineria di Taranto è stato delineato senza seguire un approccio integrato che è a nostro parere, indispensabile in tema di sostenibilità. Esso risulta piuttosto improntato ad una visione dello sviluppo in cui la crescita economica si pone come obiettivo assolutamente prioritario, mentre la sostenibilità ambientale rimane un elemento decisamente astratto sul piano concettuale e del tutto privo di un qualunque ruolo operativo.
Lo sviluppo sostenibile deve necessariamente prevedere dei limiti alle modificazioni del territorio ed alle ricadute ambientali delle attività economiche, con vincoli ben esplicitati e stabilendo che cosa si può e si vuole sviluppare e che cosa invece occorre conservare o anche ripristinare, bonificare, ecc.
Nello Studio di Impatto Ambientale sia della centrale a ciclo combinato da 240MW sia dell'incremento della capacità di lavorazione della raffineria di Taranto si parla invece di sviluppo a tutto campo, senza effettivi vincoli, senza nessuna considerazione di reale e concreta sostenibilità.
L'Area industriale di Taranto è caratterizzata dalla presenza di diversi insediamenti che rappresentano altrettante possibili sorgenti di inquinamento ambientale: un impianto di raffinazione con relativi depositi, un cementificio, i cantieri navali con l'arsenale militare e soprattutto lo stabilimento siderurgico Ilva, tra i più grandi di Europa e l'unico a ciclo integrato, comprendente anche la produzione di coke, con vasti depositi minerari localizzati a ridosso dell'abitato cittadino. Questi sono dati fondamentali che attestano la marcata insostenibilità dell'attuale sistema economico dell'area Jonica e da cui è imprescindibile partire per un programma veramente serio e consapevole di sviluppo sostenibile.
Inoltre lo studio presentato dall'ENI non tiene in considerazione i dati relativi allo Stato dell'Ambiente locale, come di recente affermato dall'ARPA, e nemmeno è dotato di indicatori o parametri di tipo ambientale per la valutazione ed il monitoraggio nel tempo dei suoi effetti.
La stessa Valutazione di Impatto Ambientale non deve essere fatta esclusivamente a fronte degli impianti richiesti ma deve contemplare anche il "do nothing" cioè l'Opzione Zero. Quest'ultima non consiste solo nel non fare gli impianti ma pianifica un'alternativa di riduzione della produzione dei rifiuti industriali e degli agenti inquinanti già presenti nell'area secondo obiettivi prioritari europei e nazionali.
Il Comitato per Taranto parteciperà alla valutazione di impatto ambientale ai sensi dell'art. 12 ("Partecipazione") della L.R. 12 aprile 2001 n° 11 – "Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale" – inviando le proprie osservazioni alle autorità competenti.
In tal modo il Comitato per Taranto intende sare un sostegno, come espressione democratica della società civile, al parere negativo già espresso dall'Arpa Puglia in merito al raddoppio dell'Agip/Eni a Taranto.
Il nostro territorio ha bisogno di un vero sviluppo, non di nuovi rischi e di nuovo inquinamento.
Il comitato per Taranto
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